16/11/2017: Lo sviluppo degli standard di protezione per la introduzione di radionuclidi nel corpo
Un documento dell'INAIL fomisce una visione d'insieme sull'argomento.
La valutazione dei dati di bioassay per il controllo dell’esposizione interna dei lavoratori, per esempio dell’attività misurata nel corpo intero o nell’escrezione giornaliera urinaria, essenzialmente si riduce ad applicare in sequenza gli appropriati coefficienti di ritenzione o escrezione e quelli di dose per determinare l’intake a partire dai suddetti dati e da questo la dose ricevuta. Alla relativa semplicità di tale pratica fa dunque riscontro la notevole complessità dei calcoli su cui essa si fonda, i quali infatti costituiscono la sintesi di un insieme molto vasto di conoscenze, dai dati di decadimento, alla forma fisico-chimica dei materiali introdotti, ai parametri anatomici e fisiologici, al comportamento dei radionuclidi nel corpo, agli effetti dell’assorbimento d’energia, alla localizzazione dei tessuti radiosensibili. Le informazioni sulla biocinetica degli elementi vengono schematizzate nell’elaborazione di appropriati modelli matematici che appunto descrivono l’ingresso dei radionuclidi nel corpo attraverso le diverse vie d’introduzione (modelli non sistemici, di cui i principali sono quelli del tratto respiratorio e gastrointestinale) e la loro distribuzione negli organi e tessuti dopo l’assorbimento nel sangue (modelli sistemici, specifici per elemento). Una volta determinato il numero di disintegrazioni nelle varie regioni sorgente e note le caratteristiche dell’emissione, l’applicazione dei modelli dosimetrici consente di calcolare la deposizione d’energia, e quindi la dose, in ciascun organo o tessuto bersaglio.
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