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Roma, 19 Lug - Impossibile al giorno d'oggi pensare di potere fare a meno del computer. Strumento ormai indispensabile nella nostra vita, il pc tuttavia è anche causa di patologie decisamente fastidiose. A partire dalla sindrome da tunnel carpale, la neuropatia dovuta all'irritazione o alla compressione del nervo mediano al polso provocata molto spesso dall'uso intensivo del mouse, talmente diffusa da essere ormai chiamata anche "mal di mouse".
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Quel doloroso "mal di mouse" che tormenta soprattutto le donne
Nel 47% dei casi la neuropatia dipende dal lavoro. Ovviamente non solo l'utilizzo del mouse provoca questo disturbo: le cause principali sono anche l'uso di utensili non ergonomici o le vibrazioni e le basse temperature. Ma la sindrome da tunnel carpale è sicuramente un fenomeno in netto aumento nella popolazione, in grado di incidere in modo significativo anche da un punto di vista sociale a causa del numero altissimo di giornate lavorative perse: è stato calcolato, infatti, che la sua insorgenza nel 47% dei casi è riconducibile all'attività professionale.
A rischio 2,7 milioni di donne. Inoltre, si è riscontrato che la patologia colpisce soprattutto le donne e prevalentemente in età adulta: il tasso di incidenza "al femminile" è del 3,4% (contro lo 0,6% per gli uomini), ma si stima che questa neuropatia sia presente in un ulteriore 5,8% di donne non diagnosticato, fino ad arrivare a un picco del 9,2%. Questo vuol dire che in Italia, potenzialmente, si potrebbero ammalare di questa sindrome 2,7 milioni di lavoratrici.
Essenziale una prognosi tempestiva. Proprio per evitare un così alto disagio è importante la tempestività della prognosi. Decisiva anche una valida ed efficace terapia riabilitativa che permetta di recuperare appieno e in tempi non troppo lunghi la funzionalità dell'arto. Inoltre, una mano priva della sensibilità - tra i principali sintomi della sindrome del tunnel carpale, insieme a formicolii, intorpidimento, gonfiore ma anche dolore e perdita di forza - non ha la stessa funzionalità di una mano con un handicap motorio recuperabile e, di conseguenza, la strategia terapeutica che mira alla ricostruzione della funzione deve dare priorità al recupero sensitivo, senza il quale ogni tentativo di miglioramento motorio sarebbe vano.
Fonte: Inail.
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