07/03/2024: Gender gap
L’assurdo divario di genere che umilia il ruolo della donna nella società
E’ noto a tutti come nel nostro Paese le donne incontrino ancora oggi enormi difficoltà nel far valere i propri diritti di eguaglianza nei confronti della componente maschile, sia in campo sociale – politico che sul piano economico – lavorativo.
IL DIVARIO SOCIALE E POLITICO
Ancora oggi le donne italiane detengono un potere sociale e politico del tutto inadeguato e sono ancora molto lontane dagli standard dei Paesi occidentali più avanzati e anche dai livelli dei colleghi italiani nonostante che le donne in Italia siano notoriamente più istruite degli uomini. Nell’anno 2022, il 65,7% delle donne 25-64enni aveva almeno un diploma contro il 60,3% degli uomini e le laureate arrivano al 23,5% rispetto al 17,1% dei maschi. Per le ragazze il voto medio di diploma è 78,3/100 contro 75,2/100 dei ragazzi e il voto medio di laurea è pari a 103,2/110 per le prime e a 101,1/110 per i secondi. Il vantaggio femminile nell’istruzione non si traduce tuttavia in esiti occupazionali migliori rispetto agli uomini: le donne in Italia sono appena il 27% dei dirigenti: un valore molto al di sotto di quello medio europeo pari al 33,9%. Anche nella politica il divario di genere è tutt’altro che risolto. Soltanto nell’attuale legislatura, per la prima volta nella storia, la compagine femminile alla Camera e al Senato ha raggiunto il 33% (200 su 600, esclusi i senatori a vita); tra i consiglieri regionali solo uno su cinque è donna e solo il 14% dei comuni italiani ha eletto un sindaco donna.
Alla base di tutto questo, oltre agli anacronistici pregiudizi di genere, c’è sicuramente il fatto che per molte donne lavorare o dedicarsi ad altre attività sociali e nello stesso tempo formare una famiglia rimangono ancora oggi due percorsi inconciliabili.
IL DIVARIO OCCUPAZIONALE
Anche in campo lavorativo le donne presentano un gap eclatante sia all’interno rispetto agli uomini, che all’esterno rispetto alle lavoratrici del resto d’Europa. I dati ISTAT relativi al terzo trimestre 2023 rivelano che in Italia il tasso di occupazione femminile (15–64 anni) è pari al 52,2%. Tale valore risulta inferiore a quello di tutti gli altri paesi dell’U.E. ed è di 13,7 punti più basso di quello medio europeo che è pari al 65,9%. Le donne italiane sono, inoltre, molto lontane anche dal tasso di occupazione maschile italiano che è pari al 70,9% (un gap di 18,7 punti). Il tasso di disoccupazione è 8,7% per le donne e 6,5% per gli uomini.
IL DIVARIO RETRIBUTIVO E PREVIDENZIALE
Ma, oltre al gap occupazionale, c’è da registrare anche un forte divario in termini di retribuzione tra lavoratori e lavoratrici pari al 6,1% nel 2022: in pratica le donne vengono retribuite mediamente il 6,1% in meno degli uomini .
Inoltre, il gap retributivo influenza anche il versamento dei contributi previdenziali che si riflette a sua vola sugli importi delle pensioni. Il 22^ Rapporto annuale dell’INPS, presentato in Parlamento il 13 settembre 2023, ha evidenziato che il 56% della spesa per trattamenti pensionistici va agli uomini che percepiscono assegni superiori del 36% rispetto a quelli delle donne. In Italia il 52% dei pensionati è rappresentato da donne che però percepiscono solo il 44% dei circa 322 miliardi di euro destinati alla spesa pensionistica. Se si considerano gli importi medi dei trattamenti pensionistici, risulta un vantaggio maschile medio di oltre il 60% (1.430 euro mensili contro 884, nel 2022).
IL DIVARIO IN CAMPO INFORTUNISTICO
Il divario retributivo che penalizza le donne anche sul piano pensionistico, produce effetti negativi anche per quanto riguarda gli indennizzi che l’INAIL corrisponde ai lavoratori colpiti da infortunio o malattia professionale. La rendita vitalizia per inabilità permanente, che spetta ai lavoratori che hanno subito una menomazione di media o alta gravità (16%-100%), è composta da una quota commisurata al solo grado di inabilità (danno biologico) ed una quota legata al grado di inabilità e alla retribuzione percepita dal lavoratore nei dodici mesi precedenti l’evento lesivo (danno patrimoniale). E’ evidente, pertanto, che le rendita percepite dalla donne risulti, a parità di grado di inabilità, di importo inferiore a quello del collega maschio.
Alla data del 31dicembre 2022 la rendita media annua generale risulta pari a 5.118 euro, ma mentre quella maschile ammonta a 5.264 euro quella femminile scende a 4.275, con un differenziale di quasi 1.000 euro l’anno.
Luce Tommasi
Fonte: ANMIL
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01/10/2013: SISTRI al via dal 1° ottobre 2013: la Circolare esplicativa
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26/08/2013: CONVERSIONE DECRETO DEL FARE
In g.u. n. 194 del 20 agosto 2013 è pubblicata la Legge 9 agosto 2013 n. 98: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia.
09/08/2013: "Decreto del fare" e modifiche al decreto 81/2008: approvazione definitiva
La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia
01/08/2013: Prosegue al Senato la discussione per la conversione in legge del DL 69/2013 che contiene le modifiche al decreto 81/2008
In Senato continua la discussione per la conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, il cosiddetto “decreto del fare”.
26/07/2013: La Camera approva il decreto del fare e le modifiche al decreto 81
La Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, nel testo approvato dalle Commissioni.
24/07/2013: Decreto del fare e decreto 81: votata la fiducia sulla conversione in legge
Votata la questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69.
22/07/2013: Decreto del fare: la Camera rinvia in Commissione
Misure urgenti per il rilancio dell’economia: rinvio della camera in Commissione
05/07/2013: Comunicata all’Italia una nuova procedura d’infrazione europea concernente la non corretta attuazione delle misure in materia di sicurezza e salute dei lavoratori
Trasmessa con lettera del 2 luglio 2013 la comunicazione concernente l'avvio della procedura d'infrazione n. 2013/4117 del 26 giugno 2013 per non corretto recepimento della direttiva 89/391/CEE concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro
05/07/2013: Protesta della SIMLII per il ritardo nella emanazione del decreto sull'Allegato 3B
Comunicato di protesta della SIMLII sul ritardo nella emanazione dell'annuciato decreto ministeriale di proroga dei termini di invio e sperimentazione dell'Allegato 3B
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