08/04/2020: Crisi climatica e pandemia: l’inquinamento è stato un “boost” per il virus
Sfruttamento del suolo, deforestazione, emissioni tra le cause di propagazione del virus. L’emergenza climatica ha favorito la pandemia e ne richiama altre, ma per Gates questo shock può aiutarci a risolvere l’emergenza ambientale.
“Esiste un legame strettissimo tra le malattie che stanno terrorizzando il Pianeta e le dimensioni epocali della perdita di natura. Queste non sono catastrofi del tutto casuali, ma la conseguenza indiretta del nostro impatto sugli ecosistemi naturali”. Sono le parole del rapporto del Wwf, uscito recentemente, “Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi”, che fa luce su una delle questioni centrali del dibattito globale presente e futuro: la connessione tra il cambiamento climatico e gli sviluppi pandemici.
Dunque: in quale percentuale lo stile di vita dell’uomo è responsabile della diffusione del virus? Come evitare che questo fenomeno possa ripetersi? A rispondere a queste domande, nel corso delle ultime settimane, si sono susseguite numerose pubblicazioni, dagli articoli ai rapporti scientifici, impegnati nell’individuazione di una connessione tra lo sfruttamento selvaggio del Pianeta e la proliferazione del Covid-19, a caccia di costanti che siano utili non solo a comprendere il problema, ma a capire come evitare di ripeterlo. Nello stesso studio del Wwf si pone anche l’attenzione sui legami tra l’alterazione dell’ecosistema e l’esplosione di possibili “bombe” epidemiche: Ci sono foreste in Africa occidentale dove vivono alcuni pipistrelli portatori di Ebola.
Tra le cause antropiche di propagazione del virus, oltre all’abbattimento delle foreste (considerate il nostro “antivirus naturale”) è stato segnalato anche il pericoloso livello di emissioni presenti nell’aria. “Sulla base della rassegna scientifica, storicamente ricostruita, si può dedurre che il particolato atmosferico (Pm10, Pm2.5) costituisca un efficace vettore per il trasporto, diffusione e proliferazione delle infezioni virali”. Questa affermazione è contenuta nel position paper “Relazione circa l’effetto dell’inquinamento da particolato atmosferico e la diffusione di virus nella popolazione” elaborato da un team di accademici e ricercatori italiani. Il gruppo di scienziati ha spiegato come il particolato atmosferico, ovvero le particelle di aerosol presenti nell’aria per cause naturali (sale marino, azione del vento, pollini, eruzioni vulcaniche) e fonti antropiche (traffico, riscaldamento, processi industriali, inceneritori) funzioni da carrier, ovvero da vettore di trasporto, per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus. I virus si “attaccano” a queste particelle con un processo di “coagulazione” che permette al virus di rimanere nell’atmosfera anche per ore, giorni o settimane, e che ne veicola la diffusione e trasporto anche sulle lunghe distanze. Il particolato atmosferico, oltre ad essere un carrier, permette la sopravvivenza del virus e “costituisce un substrato che può permettere al virus di rimanere nell’aria in condizioni vitali per un certo tempo, nell’ordine di ore o giorni”.
Questa teoria è in linea con gli studi compiuti su recenti casi virali, come l’influenza aviaria del 2010, veicolata sulle lunghe distanze attraverso le tempeste di polveri asiatiche, o la diffusione di casi di morbillo in Lanzhou (Cina) nel 2020, dove la diffusione del virus è strettamente collegata all’inquinamento dell’aria, e dunque all’incremento del particolato atmosferico. Il team di scienziati ha poi tracciato le relazioni tra la diffusione del Coronavirus in Italia e i livelli di inquinamento, sulla base dei dati provenienti dalle Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) e il numero di casi affetti da Covid-19 riportati dalla Protezione civile. “Si evidenzia una relazione tra i superamenti dei limiti di legge delle concentrazioni di Pm10 registrati nel periodo 10-29 febbraio e il numero di casi infetti aggiornati al 3 marzo”. Le analisi sembrano dimostrare che, in relazione al periodo 10-29 Febbraio, concentrazioni superiori al limite di Pm10 in alcune province del Nord Italia (in particolare nelle zone industriali della Pianura Padana) abbiano agito da boost, ovvero da impulso alla diffusione virulenta dell’epidemia, mentre in altre zone d’Italia, dove si presentavano situazioni di contagio simili, questo fenomeno non è stato osservato. “A questo proposito è emblematico il caso di Roma” afferma il team, “in cui la presenza di contagi era già manifesta negli stessi giorni delle regioni padane, senza però innescare un fenomeno così virulento”.
Altre ricerche si sono concentrate invece sullo studio delle aree di diffusione, a livello mondiale, della pandemia. Tra le teorie maggiormente riconosciute in questo senso quella di una “cintura del Coronavirus”, ovvero una fascia climatica in cui il Covid-19 sia stato capace di proliferare, elaborata dagli scienziati dell’università del Maryland. Gli studiosi, appartenenti al Global virus network, hanno delineato una correlazione tra la diffusione della pandemia e le caratteristiche climatiche delle zone in cui si è manifestata, studiandone latitudine, temperatura e umidità. In base a queste tre variabili, i ricercatori hanno identificato “uno stretto corridoio compreso tra 30° e 50° di latitudine, dove le temperature medie sono tra i 5°C e gli 11°C e l’umidità tra il 47% e il 79%: qui la malattia è esplosa in modo più grave”.
Non a caso, queste condizioni climatiche sono condivise da nord Italia, sud Corea, Francia, Germania, Iran, area nord pacifica degli Stati Uniti e, naturalmente, Wuhan. Invece, le zone “a rischio” causa della loro vicinanza con la Cina (Thailandia, Vietnam, Cambogia, Myanmar) non hanno sperimentato effetti simili. Questo accadrebbe perché il virus sopporta meglio il freddo, avendo un rivestimento di grassi che invece si degrada quando la temperatura aumenta (esattamente ciò che accade nel corpo umano, e lo fa diventare virulento). Allo stesso tempo, però, il Coronavirus non è particolarmente virulento quando si scende sotto gli zero gradi, lasciando supporre la difficoltà di sopravvivere a un freddo più rigido. Questa “cintura” ha portato molti studiosi a individuare nell’estate una fase di recessione del Covid-19, anche se, come avvertono i ricercatori, “Tutto questo vale se il virus non muta di nuovo, come ha già fatto una volta”.
Sulle prospettive per il futuro si è soffermato anche Bill Gates, in una conferenza sulla piattaforma Ted del 24 marzo. Gates ha evidenziato come la pandemia stia mostrando al mondo i benefici della cooperazione scientifica e tecnologica a livello globale, aggiungendo che i vantaggi di questa relazione si potranno estendere anche alla crisi climatica, dando un contributo significativo alla sua risoluzione. “L'idea di innovazione, scienza e mondo che lavorano insieme è fondamentale", afferma il fondatore di Microsoft. “Dal punto di vista scientifico e della condivisione dei dati, c’è al momento una grande collaborazione”. Bill Gates ha specificato l’importanza di connettere informazioni differenti a livello globale, condividere scoperte e passi avanti nella ricerca, in modo da plasmare una struttura di progresso comune, un sistema di condivisione che può essere applicato anche gli studi sui cambiamenti climatici.
di Flavio Natale
Fonte: ASVIS
09/06/2020: I risultati dell’indagine ESENER 2019 ora disponibili con visualizzazione interattiva dei dati
ESENER 2019 ha acquisito dati relativi alle modalità di gestione della sicurezza e della salute sul lavoro (SSL), con particolare attenzione per i rischi psicosociali, da parte di imprese di 33 paesi europei.
09/06/2020: Bene Immuni. Se le altre app non hanno valutato i rischi, interverremo
Le piattaforme online hanno troppo potere sui nostri dati. La questione va portata in Europa". E poi: "Il ricorso a sistemi autogestiti e autoprodotti è avvenuto con poche garanzie" Intervista ad Antonello Soro, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali.
08/06/2020: OIRA: la valutazione dei rischi legati alla Covid-19
Il nuovo strumento OiRA fornisce assistenza per la valutazione dei rischi legati alla Covid-19 sul luogo di lavoro
05/06/2020: Esposizione a silice cristallina: pubblicato il Rapporto scientifico 2000-2019
Un quadro aggiornato e dettagliato dell’esposizione occupazionale a silice e a polveri respirabili in Italia
05/06/2020: Come gestire i rifiuti costituiti da mascherine e guanti monouso
Le indicazioni del Ministero della Salute, dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), e del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale.
04/06/2020: PuntoSicuro a Radio Anmil: si parla di ambienti confinati
Venerdì 5 giugno 2020 va in onda una nuova puntata della collaborazione tra PuntoSicuro e Radio Anmil Network. Si parlerà di sicurezza negli ambienti confinati con un’intervista a Paolo De Santis, della Contarp Lazio dell’Inail.
04/06/2020: COVID-19: quali i rischi e come comportarsi in spiaggia
Le indicazioni dell’ISS per i bagnanti e i gestori di stabilimenti
03/06/2020: App Immuni: disponibile dal 1 giugno
La APP è disponibile gratuitamente negli store di Apple e Google
03/06/2020: App Immuni: via libera del Garante privacy
Il Provvedimento di autorizzazione al trattamento dei dati personali effettuato attraverso il Sistema di allerta Covid-19 - App Immuni - 1° giugno 2020
29/05/2020: L'importanza di avere ambienti di lavoro senza fumo
L’emancipazione dei giovani contro la grande industria del tabacco è una strategia per luoghi di lavoro più sani
29/05/2020: Giornata mondiale senza tabacco 2020
Il fumo durante il lockdown, i dati in Italia, il fumo di sigarette nei minori, le sigarette elettroniche e i prodotti senza tabacco.
28/05/2020: La ripresa economica verde e gli errori da non ripetere dopo la Pandemia
Un nuovo studio scritto anche dal premio Nobel Stiglitz identifica una serie di misure di stimolo che potrebbero essere grandi moltiplicatori economici e spostare il mondo verso la traiettoria delle emissioni zero.
28/05/2020: Le misure di sicurezza per chiese e luoghi di culto
Le indicazioni per lo svolgimento delle funzioni religiose nelle chiese e nei luoghi di culto nel rispetto delle misure di sicurezza previste.
27/05/2020: Il video su sorveglianza sanitaria e medico competente
Online il video di INAIL con le indicazioni su una funzione essenziale in azienda, in particolare alla ripresa delle attività produttive: il medico competente.
27/05/2020: Decreto Rilancio: il parere della SIML
Parere della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML) sull’art. 88 del cd “DL Rilancio”
26/05/2020: Fase 2 del Covid: Le linee guida per la ripresa delle attività sportive
Le linee guida per gli allenamenti degli sport di squadra e per l'attività sportiva di base e l'attività motoria in genere durante la fase 2.
26/05/2020: Covid: come gestire una persona sintomatica in azienda?
Online il video di INAIL che spiega come affrontare una delle situazioni più critiche nella fase di ripresa delle attività produttive.
25/05/2020: PuntoSicuro a Radio Anmil: rischio chimico e sicurezza
Martedì 26 maggio 2020 va in onda una nuova puntata della collaborazione tra PuntoSicuro e Radio Anmil Network. Si parlerà di rischio chimico e di sicurezza con un’intervista a Carlo Muscarella del Gruppo Tecnico Interregionale Reach e CLP.
25/05/2020: Esposizione ai fattori di rischio di cancro sul lavoro
La settimana europea contro il cancro , che si tiene tra il 25 e il 31 maggio, richiama l’attenzione sulla prevenzione del cancro, l’accesso alle cure e il supporto per i superstiti.
22/05/2020: Covid-19: oltre 43mila le infezioni di origine professionale denunciate all’Inail
Alla data del 15 maggio un aumento di circa seimila contagi sul lavoro rispetto alla rilevazione del 4 maggio. I casi mortali sono 171 (+42) e circa la metà riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale.
31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41