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06/05/2016: L’aggiornamento delle normative M2M di ETSI
M2M fa riferimento al fatto che le normative permettono di gestire meglio lo scambio di informazioni tra due macchine. Di Adalberto Biasiotti.
Prima che i lettori si spaventino per gli acronimi, presenti nel titolo, chiarisco subito che ETSI è lo European telecommunications standard institution, vale a dire l’ente pubblico, incaricato di sviluppare, in ambito europeo, normative afferenti al settore delle telecomunicazioni.
L’acronimo M2M fa riferimento al fatto che le normative, di cui oggi parlo, permettono di gestire la comunicazione, o meglio lo scambio di informazioni tra due macchine.
Queste normative sono di particolare interesse, soprattutto perché si sta diffondendo sempre più l’utilizzo di apparati, nei quali è incorporato un protocollo di collegamento a Internet, nel quadro di vari progetti ed oggetti, che collettivamente hanno assunto il nome di Internet of Things – IoT.
Queste norme rappresentano una linea guida che permette di facilitare lo scambio di informazioni fra apparati, appartenenti alla famiglia IoT, e creare una piattaforma comune per l’interconnessione tra apparati di diversi produttori. La norma copre i requisiti, l’architettura, l’interfaccia di programmazione, gli aspetti di sicurezza e le modalità di gestione di protocolli industriali di uso corrente, tre quali si mette in evidenza l’HTTP. Queste norme rappresentano un aggiornamento di una serie normativa precedente, pubblicata soltanto un anno fa, che però aveva subito dimostrato la necessità di incorporare nuovi aggiornamenti, soprattutto sulla base delle reazione degli utenti.
Questa nuova norma consente ai gestori del servizio di combinare dispositivi IoT di diverso tipo, con tutte le relative tecnologie ed applicazioni, facilitando per gli utenti la possibilità di approvvigionarsi di apparati presso diversi fornitori, utilizzando anche diversi gestori di comunicazione.
Un altro grande vantaggio di questa nuova edizione è che la norma ora offre all’industria una piattaforma espandibile, a prova di futuri miglioramenti ed innovazioni, consentendo quindi di investire con sicurezza in applicazioni IoT, senza timore di essere tagliati fuori da una evoluzione del mercato in senso limitativo.
Ma non è finita.
Il comitato incaricato di sviluppare questa norma sta già cercando di migliorarla ulteriormente, ed è fiducioso di poter pubblicare, a metà del 2016, una ulteriore edizione, che prende in particolare esame gli aspetti di sicurezza, che ha oggi non sono stati presi in adeguata considerazione dai produttori di apparati IoT.
Terrò aggiornati i lettori su queste evoluzioni normative, che sono fondamentali per facilitare l’allargamento della base degli utenti IoT, che vogliono operare in condizioni di compatibilità e sicurezza.
Adalberto Biasiotti
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