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07/04/2016: ISIS o Daesh?

Ia differenza tra queste due espressioni, che non è solo formale, ma anche sostanziale. Di Adalberto Biasiotti.

 Cominciamo ad analizzare il significato di questi acronimi.
ISIL e la sua variante ISIS sono acronimi di “Islamic State of Iraq and the Levant”, oppure “Islamic State of Iraq and Syria”, è questa la traduzione inglese dell’espressione araba  Al Dawla Al Islamiya fi al Iraq wa al Sham, il nome che il gruppo terroristico si è dato dal 2013 al 2014 .
”Daesh” è invece l’adattamento di DAIISH, cioè l’acronimo tratto direttamente dall’arabo Al Dawla Al Islamiya fi al Iraq wa al Sham (داعش).
L’atteggiamento del negoziatore Onu è condiviso anche dal segretario di Stato americano Kerry e dal presidente francese Hollande.
La differenza fra i due appellativi, che si riferiscono però allo stesso identico gruppo terroristico, sta nel fatto che nella prima formulazione è presente l’aggettivo “islamico”, mentre nella seconda esso non è presente.
Appare evidente che la adozione della prima espressione mette in evidenza un collegamento fra la religione islamica e le attività terroristiche, mentre la seconda espressione non fà alcun riferimento religioso.
Se pertanto si vuole fare riferimento ad un gruppo terroristico, che in realtà ha  adottato comportamenti che, secondo i più apprezzati interpreti della religione islamica, sono in assoluto e totale contrasto con i dettati della religione islamica, è molto più appropriato l’utilizzo della seconda espressione.
Ciò non toglie che una recente ricerca sui motori Internet ha messo in evidenza come la ricerca della prima espressione sia assai più frequente, rispetto alla seconda. L’utilizzo della seconda espressione dimostra infatti, da parte di chi attiva il motore di ricerca, una maggiore competenza sull’argomento ed un atteggiamento più oggettivo, non forzato da impostazioni preconcette.
Queste ragioni mi inducono a raccomandare ai lettori di usare sempre la seconda espressione, quando fanno riferimento all’attività di questo specifico gruppo terroristico, per togliere ad esso ogni connotazione, che potrebbe essere almeno parzialmente scusante, legata al fatto che essi operano nel quadro di una impostazione religiosa.
 
Adalberto Biasiotti

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