Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

06/12/2018: Il difficile cammino del giornalista d'inchiesta.

Intervista a Marco Menduni, l'inviato che ha vinto il premio giornalistico Di Donato andando sui luoghi del lavoro che uccide.

È Marco Menduni il giornalista che si è classificato al primo posto, nella sezione "carta stampata", del Premio intitolato a Pietro Di Donato, promosso per la VII edizione dal Comune di Taranta Peligna, per volontà dell'amministrazione comunale presieduta dal Sindaco Marcello Di Martino, in collaborazione con l'ANMIL, l'ANCI, l'ENEL, la Regione Abruzzo, la Confederazione Italiana Agricoltori, la Federazione Stampa Italiana e l'INAIL Direzione Regionale Abruzzo. Il suo servizio ampio e articolato, intitolato "Muratore, magazziniere, contadino: i lavori pericolosi", è stato pubblicato su "La Stampa" il 12 marzo scorso, centrando in pieno l'obiettivo dell'iniziativa che vuole avvicinare l'informazione, e in particolare il giornalismo d'inchiesta, al tema della sicurezza sul lavoro. Una la finalità, per riprendere le parole del presidente dell'ANMIL, Franco Bettoni: "Stimolare nell'opinione pubblica una riflessione che, il più delle volte, viene risvegliata soltanto da drammatici fatti di cronaca".

Con Marco parlo al telefono, a poche ore dalla premiazione, mentre è in viaggio per Taranta Peligna per concordare l'intervista che segue. Ancora non sa di essere arrivato primo, ma vuole partecipare all'evento conclusivo del Premio perché "essere là dove le cose avvengono" è la prima regola che si è dato nel suo lavoro. E lui, il giorno dopo a premiazione avvenuta, quando lo richiamo, è ancora in viaggio, ma questa volta in direzione di Genova, in quanto lavora al Secolo XIX. 

 

- Che cosa hai provato quando hai saputo che la tua inchiesta aveva vinto il primo premio? 

Io l'ho saputo nel momento in cui sono stato premiato perché i promotori sono stati bravi a non dire nulla fino alla premiazione. Avevo già avuto qualche altro riconoscimento giornalistico nella mia vita, ma questo è uno dei più nobili. Mi ha fatto piacere innanzitutto partecipare e naturalmente è stato importante vincere. Ho anche apprezzato il fatto di vedere che ci sono persone che si interessano al nostro lavoro giornalistico. Lo stesso convegno che ha preceduto la premiazione è stato di altissimo livello. Bisogna battere, battere, battere su questi temi, anche con la pressione dei media, per poter arrivare ad incidenti zero. Anche il mio lavoro può essere a rischio. Io stesso, qualche volta, mi sono trovato in situazioni di pericolo perché non faccio il giornalista da scrivania. Io sui posti ci vado. Ho perso una macchina in un'alluvione e non mi fermo di fronte ad una tragedia naturale o ad una manifestazione popolare violenta. E forse è anche per questo che ho scelto di affrontare certi argomenti. 

 

- Perché hai deciso di partecipare a questo premio? È la prima volta? 

È la prima volta che partecipo e ho preso questa decisione perché ritenevo di avere realizzato una buona inchiesta. Insomma ci credevo molto perché ero convinto che fosse uno dei miei lavori più belli e perché l'ho fatto veramente con il cuore. Anche il tema era azzeccato, in linea con la finalità del Premio Di Donato. Per realizzare l'inchiesta ci ho messo tempo, sono andato in giro, ho raccolto dati e testimonianze e non è stato facile fare un servizio del genere sul campo. Posso però dire che, alla fine, questo premio mi è sembrato nobile e onesto. Il fatto di averci creduto ha confermato tutte le mie aspettative. 

 

- Dunque hai voluto realizzare le interviste parlando personalmente con gli intervistati e non al telefono. È stato difficile ottenere risposte? 

Sì, è stato molto difficile anche se, facendo l'inviato da molti anni, ero partito con la convinzione che avrei trovato delle difficoltà. E così è stato. Purtroppo mi rendo conto che dove si lavora, dove ci sono attività rischiose e dove c'è un'alta percentuale di pericolo, esiste una grande difficoltà a parlare con i lavoratori e io, in qualche caso, mi sono fatto aiutare dai sindacati. Tutti infatti avevano timore di esporsi e di avere problemi o ritorsioni. Viviamo una situazione lavorativa, in Italia, in cui chi ha un'occupazione se la tiene stretta. Il timore dei lavoratori a parlare l'ho sentito con le mie orecchie e l'ho visto con i miei occhi. Per un inviato è davvero difficile raccogliere testimonianze. 

 

- Perché ti sei avvicinato ai problemi del mondo del lavoro e in particolare al tema della sicurezza? 

Non è una novità per me. Ho sempre seguito con passione il mondo del lavoro. Io provengo da Genova, una città che ha un forte passato industriale. Ho raccontato vicende legate soprattutto al mondo portuale, che è stato esposto a grandi rischi, anche se da alcuni anni la situazione è migliorata. A Genova la cultura del lavoro è particolarmente sentita e io stesso, per la mia personale inclinazione, nutro per il mondo del lavoro grande interesse. Come inviato ho seguito tante vicende, dalle tragedie naturali alla cronaca nera. Ma la tristezza più grande è quella che mi lascia il fatto che ci sia qualcuno che rimanga vittima di un incidente sul lavoro, sia che perda la vita, sia che resti menomato. Non posso pensare che ciò possa accadere ad una persona che sta facendo il suo dovere per guadagnare la giornata per sè e per la sua famiglia allo scopo di vivere in maniera decente. La cosa mi colpisce perché non si può dare la colpa ad una tragedia naturale o ad una dinamica che può portare, per esempio, ad un omicidio. Qui provo tristezza nel constatare che una persona che stava lavorando, magari con passione e onestà, sia stata vittima di una serie di circostanze che tante volte si sarebbero potute evitare, semplicemente con maggiore accortezza o applicando criteri più sicuri. 

 

- Credi che il ruolo dell’inviato che si sporca le scarpe dia un valore aggiunto al lavoro di un cronista?

Assolutamente sì. Dipende da come lo fai. Io, per tutta la mia vita, ho sempre pensato che l'unico modo per raccontare bene le cose sia, come dici tu, sporcarsi le scarpe. A me le cose fatte per telefono, a distanza, non piacciono. Tutte le volte che ho dovuto seguire un evento sono andato con le mie gambe a vedere che cosa succedeva, a raccogliere informazioni precise, a raccontare in maniera più onesta possibile quello che mi passava davanti. Ho seguito tante vicende che hanno colpito anche la mia città. A Genova c'è stata la grandissima tragedia del ponte crollato e, dall'agosto scorso, mi sono trovato a raccontarla. L'idea da cui sono partito, quando ho deciso di fare l'inchiesta che ho presentato al Premio Di Donato, è stato un servizio - realizzato un paio di anni fa a Carrara - dove era accaduto un grave incidente, in un cantiere di marmo, in cui avevano perso la vita due operai. Un altro, che era sopravvissuto, era rimasto legato ad una fune per ore, sospeso nel vuoto, prima di essere salvato. Immagini che ci mettono davanti alla grandezza di una tragedia sul lavoro. Non è facile parlare con le persone, anche nella zona di Carrara, perché quello è il loro lavoro da secoli e nessuno parla volentieri dei rischi che corre tutti i giorni. 

 

- I dati che riporti a corredo della tua inchiesta sono agghiaccianti. In base alle testimonianze che hai raccolto, quali sono gli indici di rischio di maggiore rilievo? 

Uno dei lavori in cui si muore di più è quello nei campi, a bordo delle macchine agricole. Anche l'edilizia è una disperazione perché è veramente difficile trovare cantieri perfettamente in regola. Nella mia inchiesta, ho parlato inoltre delle persone che lavorano nei cantieri autostradali e che corrono grandi rischi dovuti per lo più agli appalti a cui le grosse società si affidano. Ho anche parlato con un autostrasportatore di sostanza pericolose che mi ha spiegato che, a fronte dei corsi di formazione che vengono effettuati nelle aziende più organizzate e nonostante le accortezze che sono messe in pratica, si incontrano grandi difficoltà sulle strade, a cominciare dalle pessime condizioni in cui versano nel nostro paese. E poi, tra gli indici di rischio, c'è anche il fattore tempo, cioè la rapidità con cui si deve realizzare un lavoro, soprattutto in edilizia. Ho parlato con alcuni operai che mi hanno raccontato che la velocità di esecuzione, che viene pretesa, non sempre consente di seguire in modo scrupoloso tutte le norme antinfortunistiche.

 

- Che cosa occorre fare, a tuo parere, per invertire la tendenza e per dare maggiori garanzie non solo per la salute dei lavoratori, ma anche per il bene del Paese? 

Non voglio sovrastimare il lavoro di noi giornalisti, ma credo che sia importante parlare molto di questo tema. E per farlo è fondamentale la partecipazione di tutti. Un'amica mi ha raccontato di avere chiesto ad un responsabile di un cantiere perché gli operai stessero lavorando in una situazione totalmente insicura. Un'altra cosa che occorre  assolutamente fare è coinvolgere i responsabili dell'INAIL. E ancora bisognerebbe incrementare il numero degli ispettori del lavoro, sia all'interno delle Asl che dei Carabinieri. A quanto ho capito, manca in Italia il coordinamento tra le varie forze che devono investigare sulla sicurezza del lavoro. Non so se un'agenzia o un corpo unico potrebbe sortire migliori effetti. In Italia si agisce in maniera dispersiva e, anche se le leggi ci sono, a volte non si riescono a fare i controlli in maniera mirata. 

 

- La Stampa, per cui lavori, si è sempre dimostrata sensibile ai temi sociali. Leggo a lato della tua inchiesta un messaggio per i lettori: "Assieme all'Italia che funziona c'è anche un'Italia che non va. Segnalateci tutto ciò su cui a vostro avviso vale la pena di indagare scrivendo a inchieste@lastampa.it". È una modalità che funziona? 

Funziona. Una foto che mi è stata mandata, e che ho pubblicato sul mio giornale, mostrava una persona che, nel pieno centro di Genova, stava lavorando in maniera pericolosissima su una impalcatura, al sesto piano di uno stabile e senza alcun tipo di protezione: né il caschetto, né l'imbragatura, né le scarpe antinfortunistiche. Sarebbe bastato un capogiro, o un colpo di vento, e ci saremmo trovati a raccontare  un'altra tragedia.  

 

- Che cosa ritieni colpisca maggiormente i lettori? 

Nella mia vita ho sempre realizzato inchieste ed è questa la modalità che caratterizza il mio lavoro. Credo che sia un impegno importante, anche se non è sempre facile perché richiede tempo e disponibilità, oltre al sostegno da parte del direttore e dell'editore. Le tragedie vanno raccontate - l'ho detto anche in occasione della premiazione sul palco di Taranta Peligna - ma capita spesso che, dopo una dramma, si parli di quanto è accaduto per uno, due, tre giorni e poi lo si metta nel dimenticatoio. Ritengo che occorra promuovere una cultura diversa. E non lo dico per difendere quello che faccio, ma bisogna parlare degli incidenti sul lavoro in maniera sistematica e non sull'emozione del momento. Quando ho fatto la mia inchiesta sui lavori più pericolosi, mi sono reso conto, navigando in rete, che esistono elenchi infiniti di tragedie, ma pochissimi approfondimenti su queste tematiche. 

 

- Hai qualche suggerimento per la prossima edizione del Premio?

Magari facciamolo d'estate. Taranta Peligna è un posto delizioso, ma è difficile da raggiungere soprattutto durante la stagione invernale. Con questo non voglio dire di cambiare la sede del Premio, ma - se mi posso permettere - farei una replica della premiazione a Roma perché è più facile da raggiungere, non solo da chi viene premiato, ma anche dai giornalisti specializzati che potrebbero dare maggiore risalto all'iniziativa e agli argomenti di cui si occupa.

 

Fonte: ANMIL

 


23/11/2022: Salute e sicurezza, il report dei controlli dei primi 9 mesi dell’anno

L'Ispettorato Nazionale del Lavoro rende noti i risultati dell'attività di vigilanza messa in campo dal 1 gennaio al 30 settembre 2022 su input della Direzione Centrale per la tutela, la vigilanza e la sicurezza del lavoro.


21/11/2022: Aifos con l'Italian Summit HSE per consegnare al Governo 3 proposte di lavoro

L'iniziativa troverà spazio all'interno della fiera Ambiente Lavoro di Bologna giovedì 24 novembre. Presente il sottosegretario al Lavoro sen. Claudio Durigon


18/11/2022: Ambiente, salute, sicurezza e lavoro nelle grandi transizioni

Ad Ambiente Lavoro 2022 a Bologna avrà luogo il 24 novembre 2022 un convegno per affrontare le sfide delle grandi transizioni ecologiche e digitali.


16/11/2022: Il nuovo elenco per i soggetti abilitati ai lavori sotto tensione

Adottato dal Ministero del Lavoro il nuovo elenco dei soggetti abilitati per l’effettuazione dei lavori sotto tensione e dei soggetti formatori.


14/11/2022: Un incontro sui risultati della campagna europea “Alleggeriamo il carico!”

Il 14 e 15 novembre 2022 si tiene un incontro europeo, trasmesso anche in streaming, per discutere i risultati della campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri. Alleggeriamo il carico!”.


11/11/2022: Un fondo per sostenere la ricerca e l’innovazione in materia di sicurezza

Pubblicato il bando Bit di Inail e Artes 4.0: alle imprese due milioni di euro per la realizzazione di progetti di ricerca e sviluppo sperimentale sui temi della salute e sicurezza sul lavoro. Si possono presentare le domande fino al 16 gennaio 2023.


09/11/2022: Ambiente Lavoro: le iniziative su spazi confinati e primo soccorso aziendale

Alcune delle iniziative previste ad Ambiente Lavoro 2022 a Bologna su Spazi Confinati e Primo Soccorso Aziendale. Gli incontri e i workshop.


07/11/2022: COVID-19: prorogato l’uso dei DPI nel settore sanitario

Un’ordinanza del Ministro della Salute proroga fino al 31 dicembre 2022 l'obbligo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie nel settore sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale.


04/11/2022: Ad Assisi la prima edizione del forum per la sostenibilità

Ad Assisi il 2 e 3 dicembre 2022 l’associazione ACSO promuove la prima edizione del Forum per la Sostenibilità, un evento mirato a diffondere la “Cultura della Sostenibilità”.


02/11/2022: Infortuni e malattie professionali: i dati Inail dei primi nove mesi del 2022

Online gli open data Inail dei primi nove mesi del 2022: le denunce di infortunio sul lavoro sono state 536.002 (+35,2%), 790 delle quali con esito mortale (-13,2%). In aumento le patologie di origine professionale (+8,6%).


27/10/2022: Seminario gratuito: “Sicurezza e applicazioni biotecnologiche”

L’evento rappresenta un’occasione per una panoramica sugli aggiornamenti normativi più rilevanti in tema di Biotecnologie e sull’attività di ricerca che il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche Inail svolge in collaborazione con Università ed Enti di Ricerca


24/10/2022: E' la Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro!

Centinaia di eventi, iniziative e promozioni sulla prevenzione dei DMS per alleggerire il carico


21/10/2022: Il vincitore del premio cinematografico sui luoghi di lavoro sani 2022

"The Beach of Enchaquirados" (Ecuador, 2021) ci mostra come le persone LGBTI possono essere accettate in una remota comunità di pescatori.


19/10/2022: Convegno sull'asseverazione dell'efficace attuazione dei MOG-SSL

Si svolgerà il 26 ottobre il convegno gratuito “Asseverazione dell'efficace attuazione dei MOG-SSL da parte di aziende del settore terziario”


18/10/2022: Università “Sìcura”: l’Alma Mater in campo per la sicurezza sul lavoro

L'università di Bologna, in occasione della settimana europea sulla sicurezza sul lavoro, ha organizzato una serie di eventi, dal 24 al 28 ottobre


17/10/2022: Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro

Si svolgerà dal 24 al 28 ottobre e sarà l’ultima settimana europea dell’attuale campagna «Ambienti di lavoro sani e sicuri. Alleggeriamo il carico!».


14/10/2022: Esaminare lo stress lavoro-correlato e i DMS

Dal sobbarcarsi un carico di lavoro pesante al dolore alla spalla


13/10/2022: Un protocollo per la sicurezza nei cantieri stradali

Sottoscritto un protocollo tra Inail e Autostrade per l’Italia


11/10/2022: Nuova proposta legislativa per proteggere i lavoratori europei dall’amianto

Una proposta legislativa della Commissione europea sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione all’amianto durante il lavoro


10/10/2022: ANMIL ha celebrato la 72ª edizione della Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro

La Giornata principale quest’anno si è svolta a Fiume Veneto (PN)


11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21