12/07/2018: La comunicazione del rischio per la salute e per l'ambiente
Prima parte dell'intervista a Giancarlo Sturloni, autore di un manuale sul tema
La comunicazione del rischio è oggi uno strumento essenziale per promuovere la salute e la tutela dell’ambiente, affrontare le emergenze, gestire le controversie, orientarsi nell’incertezza. Torniamo oggi su questo tema, al quale abbiamo già dedicato altri approfondimenti tra cui l'intervista ad Andrea Cerase, rivolgendo alcune domande a Giancarlo Sturloni, docente di Comunicazione del rischio alla Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati (SISSA) e all’Università di Trieste, nonché autore del libro "La comunicazione del rischio per la salute e per l'ambiente" (Mondadori Università).
I cittadini che si interfacciano con ARPAT tramite l’URP si presentano sempre più preoccupati degli impatti sull'ambiente, e soprattutto sulla salute, di un’attività o di un’opera. Quali sono, secondo lei, le possibili strade in termini di comunicazione che si dovrebbero seguire per affrontare tali preoccupazioni?
Queste preoccupazioni nascono da una più diffusa consapevolezza dei rischi per la salute e per l’ambiente causati da attività antropiche. E spesso i cittadini non hanno tutti i torti: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’inquinamento ambientale è tra le prime cause di morte nel mondo, mentre si stima che anche in Italia lo smog provochi oltre 90 mila decessi prematuri all’anno.
Le preoccupazioni possono essere esacerbate da una scarsa fiducia verso i gestori degli impianti e le autorità di controllo, sfociando talvolta in conflitti locali. Diversi studi hanno mostrato che le controversie nascono spesso dal tentativo delle istituzioni di nascondere o sminuire i rischi e di imporre le decisioni senza coinvolgere le popolazioni esposte.
Per quando riguarda la comunicazione, per mitigare questi conflitti si dovrebbe
- assicurare la massima trasparenza informativa sui rischi e sui benefici degli impianti;
- favorire una più ampia partecipazione alle scelte decisionali; affinché la gestione del rischio possa avere successo è infatti necessaria la compartecipazione attiva e consapevole di tutti gli attori sociali. Questo è uno dei principi cardine della comunicazione del rischio: laa partecipazione ai processi decisionali può infatti favorire scelte più condivise ed efficaci, evitando la polarizzazione delle controversie;
- comprendere le preoccupazioni mediante un aspetto della comunicazione spesso trascurato dalle istituzioni: la capacità di ascolto. Un atteggiamento dialogico ha un doppio vantaggio: da una parte consente al pubblico di trovare risposte, rafforzando un rapporto di fiducia, dall’altra permette all’istituzione di conoscere i bisogni del pubblico e quindi di pianificare una comunicazione più mirata.
Comprendere il pubblico – come percepisce il rischio, che cosa conosce e che cosa ha bisogno di sapere per proteggersi – è indispensabile affinché la comunicazione del rischio possa essere davvero efficace. Ovviamente ascoltare non significa assecondare: le preoccupazioni sono sempre legittime, ma talvolta possono essere infondate; conoscerle significa comunque potere intervenire anziché ignorarle, evitando così che possano alimentarsi ulteriormente.
In ogni caso, per farsi ascoltare è necessario saper ascoltare.
Aggiungo infine che compito delle istituzioni non è rassicurare a ogni costo, neppure nell’emergenza, come talvolta si tende erroneamente a pensare. Un’eccessiva rassicurazione impedisce infatti di motivare le persone ad attivarsi per fronteggiare il pericolo, mentre un adeguato livello di preoccupazione, vigile e informata, favorisce una maggiore adesione alle indicazioni comportamentali e favorisce la cooperazione nella gestione del rischio.
È abbastanza generalizzata una sostanziale sfiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche, anche verso enti tecnici e scientifici come le ARPA. Come è possibile comunicare dati e informazioni scientifiche in questo contesto sociale?
Senza fiducia, non è possibile comunicare alcunché. Una buona comunicazione dipende infatti da due fattori, entrambi indispensabili:
- l’efficacia del messaggio
- la qualità della relazione tra gli interlocutori.
La comunicazione, infatti, non avviene mai in astratto, ma sempre all’interno di una relazione. Non stiamo soltanto comunicando qualcosa, stiamo anche comunicando con qualcuno. Se la relazione non è soddisfacente, per esempio perché non c’è un rapporto di fiducia fra gli interlocutori, qualsiasi messaggio, per quanto ben costruito, sarà ignorato o rigettato indipendentemente dal suo contenuto, con grave danno per la sicurezza pubblica. Ecco perché le istituzioni devono preoccuparsi anzitutto di costruire e mantenere un rapporto di fiducia con la cittadinanza.
Questo è un breve riassunto di quel che un’istituzione può fare per rafforzare la fiducia:
- comunicare le informazioni sul rischio in modo tempestivo e trasparente (cioè senza mai ritardare la comunicazione o celare l’esistenza di un rischio);
- tenere in considerazione le esigenze del pubblico;
- adottare un approccio dialogico con gli altri stakeholder;
- agire in modo onesto, imparziale e coerente ai valori dell’istituzione;
- dimostrare competenza, impegno e dedizione;
- basare le decisioni su evidenze scientifiche;
- ammettere le incertezze sulle conoscenze disponibili;
- giustificare le proprie scelte e le proprie azioni;
- quando possibile, favorire la partecipazione ai processi decisionali.
Al contrario, per tradire la fiducia è sufficiente ignorare le preoccupazioni e i bisogni del pubblico, negare o sminuire il rischio, adottare un atteggiamento reticente o difensivo, anteporre interessi di parte alla tutela della salute e dell’ambiente, mentire o diffondere informazioni non suffragate dai fatti, sottrarsi al confronto.
La fiducia è un bene prezioso che occorre guadagnarsi con un impegno costante. Basta poco per perderla, mentre ricostruirla è un processo lungo e faticoso. Si tratta di un fattore così importante che spesso i giudizi sul rischio celano in realtà un giudizio sulla credibilità delle istituzioni chiamate a gestirli.
Si ha la sensazione che la percezione dei rischi di carattere ambientale non corrisponda spesso agli effettivi rischi, talvolta risulta sovradimensionata (soprattutto per certe tipologie di impianti), altre sottovalutata (soprattutto quando interessa comportamenti individuali). Che ci può dire su questo aspetto?
Grazie alle numerose ricerche condotte a partire dagli anni Ottanta, oggi sappiamo che la percezione del rischio è influenzata da una pluralità di fattori psicologici, etici e culturali. In particolare, l’approccio psicometrico ha permesso di comprendere che l’accettabilità di un rischio non dipende solo dalla gravità dalla minaccia ma può essere influenzata anche da diversi altri fattori come
- la volontarietà o meno all’esposizione,
- l’equità nella distribuzione fra rischi e benefici,
- la famigliarità con il pericolo,
- l’origine antropica o naturale,
- l’incertezza sulle possibili conseguenze,
- la reversibilità o l’irreversibilità del danno,
- la fiducia accordata alle istituzioni preposte alla gestione del rischio,
- e altri ancora.
I diversi fattori che influenzano l’accettabilità di un rischio, pur essendo diversi da quelli impiegati nelle valutazioni degli esperti, spesso non appaiono affatto irragionevoli. Per esempio, tra i fattori più influenti vi è la volontarietà all’esposizione: un rischio imposto o a cui si viene esposti a propria insaputa è comprensibilmente meno tollerato di un rischio che si è scelto liberamente di correre.
Altri fattori molto importanti sono il controllo che si ritiene di avere in una situazione rischiosa e la famigliarità (o l’assuefazione) a uno specifico pericolo. In ambo i casi si tende a sottovalutare il rischio e a sopravalutare le proprie capacità di cavarsela di fronte all’imprevisto. Questo spiega perché molti esperti – che ovviamente non sono immuni all’influenza dei fattori che influenzano la percezione – tendono a sottovalutare i rischi.
È quindi fuorviante parlare di percezioni ‘distorte’, si tratta piuttosto di differenti criteri di giudizio che orientano l’accettazione dei rischi. In ogni caso, sia per comprendere le ragioni del rifiuto o dell’accettazione di un rischio, sia per intervenire sulle percezioni, è essenziale tenere conto di questi fattori.
Ci sono spesso situazioni, ad esempio l'inquinamento atmosferico prodotto dal traffico veicolare e dai riscaldamenti, dove il contributo dei singoli cittadini è importante, ma l'impressione che si ha è che provvedimenti possibili, ma che modificherebbero comportamenti consolidati, incontrerebbero una forte ostilità da parte dell'opinione pubblica. Cosa pensa si possa fare in questo campo?
Modificare un comportamento è possibile ma è un obiettivo molto ambizioso e quasi sempre a lungo termine. È noto che le persone sono riluttanti a cambiare opinioni e abitudini consolidate. Una campagna di comunicazione può funzionare quando è possibile offrire un’alternativa praticabile e percepita come vantaggiosa. Del resto, come si può chiedere alle persone di lasciare l’automobile in garage per spostarsi in città se non sono disponibili vere piste ciclabili e mezzi pubblici efficienti?
Se invece è stata creata un’alternativa competitiva, allora diventa possibile pianificare una campagna di comunicazione, basata sulle tecniche del marketing sociale, per promuovere i benefici che derivano dall’adozione del nuovo comportamento. Sono strategie ampiamente sfruttate a livello internazionale nella prevenzione dei rischi sanitari che potrebbero essere estese, molto più di quanto non si faccia oggi in Italia, anche in ambito ambientale.
Fonte: ARPAT
07/07/2022: Webinar: L’analisi dei rischi negli eventi con presenza di pubblico
Dalla gestione delle emergenze alle metodologie per il controllo delle folle
06/07/2022: SINP: conferenza stampa in streaming
Roma, 8 luglio 2022. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e il vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Michele Emiliano, presentano l’accordo tra Inail e Inl e l'avvio dell'iter di collaborazione con Regioni e Province autonome
04/07/2022: Presentazione del Rapporto Rifiuti Speciali 2022 ISPRA
Il rapporto e la sintesi dei dati.
01/07/2022: Covid-19: l’accordo sull’aggiornamento del protocollo per i luoghi di lavoro
Il 30 giugno è stato siglato il nuovo Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro. Il Protocollo aggiorna e rinnova i precedenti accordi.
27/06/2022: Il progetto “Gli ScacciaRischi: le olimpiadi della prevenzione”
Il Campus dalla Bocconi ha ospitato la cerimonia finale del contest nazionale “Valore Pubblico: la pubblica amministrazione che funziona”, nato con l’obiettivo di rilanciare il ruolo e l’efficacia dell’azione pubblica come leva di ripartenza per l’intero sistema Paese
23/06/2022: Come affrontare gli effetti del cambiamento climatico
Il clima non è più stabile, le temperature sono in aumento e le piogge sono brevi e spesso intense ma la vegetazione arborea può venirci incontro con soluzioni in grado di combattere il cambiamento climatico
21/06/2022: Menzione speciale per le “Belle storie Inail”
L’iniziativa che si è svolta a Milano presso il Campus Sda Bocconi School of Management, alla presenza del ministro per la PA, Renato Brunetta, intende favorire l’innovazione e la modernizzazione nel settore pubblico valorizzando le buone pratiche
15/06/2022: Valutazione del rischio associato all’esposizione a contaminanti multipli
Elementi metodologici per una valutazione, con particolare riferimento alla popolazione residente in aree di particolare rilevanza ambientale
08/06/2022: Buone pratiche per la sicurezza nei cantieri temporanei o mobili
Premiati i vincitori della prima edizione del concorso INAIL
31/05/2022: Near Miss. Quale indicatore di esposizione al rischio
Si svolgerà il 10 giugno il convegno gratuito relativo al progetto "Condivido" di ASL e Formedil Cpt Taranto.
30/05/2022: La nuova regola tecnica sulle facciate e le chiusure d’ambito
Seminario gratuito in FAD sincrona l'8 giugno
27/05/2022: Un protocollo per la formazione di insegnanti e studenti sulla sicurezza sul lavoro
Aumentare la consapevolezza del rischio nelle istituzioni scolastiche, a partire dai giovani impegnati nei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento.
26/05/2022: Uniti per luoghi di lavoro senza rischio di cancro
La settimana europea contro il cancro, che si svolge dal 25 al 31 maggio, mobilita governi, organizzazioni e singoli cittadini nella lotta contro il cancro.
24/05/2022: Affrontare precocemente la salute muscolo-scheletrica
Gli effetti permanenti in una generazione di lavoratori
20/05/2022: Equiparata la formazione in videoconferenza alla formazione in presenza
Approvata in via definitiva la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24/2022 in materia di contrasto al COVID-19. Un articolo indica che la formazione obbligatoria può essere erogata anche a distanza in modalità sincrona.
17/05/2022: L'ipoteca sulla transizione
I motori elettrici dei veicoli sono alimentati da batterie la cui realizzazione prevede la disponibilità di ingenti quantità di sostanze estratte dai giacimenti.
12/05/2022: Forum Sicurezza: un webinar il 16 maggio
Dalla sicurezza della forma alla sicurezza della sostanza
09/05/2022: Gli impatti ambientali delle microplastiche rilasciate dai tessuti
Il nuovo rapporto dell'Agenzia Europea per l'ambiente sulle microplastiche rilasciate dai tessuti esamina in modo dettagliato gli impatti che queste hanno sull'ambiente
04/05/2022: Gli studenti di oggi, i lavoratori di domani
Considerare la salute muscolo-scheletrica nel lungo periodo
03/05/2022: Soluzioni emergenti per la sicurezza del lavoro negli stabilimenti di processo
Un seminario online che presenta i risultati ottenuti nelle ricerche svolte in collaborazione da Inail, Università e Cnr sulla realtà immersiva e lo sviluppo di sensori chimici indossabili
13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23