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14/06/2019: Si aggrava ancora il bilancio delle morti sul lavoro

Il commento di ANMIL ai dati INAIL del primo quadrimestre del 2019.

a cura di Franco D'Amico

 

“Ancora brutte notizie, anzi pessime, dal fronte degli infortuni e delle morti sul lavoro”. È stato questo il primo commento a caldo del Direttore Generale ANMIL alla pubblicazione dei dati INAILrelativi al primo quadrimestre 2019. Il numero di morti registrati nei primi quattro mesi dell’anno si attesta, infatti, ben oltre i già altissimi livelli raggiunti nel 2018, con un incremento del 5,9% rispetto allo stesso periodo 2018 (da 286 a 303 casi); anche per gli infortuni in generale si registra un significativo aumento del 2,4% con circa 5.000 infortuni in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (da 205.800 a 210.700).
Si aggrava ulteriormente, dunque, quell’andamento negativo che, iniziato già nel 2015 sul finire della lunga crisi economica, era proseguito negli anni successivi fino a culminare nel 2018 con un incremento di ben il 10,1% ed attestarsi su quota 1.133, vale a dire 3,1 decessi ogni giorno.
Ma la “novità” di queste ultime rilevazioni è rappresentata dalla forte crescita degli infortuni mortali anche in agricoltura, un settore  che fino a poco tempo fa aveva fatto registrare solo costanti e consistenti flessioni. La crescita dei morti nel lavoro agricolo segna addirittura un + 57,1% nel confronto tra i due quadrimestri ( da 21 a 33 casi).
E’ noto come da qualche tempo si stia assistendo ad una certa ripresa delle attività agricole: nell’ultimo anno, secondo l’Osservatorio Nomisma, vi è stato nell’agricoltura un aumento del 4% di operai e impiegati e del 6% delle giornate lavorate: dati che pongono il settore secondo solamente al turismo. Si tratta di una agricoltura che si sta sviluppando su un piano completamente innovativo orientato alla qualità, alla coltivazione biologica e alla riscoperta dei prodotti tipici delle tradizioni territoriali, il tutto supportato da una nuova ventata di imprenditoria soprattutto giovanile. Ma è altrettanto vero che, in questo settore, permangono ancora ampie sacche di lavoro nero e di fenomeni odiosi come lo sfruttamento e il caporalato, che lo rendono ancor più precario ed insicuro.
 “E’ del tutto evidente – ha proseguito Giovannelli – che ci troviamo di fronte ad una situazione che è divenuta ormai intollerabile e indegna di un Paese civile. Per questo chiediamo con forza al Governo che si provveda, con la massima urgenza, all’investimento di adeguate risorse per la diffusione della cultura della sicurezza attraverso un percorso organico ed efficace di informazione e di formazione, a cominciare già dai banchi di scuola, rivolgendosi cioè a quegli studenti che saranno i lavoratori e gli imprenditori di domani. Altro intervento, quanto mai attuale e necessario, riguarda il rafforzamento di personale ed ispettori che controllino il rispetto delle normative vigenti in materia: voglio ricordare, a tale proposito, che proprio in materia di sicurezza sul lavoro, delle 20.942 aziende ispezionate nel 2018 dall’I.N.L. (Ispettorato Nazionale del Lavoro) ben 16.394, pari al 78,2% del totale, sono risultate irregolari con una crescita del tasso di irregolarità del 5% rispetto all’anno precedente. In complesso sono state accertate 31.218 violazioni, di cui la stragrande maggioranza (26.885) di natura penale e 4.333 di natura amministrativa”.

 

Leggi il Comunicato Stampa ANMIL

 

Fonte: ANMIL

 


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