26/03/2018: Sicurezza sul lavoro, nelle imprese certificate calano frequenza e gravità degli infortuni
Confermata la maggiore efficacia delle politiche di prevenzione nelle aziende che adottano sistemi di gestione certificati sotto accreditamento.
De Felice (Inail): “La normazione tecnica volontaria ausilio prezioso”. A sei anni dalla prima edizione, il nuovo quaderno dell’Osservatorio Accredia dedicato alla salute e alla sicurezza sul lavoro, frutto della collaborazione con Inail e Aicq (Associazione italiana cultura qualità), conferma la maggiore efficacia delle politiche di prevenzione nelle aziende che adottano dei sistemi di gestione certificati sotto accreditamento. Come sottolineato dal presidente dell’Inail, Massimo De Felice, nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi a Roma presso il Parlamentino dell’Istituto in via IV Novembre, “la normazione tecnica volontaria è un ausilio prezioso”, perché “potenzia la legislazione, fornisce documenti guida che definiscono gli interventi da adottare e i criteri per garantirne l’affidabilità, stabilendo i livelli di prestazione nei settori commerciali, industriali e del terziario, a tutela della sicurezza dei lavoratori, dell’ambiente e dei consumatori”.
“Lavoro utile per valutare gli esiti di questa propensione alla qualità”. Con la certificazione, ha spiegato De Felice, “è garantito il rispetto delle norme, documentata la qualità dell’impresa, correttamente tutelata la competitività. Sono tutti mezzi e azioni che contribuiscono, in grande, al miglioramento del sistema socio-economico”. Per il presidente dell’Inail, “l’analisi promossa insieme ad Accredia e Aicq è un primo risultato utile per individuare i fattori che hanno condotto le imprese sulla strada della certificazione e per valutare gli esiti di questa propensione alla qualità. È un risultato che apre a domande e curiosità, sollecitando l’arricchimento della base informativa, il controllo intertemporale, l’analisi di causalità”.
Rossi (Accredia): “Con la certificazione aumenta anche la competitività”. Alcune risposte sono già contenute nel quaderno appena pubblicato, che rappresenta una sorta di bussola per orientarsi in uno scenario in rapida evoluzione, che nell’ultimo triennio ha visto aumentare di un terzo il numero delle aziende che hanno scelto di certificare sotto accreditamento il proprio sistema di gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (Sgsl). “Oggi sono quasi 17mila, il 9% in più rispetto al 2016 e il 32% in più rispetto a tre anni fa”, ha precisato Giuseppe Rossi, presidente di Accredia, l’ente italiano di accreditamento. “Sono numeri importanti – ha aggiunto – che non ci sollevano dall’impegno nel diffondere sempre di più la certificazione accreditata come buona pratica e leva di sviluppo per le imprese. Sono le stesse imprese, infatti, a dirci che la certificazione porta con sé dinamiche di efficienza che si riverberano su tutta la struttura aziendale e che ne aumentano la competitività, anche attraverso un miglioramento dell’immagine nel mercato”.
L’indagine qualitativa su 311 imprese. Un’indagine qualitativa condotta attraverso la somministrazione di un questionario ai responsabili della sicurezza e al top management di 311 aziende certificate secondo lo standard britannico OHSAS 18001 – finora norma di riferimento ma destinato a essere sostituito dalla nuova certificazione internazionale UNI ISO 45001 pubblicata lo scorso 12 marzo, alla cui elaborazione hanno dato un importante contributo sia Inail che Accredia – ha rilevato che quasi tutte le imprese (98,4%) dopo la certificazione del proprio sistema di gestione hanno verificato un miglioramento della sicurezza, misurato attraverso il numero di infortuni e malattie professionali (74,6% dei rispondenti) e dei mancati infortuni (70,1%), le ore di formazione (63,3%) e le non conformità gestite (55,6%).
Rosso (Aicq): “È un asset importante anche per l’immagine aziendale”. Nella maggioranza dei casi – ha sottolineato il presidente di Aicq, Claudio Rosso – la scelta di certificare il sistema di gestione deriva da un’iniziativa della direzione aziendale e, nei settori delle costruzioni e del commercio, dalla richiesta del mercato. Il miglioramento dell’immagine che coinvolge l’impresa certificata rispetto ai propri clienti, ma anche rispetto al gruppo industriale di appartenenza, è un asset per l’azienda che porta con sé un importante ritorno di competitività. Allo stesso tempo, circa un terzo delle imprese certificate rileva un limite a una maggiore diffusione della certificazione nella scarsa conoscenza dei suoi benefici, a cui si aggiunge, per le aziende del settore delle costruzioni, un’elevata incidenza dei costi iniziali”.
Generati processi virtuosi di miglioramento continuo. Dalle risposte contenute nei questionari emerge anche una maggiore efficienza dei processi interni nelle imprese certificate per la salute e la sicurezza, dovuta all’integrazione con altri sistemi di gestione, in particolare qualità e ambiente, che ha generato processi virtuosi di miglioramento continuo. La nuova norma ISO 45001 tiene in considerazione, facilitandola, proprio l’integrazione con altri sistemi di gestione e sostiene la consultazione e la partecipazione dei lavoratori, favorendo l’affermazione di una cultura aziendale della prevenzione basata sul coinvolgimento attivo e partecipato di tutti i soggetti tutelati.
L’attenzione per il tema a livello territoriale. Dall’analisi regionale dei dati sulle aziende certificate per la norma OHSAS 18001 si rileva una maggiore attenzione al tema della sicurezza in Valle d’Aosta (24,9% sul totale delle imprese certificate per i sistemi di gestione), Liguria (18,5%), Friuli Venezia Giulia (17,0%) e Trentino Alto Adige (14,7%) nel nord, in Umbria (15,4%), Marche (14,6%) e Toscana (14,5%) nel centro, mentre al sud spiccano le percentuali di Molise (13,5%), Basilicata (13,1%) e Puglia (12,8%).
- Sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro, pubblicata la norma ISO 45001
Subito recepita dall’ente italiano di normazione, è il primo standard internazionale a trattare il tema della valutazione del rischio lavorativo, frutto di un iter lungo e complesso che ha visto il coinvolgimento di oltre 80 Paesi. Dall’Inail un contributo importante sia nella fase di redazione sia in quella di recepimento
Fonte: INAIL
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