22/04/2020: Inquinamento e Coronavirus
Gli effetti sull'inquinamento del blocco per il Coronavirus e gli studi sulle connessioni far questo e l'inquinamento
Il prolungato blocco che sta interessando il nostro Paese, così come tutto il Mondo, con la fortissima riduzione degli spostamenti ed il fermo di molte attività produttive, sta incidendo sulle emissioni inquinanti sia in atmosfera che sul rumore. Sono già disponibili molte informazioni sull'argomento.
D'altra parte incominciano ad essere disponibili vari contributi scientifici che analizzano le possibili correlazioni fra la diffusione del CoViD-19 e l'inquinamento atmosferico.
Gli effetti sull'inquinamento del blocco per l'emergenza Coronavirus
Già a metà marzo le rilevazioni fatte dal sistema di rilevazione satellitare del progetto europeo Copernicus hanno segnalato una riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera nella Pianura padana, a seguito delle limitazioni agli spostamenti motorizzati in Lombardia e nelle altre regioni del nord Italia più interessate dall'epidemia.
Ispra ed alcune ARPA hanno poi analizzato i dati satellitari incrociandoli con quelli delle reti di monitoraggio della qualità dell'aria, proponendo un'analisi della situazione nel bacino padano e poi in dettaglio per le diverse regioni: Campania, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, Valle d'Aosta.
Considerato che le fonti emissive dei principali inquinanti monitorati (particolato PM10 e PM2,5 e biossido di azoto NO2) sono il frutto della combustione dei motori dei veicoli, degli impianti di riscaldamento e delle attività industriali, i primi segnali sono stati parziali, ma progressivamente più marcati con l'estendersi delle misure che hanno drasticamente ridotto la mobilità e le attività produttive. Ormai, con l'inoltrarsi nella stagione primaverile, anche quelle derivanti dagli impianti di riscaldamento stanno diminuendo e quindi nelle prossime settimane è presumibile che questa complessiva riduzione di inquinamento atmosferico sia ancora più marcata.
Per ora, riguardo invece alla riduzione dell'inquinamento acustico, è disponibile solo un'analisi effettuata da Arpa Piemonte nell'area torinese.
Grazie all'Agenzia europea per l'ambiente che ha tempestivamente messo a disposizione un apposito visualizzatore dei dati relativi agli inquinanti sopra citati, monitorati dalle agenzie ambientali in tutto il Continente, con le informazioni relative a tutte le città europee (comprese quelle italiane) sarà facilmente possibile continuare a verificare l'andamento della qualità dell'aria nei prossimi periodi.
Connessioni fra la diffusione del Coronavirus e l'inquinamento atmosferico
Un aspetto più complesso e controverso, che certamente necessita di approfondimenti scientifici che richiederanno tempo, è quello che mette in relazione la diffusione del Coronavirus con livelli elevati di inquinamento atmosferico.
In generale, va comunque premesso che è ampiamente accertato che vi è una incidenza importante di livelli elevati di inquinamento atmosferico sulla salute umana, come indica anche l'ultimo report disponibile sul tema dell'Agenzia europea per l'ambiente, che solo a causa dei livelli elevati di PM2,5 stima un numero di circa 374.000 morti premature nell'Unione Europea nel 2016. Fra l'altro segnaliamo uno studio recente di alcuni studiosi, verificato dal Forum of International Respiratory Societies’ Environmental Committee, secondo il quale, appunto, l'esposizione prolungata all'inquinamento atmosferico produce danni a vari organi umani.
Sono già disponibili contributi ed articoli scientifici sull'argomento specifico del rapporto fra inquinamento e diffusione del CoViD-19, affrontato da vari punti di vista, sui quali cerchiamo di proporre un panorama il più possibile completo allo stato dell'arte.
Per quanto riguarda l'Italia una presa di posizione di alcuni ricercatori, che fanno riferimento alla Società italiana di medicina ambientale, ha inizialmente avuto una larga eco sui media. Nel documento si osserva che "il particolato atmosferico funziona da carrier, ovvero da vettore di trasporto, per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus", ipotizzando quindi che ci possa essere una correlazione fra la più ampia diffusione del Coronavirus e l'esistenza di livelli di particolato elevati, come quelli registrati nel bacino padano.
Su questo aspetto si è espressa anche un'altra associazione di ricercatori e studiosi del settore, la Società Italiana di Aereosol, che ha diffuso un documento sull'argomento, nel quale si sottolinea come al momento sulla interazione tra livelli di inquinamento da PM e la diffusione del COVID-19 le conoscenze sono ancora molto limitate e ciò impone di utilizzare la massima cautela nell’interpretazione dei dati disponibili. "Il periodo di monitoraggio disponibile per l’indagine epidemiologica è ancora troppo limitato per trarre conclusioni scientificamente solide in relazione ai moltissimi fattori che influenzano il tasso di crescita del contagio."
Su questi stessi aspetti è poi uscito un importante documento della Rete Italiana Ambiente e Salute, della quale fanno parte esperti del Sistema Sanitario Nazionale e del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, che fa il punto sulle conoscenze attualmente disponibili. Secondo questo documento, "Gli studi fino ad oggi suggeriscono che il virus che causa COVID-19 viene trasmesso principalmente attraverso le goccioline respiratorie (droplets) di persona infetta a distanza ravvicinata a seguito di un colpo di tosse o di uno starnuto o la semplice parola; più raro il contagio attraverso le superfici infette. Vi sono anche alcune indicazioni che suggeriscono che il virus nell’aerosol di un ambiente chiuso possa essere ancora infettivo. Si è infine ipotizzato che il particolato atmosferico possa essere un supporto (carrier) per la diffusione del virus per via aerea, ma questa ultima ipotesi non sembra avere alcuna plausibilità biologica. Infatti, pur riconoscendo al PM la capacità di veicolare particelle biologiche (batteri, spore, pollini, virus, funghi, alghe, frammenti vegetali), appare implausibile che i Coronavirus possano mantenere intatte le loro caratteristiche morfologiche e le loro proprietà infettive anche dopo una permanenza più o meno prolungata nell’ambiente outdoor. Temperatura, essiccamento e UV danneggiano infatti l’involucro del virus e quindi la sua capacità di infettare."
Su questi aspetti sono intervenuti anche i ricercatori dell'Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, ISAC-CNR sulla rivista scientifica Atmosphere.
Il tema è affrontato, da un altro punto di vista, anche da alcuni ricercatori italiani dell'Università di Siena e di quella di Aarhus in Danimarca, secondo i quali le persone che vivono in un'area con alti livelli di inquinanti sono più inclini a sviluppare problemi respiratori cronici e adatti a recepire qualsiasi agente infettivo. Inoltre, un'esposizione prolungata all'inquinamento atmosferico - secondo il loro lavoro - porta a uno stimolo infiammatorio cronico, anche in soggetti giovani e sani. Concludono, quindi, che l'elevato livello di inquinamento nell'Italia settentrionale dovrebbe essere considerato un ulteriore cofattore dell'alto livello di mortalità registrato in quella zona per il Coronavirus.
Osservazioni sostanzialmente convergenti con quelle che emergono da una ricerca della Università di Catania su dati Istat, Istituto superiore della Sanità e altre agenzie europee. Secondo la ricerca 'Strategies to mitigate the Covid-19 pandemic risk', le regioni più colpite dal virus sono anche le stesse regioni che solitamente subiscono il maggiore impatto (in termini di casi gravi e decessi) anche per le influenze stagionali.
Infine, per l'Italia, uno studio di ricercatori del dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell’Università Statale di Milano,analizza a scala globale le relazioni tra incremento dei casi di COVID-19 e condizioni climatiche.
Sul tema dell'influenza della situazione meteorologica e dell'inquinamento atmosferico segnaliamo anche uno studio di ricercatori cinesi effettuato nel loro Paese all'epoca della diffusione della SARS.
Uscendo dal nostro Paese, alcuni ricercatori dell'università americana di Harvard, fra cui anche una italiana, ha effettuato una analisi statistica riguardo alla possibile correlazione fra esposizione all'inquinamento atmosferico e mortalità per il CoViD-19 negli Stati Uniti, concludendo che vi sarebbe una correlazione significativa fra eposizione prolungata nel tempo a livelli elevati di PM2,5 e mortalità causata dal Coronavirus.
Sicuramente questa sintetica rassegna non esaurisce tutti gli studi che la comunità scientifica sta mettendo a disposizione sul CoViD-19 in generale e su questi aspetti in particolare. Si tratta di una situazione in continuo divenire.
Un modo per tenersi aggiornati è consultare la piattaforma che OpenAIRE - l’infrastruttura della Commissione Europea per l’Open Access di cui il Cnr è coordinatore tecnologico - sta realizzando, uno Scientific Gateway dove raccogliere in modo automatico tutti i prodotti della ricerca relativi a Covid-19 e Sars-CoV-2.
Fonte: ARPAT
16/02/2016: Come compilare il modello OT24 da presentare entro il 29 febbraio 2016
Pubblicata la Guida alla compilazione del nuovo modello OT24 per ottenere la riduzione del tasso medio di tariffa: la novità della documentazione probante.
15/02/2016: E' incidente stradale in itinere, anche se in bicicletta
Una recente norma della legge 221/2015
15/02/2016: Sanatoria per i Medici competenti cancellati dall'elenco
Pubblicato il decreto che consente ai medici competenti esclusi dall'elenco di completare la formazione ed essere reintegrati
12/02/2016: Gli infortuni sul lavoro e il Sistema Infor.MO
Gli Atti del Convegno “Gli infortuni sul lavoro e il Sistema Infor.MO: analisi delle cause e interventi di prevenzione”
12/02/2016: Quanti droni illegali!
Il 92 % dei droni testati non rispetta la direttiva afferente alle interferenze nelle reti di comunicazione.
11/02/2016: Il GPS funziona troppo bene!
Lo stato dell’arte sul sistema GPS
11/02/2016: ClaRaf 3.0: aggiornato il database VVF
Una nuova versione del database compatibile con il nuovo Codice di Prevenzione Incendi
10/02/2016: Nuovo accordo per i RLS del Settore del Credito
Novità rilevanti che integrano quanto previsto dagli obblighi dettati dal d.lgs. 81/2008.
10/02/2016: Progetto di mappatura dell’amianto nelle scuole
Controllo e gestione del rischio per il personale scolastico e per gli stessi studenti
09/02/2016: Precisazioni su D.Lgs. 81/2008 riferito ai Carri ponte – impianti di sollevamento – verifiche ingegnere esperto
Circolare CNPI chiarisce alcuni dubbi sull’interpretazione della norma UNI ISO 9927-1
09/02/2016: Accordo per la sicurezza dei lavoratori nel comparto dell'eolico
Sottoscritto Accordo quadro di collaborazione tra Inail e ANEV - Associazione Nazionale Energia del Vento
08/02/2016: Agricoltura sicura: un convegno il 18 febbraio
Utilizzo in sicurezza delle attrezzature manuali nel settore agricolo, forestale e manutenzione del verde
08/02/2016: Medico competente: invio dati entro il 31 marzo
Si avvicina la scadenza per l'invio dell'allegato 3B. Manuale e faq.
05/02/2016: La Medicina del Lavoro Zozza
Due argomenti che fanno scalpore tra i lavoratori.
04/02/2016: Furti d’arte a Fiumicino
La polizia ha recentemente fatto luce su una serie di furti, che coinvolgevano opere d’arte, avvenuti all’aeroporto di Fiumicino. Ecco le modalità della operative della banda.
03/02/2016: Accordo sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro
Il testo dell'intesa siglata da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria
02/02/2016: Sostanze chimiche - ambiente e salute
I bollettini d'informazione sulle Sostanze Chimiche del Ministero dell’Ambiente
01/02/2016: PAF: Aggiornate banche dati ottiche e cem
Inserite nove differenti tipologie di saldatrici ad arco
01/02/2016: Firmato il Decreto sui componenti della Commissione consultiva
Individuazione delle modalità e dei termini per la designazione e l'individuazione dei componenti della Commissione consultiva permanente
29/01/2016: Sicurezza informatica e infrastrutture critiche
Disponibile una bozza di norma afferente alla sicurezza informatica delle infrastrutture critiche
88.5 89.5 90.5 91.5 92.5 93.5 94.5 95.5 96.5 97.5 98.5