Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

12/04/2024: Clima e biodiversità: un futuro condiviso per il nostro pianeta

Si sono tenute due conferenze globali per confrontarsi su clima e biodiversità. Le sfide da affrontare sono sintomi dello stesso problema: l’insostenibilità della nostra produzione e dei nostri consumi.

Su clima e biodiversità riprendiamo un editoriale pubblicato in una Newsletter AEA (European environment agency) a cura di Hans Bruyninckx (Direttore esecutivo AEA).

 

I colloqui globali sul clima, comunemente denominati COP (conferenza delle parti) sul clima, riuniscono rappresentanti di paesi di tutto il mondo per discutere e raggiungere un accordo su una serie di questioni legate al cambiamento climatico, tra cui la mitigazione (modi per ridurre le emissioni globali), l’adattamento (misure per aiutare i paesi a prepararsi a un numero crescente di effetti negativi del cambiamento climatico) e i finanziamenti (chi paga per cosa).

Sul campo, le COP sul clima vedono la presenza di circa trenta-quarantamila partecipanti registrati, tra cui leader di oltre 100 paesi, decine di migliaia di delegati e di osservatori (come rappresentanti della società civile e dei giovani) e migliaia di giornalisti. Il risultato degli intensi negoziati delle COP è sempre un compromesso. Tuttavia questi colloqui aiutano a delineare una visione e una direzione globali e permettono a tutti i paesi e alle diverse parti interessate, compresi i giovani e le comunità indigene, di esprimersi e raggiungere un pubblico globale.

 

Dalla COP26 alla COP27: un passo avanti?

La COP sul clima tenuta a Glasgow (COP26) nel 2021 aveva proposto un percorso globale per azzerare le emissioni nette entro il 2050 e assicurare la raggiungibilità dell’obiettivo di limitare l’innalzamento della temperatura a 1,5 gradi, individuato per la prima volta dall’accordo di Parigi nel contesto della COP21 del 2015. Al fine di conseguire tali traguardi, i paesi hanno concordato, tra l’altro, una serie di decisioni e azioni basate sull’accordo di Parigi.

Con il patto di Glasgow, la COP26 ha evidenziato l’emergenza della situazione e ha invocato un’azione più celere, una riduzione graduale dell’energia a carbone e un’eliminazione progressiva delle «inefficienti» sovvenzioni per i combustibili fossili. Il patto ha anche invitato a intensificare il sostegno all’adattamento ed enunciato la promessa di porre il tema delle perdite e dei danni al centro della conferenza successiva. Altri accordi e annunci della COP26 hanno riguardato foreste, metano, automobili e finanza privata. Malgrado le carenze e i compromessi, i progressi nei negoziati sono stati tangibili e hanno mantenuto vivo l’obiettivo di 1,5 gradi.

A distanza di un anno la COP27, tenuta in novembre a Sharm el-Sheikh, in Egitto, si è svolta in un contesto e in una realtà globali completamente diversi. L’evento ha avuto come sfondo la guerra in Ucraina, gli elevati prezzi dell’energia e i problemi di sicurezza dell’approvvigionamento, gli alti tassi di inflazione, con ripercussioni sui cittadini europei nella fragile economia post-pandemica, e gli impatti catastrofici del cambiamento climatico.

L’ottimismo globale visto al termine dei negoziati di Glasgow è stato assente a Sharm el-Sheikh. Molti, tra cui il vicepresidente della Commissione europea Franz Timmermans, hanno concluso che alla necessità di riduzioni drastiche e urgenti delle emissioni di gas serra non corrispondono le misure concrete e gli impegni espressi dai paesi alla COP27. Nelle sue parole «ci troviamo di fronte a un dilemma morale. Perché questo accordo non è sufficiente per la mitigazione».

Allo stesso tempo i paesi hanno deciso di creare un nuovo fondo per aiutare i paesi più vulnerabili, colpiti da perdite e danni dovuti all’impatto del cambiamento climatico. Rimangono aperte le domande su chi pagherà e quanto, chi beneficerà e chi deciderà. Nonostante il contesto attuale Timmermans ha riconfermato la posizione e l’impegno dell’UE per il raggiungimento dei suoi obiettivi climatici e ambientali e il continuo sostegno dell’UE ai più vulnerabili. La realtà attuale rende ancora più necessaria un’azione urgente e decisiva per il clima.

 

COP15 sulla biodiversità: qual è la posta in gioco?

Rappresentanti di tutto il mondo si sono riuniti nuovamente in dicembre, questa volta a Montreal, in Canada, al fine di concordare un’azione globale per proteggere la natura. Il mondo sta perdendo la sua diversità biologica a un ritmo allarmante e il declino sta accelerando. Circa un milione di specie sono attualmente a rischio di estinzione e molti ecosistemi, vitali per il nostro pianeta e il nostro benessere, stanno per subire danni irreversibili. Per le generazioni attuali e future è urgente arrestare e invertire la perdita di biodiversità e ripristinare le aree naturali in Europa e nel resto del mondo.

L’attuale COP sulla biodiversità, comunemente chiamata COP15 (in quanto è la 15a riunione della conferenza delle parti della convenzione sulla diversità biologica), mira a creare un quadro globale post-2020 in materia di biodiversità. Il quadro stabilisce 21 obiettivi, tra cui quello di proteggere il 30 % del nostro pianeta entro il 2030. Riconosce inoltre l’esigenza di un’azione globale urgente, ma evidenzia anche la necessità di trasformare i nostri modelli economici, sociali e finanziari per arrestare e invertire le tendenze attuali.

In particolare, l’azione prevede la protezione e il ripristino di un maggior numero di aree terrestri e marine e la lotta alle attività non sostenibili in settori chiave come l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca.

Se riusciremo a invertire le tendenze dipenderà da ciò che faremo sul campo. Ad esempio il 30 % da sottoporre a protezione deve includere punti critici per la biodiversità globale. Un altro elemento importante è rappresentato dai sistemi di protezione, che devono permettere alla natura di riprendersi. Queste aree possono anche essere i nostri maggiori alleati per ridurre i gas a effetto serra nell’atmosfera, fungendo da pozzi di assorbimento del carbonio, e per far fronte agli impatti negativi del cambiamento climatico.

 

Affrontare il consumo di risorse

Che si tratti della COP sul clima o della COP sulla biodiversità, le discussioni riguardano lo stesso problema e la stessa soluzione. Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sono due sintomi della medesima malattia.

In Europa e nel resto del mondo consumiamo più risorse di quante ne possa fornire il pianeta. Il modo in cui produciamo i beni e i servizi consumati provoca il cambiamento climatico e il degrado del mondo naturale. Le recenti crisi hanno anche messo in luce le disuguaglianze esistenti, e purtroppo crescenti, in termini di benefici, da un lato, e di effetti sulla salute, vulnerabilità climatiche e mezzi di sussistenza a rischio, dall’altro.

Oggi i costi del cambiamento climatico e del degrado ambientale possono colpire alcuni di noi più di altri. Tuttavia questi effetti riguardano tutti e nel lungo periodo aumenteranno, a meno che non utilizziamo questo decennio cruciale per invertire le tendenze attuali. Le COP invitano tutti noi a intraprendere azioni coraggiose e a mostrare solidarietà con tutta la vita sulla Terra.

Un futuro diverso è possibile. Possiamo adattarci e adottare nuove abitudini, costruire nuovi sistemi. Insieme possiamo scrivere un’altra storia per il nostro pianeta, in cui tutti beneficiamo di una natura più sana e di un clima stabile e in cui riusciamo a ridurre al minimo i rischi e gli impatti. Nel 2030 possiamo essere un passo più vicini a quel futuro.

 

 

Fonte: EEA

 


04/03/2015: Eternit: il perchè della prescrizione

Sono state depositate dalla Corte di Cassazione le motivazioni della Sentenza con cui è stato dichiarato prescritto il processo a carico dello svizzero Schmidheiny per le morti negli stabilimenti Eternit.


03/03/2015: In discussione l'aggiornamento formativo sui rischi specifici in caso di demansionamento

Un articolo di un decreto attuativo del Jobs Act si potrebbe porre in contrasto con il Decreto 81 sulla formazione al cambio di mansione.


03/03/2015: “Radio Sicura”: quando anche l’amore per il proprio lavoro può essere un fattore di rischio

La storia di Franco, proiezionista “innamorato” del cinema che, per una distrazione, perde la vista


02/03/2015: Il Milleproroghe è legge: riepilogo delle novità

Il Senato ha approvato in via definitiva il decreto cosiddetto Milleproroghe, che diventa legge.


02/03/2015: SISTRI: due nuovi aggiornamenti

Nuova release dell'applicazione di movimentazione e aggiornamento sezione domande frequenti


02/03/2015: Infortuni al femminile: cadute e aggressioni tra i rischi più frequenti

Prendersi cura di chi ci cura: uno studio Anmil sugli infortuni in un settore in cui la quota delle lavoratrici è pari al 70%


27/02/2015: Seminario il 12 marzo sulla sicurezza nell’organizzazione dei grandi eventi di spettacolo

Seminario il 12 marzo sulla sicurezza nell’organizzazione dei grandi eventi di spettacolo


27/02/2015: Amianto: nuova scadenza per la messa in sicurezza delle scuole

Amianto: nuova scadenza per la messa in sicurezza delle scuole


27/02/2015: Edilizia scolastica: la scadenza del 28 febbraio 2015 per l’affidamento dei lavori

Edilizia scolastica: la scadenza del 28 febbraio 2015 per l’affidamento dei lavori


26/02/2015: Internetopoli: imparare giocando


26/02/2015: Piattaforme di Lavoro Elevabili e Drug-Test


25/02/2015: Assosegnaletica/ANIMA: una nuova squadra per il rilancio del settore


25/02/2015: 3 marzo 2015: al via le domande di finanziamento per il bando ISI


24/02/2015: La sicurezza dei pedoni: un manuale sulla sicurezza stradale


24/02/2015: La sicurezza e la tutela sul lavoro delle donne che operano nel campo dell’assistenza sanitaria


23/02/2015: Sentenza Eternit, depositate le motivazioni: il processo già prescritto prima di iniziare


23/02/2015: Al lavoro in bici: è un’avventura?


23/02/2015: Seminario gratuito sulla formazione efficace il 27


20/02/2015: In cinque anni quasi dimezzati gli infortuni sul lavoro nelle costruzioni


20/02/2015: Casa Sicura 2015: salute e sicurezza di colf e badanti


106.5 107.5 108.5 109.5 110.5 111.5 112.5 113.5 114.5 115.5 116.5