09/05/2022: Gli impatti ambientali delle microplastiche rilasciate dai tessuti
Il nuovo rapporto dell'Agenzia Europea per l'ambiente sulle microplastiche rilasciate dai tessuti esamina in modo dettagliato gli impatti che queste hanno sull'ambiente
Nel recente rapporto dell'Agenzia Europea per l'ambiente, pubblicato a metà marzo 2022, si evidenziano gli impatti ambientali dovuti alla dispersione di microfibre da prodotti tessili.
Negli ultimi anni sono aumentate le preoccupazioni per gli impatti ambientali e sanitari associati all'inquinamento da microplastiche. Nonostante un certo grado di esposizione cronica alle microplastiche sia purtroppo parte integrante della vita contemporanea, c'è ancora molta incertezza sugli effetti di questi impatti.
Le microplastiche vengono ingerite da tutti i tipi di organismi viventi, dal plancton, ai pesci e ai grandi mammiferi negli ambienti marini e lo stesso avviene agli animali terrestri perfino agli esseri umani. Infatti le microplastiche sono state trovate in un'ampia gamma di alimenti e bevande, inclusi frutti di mare, acqua potabile, birra, sale e zucchero. Oltre all'ingestione, le microplastiche vengono inalate, trattandosi di particelle che sono sospese nell'aria.
Un'altra fonte di preoccupazione sono le sostanze chimiche potenzialmente tossiche che contengono: additivi, monomeri, catalizzatori e sottoprodotti di reazione dalla produzione contenuti nelle plastiche. Questi possono fuoriuscire una volta che le microplastiche sono state rilasciate nell'ambiente; la degradazione e la frammentazione delle particelle potrebbero aumentare ulteriormente il potenziale di lisciviazione delle sostanze chimiche. Secondo quanto riportato dal report dell'Agenzia Europea per l'ambiente, gli alti livelli di esposizione alle microplastiche possono indurre reazioni infiammatorie e tossicità e le microplastiche possono essere vettori per la diffusione di agenti patogeni e microbi.
Tra le fonti di rilascio di microplastiche vi sono anche gli indumenti, che le rilasciano soprattutto durante il lavaggio ma non solo, come mostra la figura sottostante. Le vie di rilascio delle microplastiche prodotte dai tessuti non si limitano ad impattare l'acqua dolce e marina ma anche l'aria e il suolo. Inoltre, come si può vedere sempre dall'immagine che segue, le microplastiche possono essere rilasciate in qualsiasi punto della "catena" tessile: dalla produzione all'uso e cura fino allo smaltimento.
Microfibre in acqua
La contaminazione dell'acqua dolce e degli ambienti marini dovuta alla microplastica è il risultato sia delle emissioni dirette nelle acque superficiali sia del trasporto di particelle attraverso il vento, il deflusso, le acque reflue e lo smaltimento dei rifiuti.
Le microfibre, provenienti da tessuti sintetici, sembrano avere un potenziale maggiore rispetto ad altre fibre ad entrare nella catena alimentare, perché le loro dimensioni e la loro forma consentono di essere facilmente ingerite dagli organismi acquatici e con più facilità rimangono impigliate in grossi coaguli all'interno del tratto intestinale, causando anche dei blocchi.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato uno studio nel 2019 sulla presenza di microplastiche nell'acqua potabile, dove si evidenziava che circa l'84% di 57 campioni di bibite, tè freddo e bevande energetiche contenevano microplastiche.
Microfibre nell'aria
I tessuti rilasciano nell'aria microplastiche, che poi si depositano sul terreno, durante l'uso degli indumenti. Uno studio ha evidenziato che fino al 65% delle microplastiche può essere emesso in ambienti aerei durante l'asciugatura e l'uso degli indumenti.
Sebbene le concentrazioni rimangano poco chiare, è stato dimostrato che le microplastiche sono presenti sia nell'ambiente esterno che nell'aria interna, nei luoghi dove viviamo e lavoriamo e le microfibre rilasciate dai tessuti sembrano essere quelle predominanti. È probabile che i livelli più alti di concentrazione si trovino all'interno, poiché alcuni studi indicano grandi quantità di microfibre depositate sulle superfici domestiche, dovute non solo agli indumenti ma anche alla presenza di tessuti per la casa.
Microfibre nel suolo
Le microplastiche sono state rilevate anche negli ecosistemi terrestri. Molte sono le strade che possono portare le microplastiche a finire nel suolo. Infatti le microplastiche aerodisperse si depositano su strade e marciapiedi, il deflusso le trasporta ai bordi delle vie e nelle fogne, da qui negli impianti di trattamento delle acque reflue per poi finire nei fanghi di depurazione utilizzati come fertilizzanti nei campi.
I rifiuti tessili gettati per terra, pensiamo ad esempio mascherine monouso, corde, teloni e indumenti smarriti, o gestiti in modo non corretto nelle discariche, possono degradarsi e dare luogo a microfibre che fuoriescono, depositandosi nel suolo.
Questi sono tutti importanti percorsi di esposizione alla microplastica e si presume che organismi come i lombrichi abbiano la capacità di trasportare quantità significative di microplastica dalla superficie del suolo agli strati più profondi.
Per trovare soluzioni al questo problema, è necessario ampliare ulteriormente la conoscenza delle microfibre rilasciate dai tessuti,
- sviluppando metodi e metriche di campionamento standardizzate per l'identificazione e la quantificazione di micro e nanofibre in campioni ambientali e metodi di ricerca standardizzati per studiare lo spargimento risultante dalla produzione tessile, dall'usura, dal lavaggio e dal trattamento dei rifiuti
- facendo ricerca sui processi di produzione innovativi e le tecnologie di trattamento dei rifiuti che prevengano, riducano e catturino le microplastiche lungo tutto il ciclo di vita dei tessuti
- studiando la diffusione ambientale delle microfibre e la contaminazione nell'aria e nel suolo, l'ecotossicità e gli effetti sulla salute delle microfibre, in particolare dall'accumulo nella catena alimentare, gli effetti cronici a lungo termine e gli effetti dei prodotti chimici tessili rilasciati dalle microplastiche
- promuovendo il consumo sostenibile dei tessili, compresi i comportamenti di acquisto e di utilizzo sostenibili, come le abitudini di lavaggio e la gestione del fine vita degli indumenti.
La strategia dell'UE sui tessili sostenibili sarà importante anche per facilitare il passaggio alla sostenibilità della produzione, uso e smaltimeto dei materiali tessili. In attesa, è auspicabile un graduale allontanamento dal fast fashion, che comporta un utilizzo sempre minore degli indumenti acquistati ed una produzione sempre più elevata di rifiuti tessili sempre più di scarsa qualità.
Per approdare ad una maggiore sostenibilità del comparto tessile, sarà d'aiuto anche il piano d'azione dell'UE per l'economia circolare, che prende in considerazione le microplastiche, sottolineanodo la necessità di affrontare il tema del rilascio involontario di microplastiche mediante etichettatura e standardizzazione ma anche armonizzando i metodi di misurazione.
Microplastics from textiles: towards a circular economy for textiles in Europe
Fonte: ARPAT
23/09/2019: Sicurezza nelle scuole, nel 2018 denunciati oltre 77mila infortuni di studenti
Quasi tutti gli incidenti hanno avuto conseguenze lievi, senza riconoscimento di un grado di menomazione
20/09/2019: Incentivi alle imprese: ridurre il rischio rumore nella lavorazione del vetro
Il quarto episodio della campagna informativa #storiediprevenzione, basata su interviste ai beneficiari dei finanziamenti Isi
19/09/2019: Lavori sotto tensione: adottato l'elenco dei soggetti abilitati e formatori
Pubblicato il Decreto direttoriale n. 58 del 18 settembre 2019
18/09/2019: I vincitori del Premio per le buone pratiche nell’ambito della campagna «Ambienti di lavoro sani e sicuri»
Sei organizzazioni sono state premiate e quattro sono state encomiate
17/09/2019: E’ ancora la morte a spezzare la catena della solidarietà umana
16/09/2019: Spunti di conversazione per le discussioni sul luogo di lavoro sui disturbi muscolo-scheletrici
Gli scenari illustrati sono stati ideati per i lavoratori le cui mansioni possono essere causa di disturbi muscolo-scheletrici
13/09/2019: T4DATA: un manuale disponibile gratuitamente per gli RPD dei soggetti pubblici
Il vademecum in inglese utile anche per tutti i soggetti impegnati nell'applicazione del Regolamento Ue 2016/679
12/09/2019: Strage in agricoltura confermata: oggi altri 4 morti
Una giornata di grave lutto per l’ennesimo incidente che insanguina la lunga lista dei morti sul lavoro
12/09/2019: ESENER: una panoramica della gestione della SSL in Europa
In che modo viene affrontato il tema della salute e della sicurezza?
11/09/2019: FGAS: attivato il portale per il rilascio delle credenziali per la comunicazione degli interventi
In attuazione del Regolamento FGAS, a partire dal 10 settembre i soggetti obbligati alla comunicazione degli interventi possono richiedere le credenziali per l'accesso alla Banca Dati FGAS e l'invio della comunicazione.
10/09/2019: Imprese e territori resilienti
La partnership tra Confindustria e Protezione Civile
09/09/2019: L’ISS pubblica una rassegna delle evidenze scientifiche su esposizione e tumori
Pubblicato il Rapporto ISTISAN Esposizione a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche
05/09/2019: Gli infortuni e la prevenzione nel settore dei trasporti
Un focus di Dati Inail
04/09/2019: Il costo degli infortuni e delle malattie professionali in Europa
Pubblicata una relazione con i risultati della seconda fase del progetto dell’EU-OSHA per la stima dei i costi degli incidenti, delle malattie e dei decessi professionali a livello europeo.
03/09/2019: Convegno sulla salute e sicurezza in presenza di sostanze pericolose
Il contributo di ingegneri e psicologi in una prospettiva di collaborazione interdisciplinare
02/09/2019: Emergent risks in industry 4.0
si terrà a Roma il 25 novembre il seminario INAIL: Emergent risks in industry 4.0: innovative approaches for safety and security
30/08/2019: Lo spirito che anima un Corpo che non conosce limiti di impegno.
Intervista all’Ingegner Alessandro Paola, Vice Direttore Centrale dell’Emergenza dei Vigili del Fuoco
29/08/2019: I finanziamenti Inail per ridurre il rischio di movimentazione dei carichi nelle attività di imballaggio
Online la video-storia di un’azienda che realizza prodotti per il confezionamento di generi alimentari. Utilizzando i contributi del bando Isi dell’Istituto, è stato acquistato un macchinario più evoluto, con vantaggi per la salute degli addetti alle operazioni e per l’ambiente di lavoro.
28/08/2019: Modelli di Organizzazione e Gestione della Salute e Sicurezza sul lavoro: pubblicata la norma UNI 11751-1 per il settore edile
La disposizione definisce criteri, strumenti e metodologie per il processo di asseverazione della bontà dei modelli da parte degli Organismi Paritetici, in attuazione del d.lgs. 81 del 2008
27/08/2019: Gdpr: le prescrizioni del Garante per poter trattare categorie particolari di dati
Il provvedimento recante le prescrizioni relative al trattamento di categorie particolari di dati, ai sensi dell’art. 21, comma 1 del d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101
45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55