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La sicurezza nei percorsi di accesso alle coperture

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Edilizia

07/03/2011

Alcune schede per la sicurezza degli operatori nella manutenzione delle coperture: le scale fisse con inclinazione maggiore o minore di 75°, le scale retrattili, le scale portatili, i ponteggi e le piattaforme di lavoro elevabili e mobili.

PuntoSicuro ha presentato nei giorni scorsi il sito “ coperturasicura.toscana.it” che raccoglie diversi materiali correlati ad un progetto della Regione Toscana (Assessorato del Diritto alla Salute, ASL10 Azienda Sanitaria Firenze) dedicato alla “sicurezza nella manutenzione delle coperture”.
Dopo esserci occupati dei criteri progettuali utili per una valutazione degli aspetti che possono favorire la sicurezza dell'operatore nelle manutenzioni, ci soffermiamo oggi sulla sezione del sito dedicata ai problemi relativi al percorso, accesso e transito sulle coperture.
In particolare sulle schede relative ai percorsi di accesso alla copertura, intesi come il “tragitto che un operatore deve compiere internamente od esternamente al fabbricato per raggiungere il punto di accesso alla copertura”.
Ricordiamo che le schede fanno riferimento al Regolamento della Regione Toscana emanato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n.62/R e concernente le “misure preventive e protettive per l'accesso, il transito e l'esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza”.


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La scheda “SCALE FISSE_inclinazione_minore 75° (P001)” è dedicata ai percorsi che servono a raggiungere il punto di accesso alla copertura, costituiti da scale fisse a sviluppo rettilineo dotate di gradini, con inclinazione minore di 75°.
Il Decreto n.62/R (art. 8) indica che è necessario che i percorsi verticali siano prioritariamente realizzati con scale fisse a gradini a sviluppo rettilineo; in presenza di vincoli costruttivi possono essere utilizzate scale fisse, scale retrattili, scale portatili.
 
Queste scale “devono avere dimensioni tali da consentire il passaggio dell’operatore e degli utensili da trasportare in condizione di sicurezza, con una larghezza non inferiore a 0.60 m per il solo transito dell’operatore (art. 8 DPGR 62/R)”. E se interne all’edificio devono essere illuminate (almeno 20 lux).
Questa è la soluzione di percorso verticale “utilizzata quando si prevedono interventi di manutenzione in copertura molto frequenti (per es. a causa della presenza di impianti tecnologici) ed è quindi la maniera migliore per raggiungere in modo protetto l’accesso in copertura senza l’utilizzo di sistemi di arresto caduta”.
 
La scheda “SCALA RETRATTILE (P002)” è dedicata alle scale retrattili con elementi in acciaio rettilinei, ripieghevoli mediante snodi bilanciati in acciaio, muniti di sistemi di richiamo.
Queste scale, dotate di corrimani laterali e di maniglioni di sbarco, possono essere:
- a pioli (con inclinazione compresa tra 60 e 80° - UNI EN 14975): la scala a pioli “può essere impiegata solo in caso di presenza di vincoli strutturali che impediscono l’utilizzo di scala tradizionale (con alzata e pedata) o di retrattile a gradini”;
- a gradini (con inclinazione compresa tra 15 e 60° - UNI EN 14975): la scala retrattile a gradini (larghezza del gradino non inferiore a 8 cm) “può essere considerata via d’accesso permanente e paragonabile a scala tradizionale”.
 
Si sottolinea che questo sistema d’accesso “non consente di superare altezze consistenti (superiori a 300/350 cm)”.
 
In “SCALE FISSE inclinazione maggiore 75° (P003)” - scale fisse a pioli con uno o con due montanti verticali – si indica che i dispositivi di protezione contro le cadute comunemente utilizzati sono:
- “gabbia di sicurezza: Insieme avente la funzione di limitare il rischio di caduta di persone dalla scala;
- dispositivo anticaduta di tipo guidato su linea di ancoraggio rigida: dispositivo di protezione fissato alla scala, utilizzato insieme a un dispositivo di protezione individuale del quale tutti devono disporre prima di poter utilizzare la scala (vedere anche definizione nella EN 353-1 e nella EN 363);  
- dispositivo anticaduta di tipo guidato su linea di ancoraggio flessibile: dispositivo di protezione fissato alla scala, utilizzato insieme a un dispositivo di protezione individuale del quale tutti devono disporre prima di poter utilizzare la scala (vedere anche definizione nella EN 353-2 e nella EN 363)”.
 
In particolare la scala deve essere provvista di un dispositivo di protezione contro le cadute quando:
- “l'altezza della rampa della scala è maggiore di 3.00 m;
- l'altezza della scala è 3.00 m o minore, ma nell'area di partenza vi è il rischio di caduta per un'altezza aggiuntiva. In questo caso, l'altezza totale di caduta dal livello superiore della scala potrebbe essere maggiore di 3.00 m”.
Per queste scale “la protezione da adottare è la gabbia; quando la sua applicazione alle scale costituisca intralcio all’esercizio o presenti notevoli difficoltà costruttive”, devono essere adottate, in luogo della gabbia, le altre misure di sicurezza descritte.
 
La scheda “SCALE PORTATILI (P004)” è dedicata ai percorsi non permanenti, costituiti da scale portatili d’appoggio.
Sono scale a pioli che vengono trasportate ed istallate a mano e possono essere di diverso tipo (scale semplice d’appoggio a pioli ad un solo tronco, scale d’appoggio a pioli a più tronchi innestabili, scale  d’appoggio a sfilo con più tronchi, sviluppabili a mano o a fune).
Sono soluzioni di percorso verticale utilizzate “quando il progetto presenta vincoli costruttivi ed architettonici tali da non poter realizzare un percorso alternativo di tipo permanente per raggiungere l’accesso in copertura”.
 
Nel caso dell’utilizzo di un percorso di tale tipo, non permanente, “deve essere individuata posizione e spazio in grado di ospitare tale soluzione e deve essere previsto un idoneo sistema di ancoraggio della scala all’edificio”.
Le criticità di questa soluzione sono relative ai “rischi di ribaltamento, sbandamento, slittamento, oscillazioni se la scala non è opportunamente vincolata alla zona di sbarco”.
 
Per l’accesso è possibile usare anche una “PIATTAFORMA DI LAVORO ELEVABILE/MOBILE (P005)”.
In particolare:
- una piattaforma elevabile è un “sistema adatto ad attività manutentive sul perimetro della copertura o come via di accesso esterna e provvisoria alla stessa (solo con piattaforma elevabile certificata dal costruttore per tale impiego)”. È “efficace contro il rischio di cadute dall’alto e di caduta dall’alto di materiali e utensili. Può trovare impiego anche per facciate e coperture collocate a notevole altezza dove la realizzazione di un ponteggio fisso o con trabattello ancorato diventano impossibili. Garantisce velocità di montaggio e consente di risolvere esigenze di accesso dal fronte esterno alla copertura”;
- una piattaforma mobile (cestello), adatta alle attività indicate per la piattaforma elevabile, è un “dispositivo per il lavoro in quota efficace e di immediato impiego, non richiede attività preparatoria a terra o sulla facciata (a parte la delimitazione dell’area di lavoro per il rischio di caduta utensili), ed è pertanto adatto ad attività urgenti su facciate, cornicioni, coperture di non eccessiva profondità (per la parte raggiungibile dall’operatore agendo dall’interno del cestello)”. Il cestello, “se non certificato per lo sbarco in quota, non può essere impiegato come sistema di accesso alla copertura e l’attività dell’operatore deve essere eseguita sempre all’interno del cestello, con imbracatura agganciata”.
 
La piattaforma elevabile “normalmente richiede ancoraggio alla facciata delle colonne-cremagliera (piattaforma elevabile), non sempre di facile realizzazione ad edificio completato.
Il suo impiego come luogo di lavoro è limitato al solo bordo della copertura raggiungibile dall’operatore senza sporgersi dai parapetti laterali”.
 
Infine la scheda relativa al “PONTEGGIO (P006)”, ponteggio montato per permettere l’accesso alla copertura mediante scale interne.
Nella scheda si sottolinea che “le scale che collegano i vari piani non devono essere poste l’una in prosecuzione dell’altra”.
Inoltre poiché questo ponteggio “serve esclusivamente per l’accesso alla copertura non devono essere montati tutti gli impalcati, se non quelli minimi richiesti al fine di sfalsare le scale”. Questo ponteggio, montato per l’accesso in sicurezza alla copertura, “si può considerare quale ponteggio da manutenzione”.
 
 
Le schede della ASL 10 - Azienda Sanitaria Firenze:
 
- “ SCALE FISSE_inclinazione_minore 75° (P001)” (formato PDF, 104 kB);
- “ SCALA RETRATTILE (P002)” (formato PDF, 135 kB);
- “ SCALE FISSE inclinazione maggiore 75° (P003)” (formato PDF, 419 kB);
- “ SCALE PORTATILI (P004)” (formato PDF, 152 kB);
- “ PIATTAFORMA DI LAVORO ELEVABILE/MOBILE (P005)” (formato PDF, 436 kB);
- “ PONTEGGIO (P006)” (formato PDF, 129 kB).
 
 
  
Tiziano Menduto
 
 
 
 
 
 


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Rispondi Autore: Andrea Callegari - likes: 0
12/03/2011 (15:09:18)
Molto efficace l'articolo. Grazie per la sintesi e per le schede.
Occorre approfondire, nel caso di nolo a freddo del macchinario, le resposabilità dell'impresa operatrice nel montaggio - smontaggio, del macchinario elevatore e la responsabilità nell'uso. Grazie.

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