Imparare dagli errori: come ci si infortuna nell’asfaltatura di strade?
Brescia, 18 Lug – In diversi documenti e articoli sulle attività correlate alla produzione e utilizzo di “asfalto” e “conglomerato bituminoso” (miscela di bitume e di materiale inorganico inerte), abbiamo rilevato come il comparto asfaltatori presenti diversi rischi per gli operatori che vi operano, in particolare rischi chimici o rischi legati alle attrezzature e all’ambiente lavorativo.
Molti infortuni che avvengono nel comparto dipendono poi anche, semplicemente, dalle cadute o dall’investimento o lo schiacciamento di un arto da parte di un mezzo di lavoro.
Per poter rilevare alcuni dei possibili “errori”, dei possibili fattori causali degli infortuni che avvengono nel comparto asfaltatori, presentiamo e analizziamo oggi alcuni incidenti attraverso “Imparare dagli errori”, la rubrica destinata al racconto degli infortuni professionali e alla presentazione di spunti, tratti da documenti presenti in rete, per la prevenzione.
Le dinamiche degli incidenti presentati sono contenute nelle schede dell’archivio di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
In particolare nell’articolo ci soffermiamo su:
I casi di infortunio nel comparto asfaltatori
Nel primo caso l’incidente è avvenuto in una ditta che esercita attività di edilizia edile stradale.
Un lavoratore, dipendente della ditta, si trova presso un piazzale in terra battuta destinato a deposito merci e parcheggio macchinari e mezzi, unitamente ad alcuni colleghi e ad un socio della ditta. Durante la giornata gli stessi hanno provveduto all' asfaltatura di alcune strade e terminati detti lavori si sono recati presso il piazzale per scaricare il materiale di risulta da un camion. Tale materiale è costituito da una piccola quantità di asfalto ancora da posare e da una più consistente quantità di materiale di scarto, derivante dalla asportazione dello strato superficiale di asfalto rinnovato. Dopo aver scaricato l'asfalto nella parte antistante il piazzale, presso l'ingresso dello stesso, i quattro si mettono a stendere detto asfalto; a un certo momento il primo lavoratore si allontana riferendo di avere bisogno di andare in bagno, mentre gli altri tre continuano a lavorare. In particolare, uno dei colleghi sale sul camion, che era ancora in moto, per spostarlo facendo una manovra e scaricare poi il materiale di scarto. Per fare lo spostamento necessario a scaricare il materiale deve fare una manovra di “marcia indietro” e non si accorge della presenza del primo lavoratore nei pressi del mezzo, proprio in prossimità di un furgone parcheggiato nei pressi della zona di manovra.
Dalla posizione del corpo si può desumere che probabilmente il lavoratore, provenendo dal retro dei mezzi, “si sia messo a fare una operazione di fissaggio o di slegatura di una corda con la quale erano fissate delle attrezzature sul furgone. Presumibilmente tale operazione era fatta stando abbassato o in ginocchio nei pressi della sponda del furgone”. Il lavoratore “si è messo a fare tale operazione proprio mentre il camion si è mosso all'indietro, rimanendo schiacciato all'altezza della testa tra la fine del cassone del furgone e il paraurti del camion”.
Le successive analisi hanno rilevato che il camion “era dotato di avvisatore acustico e luminoso, entrambi funzionanti”.
Questi i fattori causali rilevati nella scheda:
- l’infortunato “si avvicinava e si abbassava nei pressi della sponda del furgone senza avvisare l'autista del camion”;
- il conducente ha proceduto allo spostamento di camion in retromarcia per fare manovra senza accertarsi che vi fosse qualcuno nei pressi”.
Nel secondo caso l’infortunio avviene presso un cantiere stradale durante l’esecuzione di lavori di asfaltatura eseguiti lungo un corso cittadino.
Un lavoratore è intento a svolgere attività di rastrellatura del catrame con l’utilizzo di un attrezzo manuale mentre il suo collega conduce nelle vicinanze il rullo compressore. L’infortunato non sente il sopraggiungere del mezzo e nel contempo invade con il piede destro la zona di transito del rullo che gli schiaccia il piede destro fratturandolo.
Le procedure “prevedevano le distanze da mantenere dal mezzo durante l’asfaltatura, distanze che non sono state rispettate”. I due lavoratori (il rullista e l’infortunato) dovevano prestare “più attenzione ai movimenti compiuti in cantiere, soprattutto l’infortunato che, intento nel suo lavoro, non ha sentito e non si è accorto che con il piede destro aveva invaso l’area di transito del rullo compressore”.
Il fattore causale indicato nella scheda riguarda il fatto che il lavoratore ha invaso la corsia di lavoro del rullo.
I rischi dei lavoratori del comparto asfaltatura
Prima di entrare, in una prossima puntata della rubrica, nel merito di alcune misure di prevenzione, ci soffermiamo su una breve presentazione di alcuni dei rischi a cui sono esposti i lavoratori del comparto asfaltatura.
Li riporta un documento dal titolo “ ASFALTATORI. I profili di rischio nei comparti produttivi dell’artigianato, delle piccole e medie industrie e pubblici esercizi”, prodotto qualche anno fa dal Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale dell’ Inail.
Il documento ricorda i principali fattori di rischio infortunistico:
- “agenti chimici - esposizioni acute per inalazione o contatto;
- agenti chimici - incendio/esplosione;
- utilizzo di macchine - investimenti, ribaltamenti, contatti, caduta di carichi movimentati ecc.;
- manipolazione di sostanze ad elevata temperatura - ustioni da contatto;
- fattori correlati alle caratteristiche degli ambienti di lavoro - microclima, spazi di lavoro, viabilità interna ed esterna;
- movimentazione carichi manuale - cadute, urti, sforzi eccessivi”.
Sono poi presentati i principali fattori di rischio per la salute:
- “agenti chimici e cancerogeni - esposizione ad Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA);
- utilizzo di macchine - esposizione a rumore e vibrazioni;
- utilizzo di macchine - videoterminale;
- ambiente di lavoro - microclima, polveri, radiazione solare ultravioletta;
- movimentazione carichi manuale - disturbi muscolo-scheletrici;
- organizzazione del lavoro”.
In relazione al rischio infortunistico si evidenziano in particolare “gli incidenti da investimento e da contatto con macchine a corpo rotante e macchine a piani mobili o con nastro trasportatore e le cadute dal mezzo d’opera”.
Mentre, con riferimento alla ricerca presentata nel documento, riguardo alle malattie professionali il documento si sofferma sulle discopatie da movimentazione manuale di carichi, su alcuni casi di ipoacusia da rumore e da un caso di tumore cutaneo.
Si indica, infine, che in relazione ai rischi da esposizione ad agenti chimici è “meritevole di ulteriore approfondimento la valutazione delle condizioni di esposizione degli operatori del settore agli Idrocarburi Policiclici Aromatici, soprattutto durante le fasi che si svolgono in ambienti chiusi (ad es. gallerie, garage, ecc.)”.
Tiziano Menduto
Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 1111 e 8077 (archivio incidenti 2002/2015).
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