24/02/2020: Assenze dal lavoro per coronavirus: 5 situazioni da conoscere
La repentina diffusione del contagio del Coronavirus crea situazioni particolari anche nella gestione delle assenze dal lavoro dei lavoratori.
Assenze dal lavoro per coronavirus
La repentina diffusione del contagio del Coronavirus crea situazioni particolari anche nella gestione delle assenze dal lavoro dei lavoratori. Le casistiche nella gestione dei rapporti di lavoro in questi giorni sono, infatti, le più varie e meno consuete. I lavoratori possono assentarsi dal lavoro per quarantena, malattia o paura del contagio. I datori di lavoro, inoltre, possono decidere di chiudere le loro aziende e perfino le autorità pubbliche possono emanare ordinanze che prevedano il divieto di circolazione. Lo stesso decreto legge “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”, varato il 23 febbraio dal Governo - che assegna ai Ministri ampi poteri di intervento straordinario per delimitare le potenziali occasioni di diffusione dei focolai - ha incrementato le occasioni in cui le attività lavorative possono essere particolarmente condizionate da interventi di Pubbliche Autorità. Ci si chiede, quindi, se il lavoratore in quarantena debba essere retribuito; se ci si può assentare dal lavoro per timore di contagio e cosa bisogna fare se gli spostamenti siano vietati. A queste e ad altre domande risponde la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nell'approfondimento diffuso oggi, in cui ipotizza alcune situazioni che potrebbero realizzarsi nei territori interessati dal virus e a cui prestare attenzione per gestire correttamente i rapporti di lavoro.
Coronavirus: le richieste del Consiglio Nazionale dell’Ordine
Il repentino allarme di contagio del Coronavirus in Italia, oltre alle gravi conseguenze sulla salute delle persone, avrà diverse ripercussioni sulla gestione delle imprese e dei rapporti di lavoro esistenti nelle zone interessate dai provvedimenti restrittivi emanati a seguito dell’approvazione del D.L. n.6 del 23 febbraio 2020.
Per questo motivo il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro ha inviato una lettera al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, e una seconda comunicazione indirizzata, oltre al Ministro del Lavoro, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e al Ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri.
Due le principali richieste: mettere in condizione le aziende esistenti sui territori interessati dal contagio di poter ricorrere per i loro lavoratori dipendenti a strumenti di sostegno al reddito, tra cui la cassa integrazione guadagni, e prevedere modalità di compilazione e inoltro delle domande di CIG semplificate per poter agevolare aziende e professionisti del settore. Inoltre, l’interruzione delle attività imprenditoriali e dei rapporti di lavoro rende necessario - si legge nella seconda comunicazione - un ulteriore intervento del Governo per disporre la sospensione dei termini di scadenza di tutti i versamenti fiscali e contributivi, nonché di tutti gli adempimenti che quotidianamente le imprese e i Consulenti del Lavoro che le assistono sono tenuti ad espletare in ottemperanza ad obblighi di legge.
Lo smart working per non incorrere nel rischio contagio
La rassegna stampa del lavoro di oggi pone in primo piano l'emergenza Coronavirus. Sul Corriere della Sera, a pag. 11, si accenna ad alcune delle misure a cui starebbe pensando il Governo per sostenere i territori colpiti dal "covid-19". Su "Norme & Tributi" del Sole24Ore, a pag. 22, si parla di smart working, cioè la possibilità per il lavoratore di svolgere la prestazione senza il vincolo della sede di lavoro e con maggiore agilità oraria. Modalità, questa, che può essere svolta con particolare attenzione del datore di lavoro ad alcuni vincoli.
Fonte: Consulentidellavoro.it
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