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Schede tecniche sul rischio biologico nei luoghi di lavoro
Roma, 20 Sett – Tra i rischi professionali meno conosciuti e, di conseguenza, più sottostimati nei luoghi di lavoro, c’è il rischio biologico. Per rimediare a questa sottovalutazione del rischio biologico, l’ Inail – attraverso l’attività della Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP) - ha già da tempo avviato un’intensa campagna informativa e formativa che è culminata nella pubblicazione di una prima serie di quindici schede tecnico-informative sul rischio biologico nei più svariati ambienti di lavoro.
Recentemente a questo volume si è affiancata una seconda pubblicazione dal titolo “ Il rischio biologico nei luoghi di lavoro - Schede tecnico-informative” che completa la prima edizione. Anche questa nuova pubblicazione, con le sue trenta schede relative al rischio biologico nei luoghi di lavoro, spazia in settori molto diversi tra loro: dagli ambienti indoor non industriali (uffici, scuole), ai settori della filiera agroalimentare (allevamenti, trasformazione di prodotti alimentari, mangimifici, ecc.), al comparto dei rifiuti solidi urbani e della depurazione di acque reflue civili, fino ad includere attività quali l'assistenza familiare e i centri di piercing e tatuaggi. Schede che dimostrano, una volta di più, che nessun ambiente può considerarsi esente dalla presenza di agenti biologici.
Il documento ricorda infatti che sono molti i fattori che possono favorire lo sviluppo e la diffusione di agenti biologici: “il tipo di attività, il processo o la fase lavorativa, le materie utilizzate, il contatto con fluidi biologici umani o animali potenzialmente infetti, la presenza di polvere, la scarsa igiene, il cattivo funzionamento e la manutenzione degli impianti aeraulici, la presenza ed il numero di occupanti, il microclima, ecc”.
In particolare le schede forniscono indicazioni sulle principali fonti di pericolo, le modalità di esposizione, gli effetti sulla salute e sulle specifiche misure di prevenzione e protezione.
Inoltre sono riportate specifiche “indicazioni tecniche per lo svolgimento del monitoraggio ambientale, rimandando per eventuali approfondimenti e analisi di dettaglio alle apposite linee guida o ai vari riferimenti bibliografici e normativi”.
Non mancano poi un piccolo glossario per chiarire alcuni termini specialistici e una tabella riportante un breve elenco di agenti biologici potenzialmente presenti negli ambienti oggetto dello studio, con le principali patologie da essi causate.
La parte principale del volume è tuttavia la raccolta di schede, schede il cui protagonista è un personaggio dal nome “BioRisk”, “l’agente biologico” che “veste di volta in volta gli indumenti di lavoro dei diversi comparti e interessa vari punti critici del ciclo produttivo, ossia dove è maggiore la probabilità di esposizione ad agenti biologici”.
Per dimostrare come il rischio biologico sia trasversale e presente anche in attività spesso non considerate a rischio, riportiamo alcune indicazioni tratte dalle schede relative al rischio biologico negli asili nido, nelle scuole e negli uffici.
Rischio biologico in asili nido e scuole dell’infanzia
Queste le fonti di pericolo biologico negli asili nido e scuole dell’infanzia:
- contatto con bambini in età prescolare (pannolini dei bambini, feci, fluidi biologici);
- impianti aeraulici e idrici in cattivo stato di manutenzione;
- arredi e tendaggi;
- polvere.
Levie di esposizione sono:
- inalazione di bioaerosol;
- contatto con superfici o oggetti contaminati;
- contatto con soggetti potenzialmente infetti.
Rimandando i lettori alla lettura diretta delle schede in merito all’elenco degli agenti biologici potenzialmente presenti in questi ambienti e l’elenco dei possibili effetti sulla salute, passiamo direttamente ad alcuni consigli in merito alla prevenzione e protezione:
- “formazione e sensibilizzazione sulle corrette prassi igieniche;
- igiene delle mani, soprattutto dopo avere cambiato indumenti e pannolini ai bambini;
- adeguate procedure di pulizia degli ambienti;
- microclima confortevole (ventilazione, idoneo numero di ricambi d’aria);
- adeguata manutenzione degli impianti aeraulici e idrici;
- monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità dell’aria, delle superfici e della polvere;
- sorveglianza sanitaria (soprattutto soggetti sensibilizzati e/o allergici);
- periodiche ispezioni delle possibili infestazioni ectoparassitarie dei bambini (pediculosi);
- profilassi vaccinale (se disponibile)”.
Rischio biologico nelle scuole
Il documento ricorda che le scuole sono annoverate tra i cosiddetti “ambienti indoor” (ambienti confinati di vita e di lavoro) e che per il rischio biologico, “un’attenzione particolare meritano gli istituti che hanno indirizzi particolari quali quello microbiologico o agrario. In tali scuole, infatti, spesso vengono svolte attività in laboratorio che richiedono il contatto con colture microbiologiche o esercitazioni nel settore agricolo e zootecnico”.
Lefonti di pericolo biologico dipendono dal “cattivo stato di manutenzione e igiene dell’edificio; inadeguate ventilazione degli ambienti e manutenzione di apparecchiature e impianti (ad es. impianti di condizionamento e impianti idrici); arredi e tendaggi”.
Inoltre per il tipo di attività svolta, “in ambienti promiscui e densamente occupati, il rischio biologico nelle scuole è legato anche alla presenza di coloro che vi studiano o lavorano (insegnanti, studenti, operatori e collaboratori scolastici) ed è principalmente di natura infettiva (da batteri e virus). A ciò si aggiunge il rischio di contrarre parassitosi, quali pediculosi e scabbia e il rischio allergico (da pollini, acari della polvere, muffe, ecc.)”.
Veniamo ai consigli in merito alla prevenzione e protezione:
- “manutenzione periodica dell’edificio scolastico, degli impianti idrici e di condizionamento;
- idoneo dimensionamento delle aule in relazione al numero di studenti (evitare sovraffollamento);
- benessere microclimatico (temperatura, umidità relativa, ventilazione idonee);
- adeguate e corrette procedure di pulizia degli ambienti e dei servizi igienici con utilizzo di guanti e indumenti protettivi; mascherine in caso di soggetti allergici;
- vaccinoprofilassi per insegnanti e studenti;
- sorveglianza sanitaria dei soggetti esposti;
- controlli periodici delle condizioni igienico-sanitarie dei locali, inclusi controlli della qualità dell’aria indoor e delle superfici;
- formazione e sensibilizzazione del personale docente e non docente, degli allievi e delle famiglie in materia di rischio biologico”.
Rischio biologico negli uffici
Ricordando le fonti di pericolo biologico (materiale documentale, arredi, tendaggi, polvere, impianti di climatizzazione) e le vie di esposizione (inalazione di bioaerosol, contatto con superfici od oggetti contaminati), passiamo direttamente alle misure di prevenzione e protezione per gli uffici:
- “formazione e sensibilizzazione sulle corrette prassi igieniche;
- adeguate procedure di pulizia degli ambienti, riduzione polvere;
- microclima confortevole (ventilazione, idoneo numero di ricambi d’aria);
- adeguata manutenzione degli impianti aeraulici e idrici;
- monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità dell’aria, delle superfici e della polvere”.
Inail, “ Il rischio biologico nei luoghi di lavoro - Schede tecnico-informative”, curato da Liliana Frusteri (CONTARP Inail) – Edizione 2011 (formato PDF - ATTENZIONE, file di dimensioni elevate: 15.37 MB).
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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