27/08/2024: Sport senza barriere, la storia di Giovanna Fasciani
Con l’equitazione combatto le mie paure
Nel 2005, mentre va al lavoro in auto Giovanna ha uno scontro frontale con un Tir. Le conseguenze sono molto gravi: frattura del cranio e di tutti gli arti. Giovanna racconta come, dopo anni di cure e riabilitazione, è riuscita a recuperare l’equilibrio psicofisico, anche attraverso lo sport.
La storia
Lavoravo in un’azienda petrolchimica e mi occupavo di risorse umane. Nel giugno 2005 ho avuto un incidente in itinere, mi sono scontrata con un TIR. Ricordo solamente quando mi sono risvegliata in rianimazione e quali sono state le conseguenze dell’incidente. Le conseguenze sono state terribili perché ho fratturato tutte quattro gli arti più il cranio. Giovanna Fasciani, 56 anni, nel 2005 è vittima di un grave incidente stradale mentre, alla guida della sua auto, si sta recando a lavoro. La ripresa è stata molto molto lunga, occupando i primi dieci anni della mia vita a ricostruirmi: quindi interventi su interventi fino a quando, grazie all’Inail, ho scoperto di poter ricominciare a fare sport. Io sono stata sempre una grande sportiva, fin da bambina e ho fatto per diversi anni atletica leggera, tennis, equitazione e per un po’ di tempo il nuoto. Io non posso star ferma. Quindi per me il movimento è fondamentale proprio per il benessere fisico e mentale. Ero seduta su una sedia a rotelle e quindi, grazie allo sport sono riuscita a rimettermi in piedi. Attraverso i corsi di avvicinamento allo sport per le persone con una disabilità da lavoro, disponibili grazie alla collaborazione tra Inail e Comitato italiano paralimpico, Giovanna inizia a praticare equitazione. L’equitazione è stato uno sport molto importante per me, perché intanto mi ha ridonato la tonificazione muscolare e anche la flessibilità muscolare, perché io la prima volta che sono montata a cavallo, vedevo la cavalla che correva tantissimo perché io ero tutta contratta. E il cavallo funge da specchio perché quello i problemi che noi abbiamo il cavallo li riflette e quindi noi siamo costretti a correggerci grazie alla risposta del cavallo e grazie anche alle indicazioni del tecnico. Sono totalmente asimmetrica e quindi la parte destra del corpo cerca di compensare la parte sinistra che è più debole e quindi a livello mentale è questa l’importanza. Devo fare un lavoro doppio quasi per dare le indicazioni giuste al corpo come se mi dovessi resettare… come un computer. L’equitazione per Giovanna ha effetti benefici non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico. Allora, dal punto di vista psicologico è molto importante perché fa combattere le paure. Io, ad esempio, avendo avuto uno scontro frontale quando entro in campo che ci sono delle persone che si allenano e vedo che galoppano, saltano gli ostacoli, mi terrorizzano e mi vengono addosso… e quindi io dico “no, devo comunque farmi forza e continuare ad allenarmi” e quindi in questo modo mi aiuta perché poi non succede nulla. E poi anche una questione di forze perché comunque quando l’esercizio riesce anche se con molta fatica però vedo che ce la posso fare e quindi è una conquista. Le emozioni che provo sono libertà e felicità. Perché una cosa che facevo in precedenza non pensavo di poterla rifare, non pensavo invece e non pensavo neanche di poter ricamminare. Giovanna si commuove raccontando che l’impegno e la fatica degli allenamenti, anche quelli fatti quando era ragazza e si preparava per le gare, l’hanno aiutata ad affrontare i momenti più duri della riabilitazione. Lo sport è importante. Io parlo come sportiva, sportiva da tantissimi anni. Intanto per la costanza che dà perché quando gli allenamenti sono duri come gli allenamenti che io facevo da ragazza per potermi allenare per le gare, volevo comunque portare a termine l'obiettivo dell’allenamento e questo mi è servito anche per la riabilitazione. I dolori erano fortissimi, però io ce la posso fare, ce la devo fare perché come riuscivo a farlo… quello mi ha dato la costanza di stringere i denti e andare avanti.
Fonte: INAIL
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