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Imparare dagli errori: gli incidenti sul lavoro e le punture delle vespe

Imparare dagli errori: gli incidenti sul lavoro e le punture delle vespe
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Imparare dagli errori

10/04/2025

Esempi di infortuni di lavoro correlati alle possibili conseguenze delle punture di insetti. Focus sulle vespe e sui casi di shock anafilattico durante due attività di manutenzione. Le dinamiche degli infortuni e le informazioni sugli imenotteri.

Brescia, 10 Apr – Come ricordato nei nostri articoli, ad esempio relativi ai rischi connessi alle reazioni allergiche, gli infortuni dei lavoratori possono dipendere anche semplicemente dalla  puntura di un insetto, ad esempio un imenottero come un’ape o una vespa.

 

Infortunio che, a causa dell’allergia al veleno, dello shock anafilattico e, magari, anche per l’assenza di colleghi durante l’emergenza dovuta alla puntura, può essere anche grave o mortale.

 

Dedichiamo, dunque, due puntate della nostra rubrica “Imparare dagli errori”, dedicata al racconto degli infortuni professionali, alle punture degli insetti soffermandoci, in questa prima puntata, sulle vespe e facendo riferimento – oltre che alle schede dell’archivio di  INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi - anche ad un caso di cronaca pubblicato qualche anno fa.

 

Questi gli argomenti affrontati oggi:



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Esempi di infortuni di lavoro causati dalle punture delle vespe

Il primo caso riguarda un infortunio avvenuto mentre si eseguivano lavori di ordinaria manutenzione lungo una scarpata.

Un lavoratore, con un collega, sta effettuando lavori di manutenzione.

Nello specifico il collega taglia con un decespugliatore l’erba che l’infortunato provvede a raccogliere e poi buttare in un fossato adiacente alla scarpata.

Mentre effettua tale operazione viene punto da più vespe.

Avverte subito il collega di essere stato punto e mentre i due cercano di risalire la scarpata per raggiungere il mezzo di servizio parcheggiato sulla strada, ad una cinquantina di metri dal luogo dell’infortunio, il lavoratore in pochi minuti perde i sensi andando in shock anafilattico da puntura di vespa.

Il collega aveva già provveduto ad allertare nel frattempo i soccorsi (118) ma a nulla valgono i tentativi di rianimare il lavoratore, da parte del collega e degli operatori sanitari giunti sul posto. Dall'anamnesi famigliare non si evincono storie di allergie.

 

Questi i fattori causali rilevati nella scheda:

  • “ipersensibilità al veleno di vespa”;
  • “presenza di imenotteri”.  

 

Per il secondo caso, già descritto nell’articolo "Lavoro in solitudine: morire per una puntura di vespa", riportiamo un’incidente mortale avvenuto a Brozolo, in un paese vicino a Chivasso (TO), descritto nel 2017, anche nella sua iniziale fase processuale, sulle pagine online di Repubblica.

 

Un lavoratore di 44 anni, impegnato in lavori di manutenzione e riparazione agli impianti di illuminazione, durante la sua l’attività, viene improvvisamente punto dietro un orecchio da una vespa.

Ricordandosi un’analoga situazione in cui aveva già manifestato problemi respiratori, il lavoratore si preoccupa di essere allergico alla puntura dell’insetto e si dirige con il furgone verso la prima farmacia disponibile. Ma non riuscirà ad arrivarci: lo shock anafilattico risulta letale.

 

Gli imenotteri aculeati e i problemi nei soggetti allergici

Per avere qualche informazione in più sul tema delle punture degli insetti possiamo fare riferimento alle indicazioni che spesso i siti web istituzionali e dei Vigili del fuoco propongono per sensibilizzare la popolazione.

 

Facciamo riferimento oggi a quanto raccontato qualche tempo fa sul sito web dei Vigili del Fuoco di Borgo Valsugana (ora le pagine web sul tema non sono più attive) e che abbiamo ripreso in passato nell’articolo “ I rischi allergologici sul lavoro e le punture di insetti”.

 

Il sito ricordava che con “imenotteri aculeati” si fa riferimento a “una famiglia di insetti, anche molto diversi tra loro, caratterizzati dalla presenza di un aculeo nella parte terminale dell’addome”. Tuttavia, pur essendone dotati, “non tutti gli insetti appartenenti a questa famiglia sono in grado di utilizzare il pungiglione. Solo alcune specie riescono ad utilizzarlo come strumento di attacco o difesa”. E generalmente questi insetti sociali “sono organizzati in colonie che risiedono in un nido detto favo o alveare. La formazione dei favi avviene in tarda primavera e giunge al massimo sviluppo in piena estate”. E le zone preferite per nidificare sono quelle calde, tranquille, riparate ed abbandonate, in particolare:

  • “abitazioni: mura perimetrali, controsoffitti, camini, solai, sottotetti, cornicioni, cassonetti, vani tapparelle, …
  • zone rurali: fienili, legnaie, depositi agricoli, ceppi, alberi cavi;
  • cimiteri: edicole funerarie”.

E “per ridurre la probabilità che si possano formare i nidi in situazioni comportanti pericolo per persone ed animali, la prima azione da adottare è quella preventiva”.

 

Il sito presentava anche alcune specifiche indicazioni relative ai vari imenotteri:

  • Ape domestica (Apis mellifera): “questa specie di api vive solitamente in zone agricole e talvolta si possono rinvenire sciami fuggiti da apicoltori. Durante la sciamatura la specie non è aggressiva anche se non dovrebbe essere molestata per alcun motivo. In questa fase lo sciame si presenta come un grappolo brulicante di api che riveste rami e/o muri”;
  • Vespa comune (Polistes dominula & Polistes gallicus): “questa specie di imenottero in primavera forma piccoli nidi visibili solitamente sotto grondaie e parapetti, costituiti da un favo orizzontale attaccato al supporto mediante un peduncolo. Gli esemplari sono di piccole dimensioni e facilmente riconoscibili dal caratteristico colore nero e giallo. Non è particolarmente aggressiva, in caso di pericolo attacca per difendere la colonia che non è molto numerosa. I nidi degli anni precedenti solitamente non vengono mai riutilizzati, eccetto rari casi straordinari. La specie Polistes gallicus si caratterizza perché nidifica spesso luoghi più esposti, sotto il sole diretto, su fusti erbacei o muretti;
  • Vespa di terra (Vespula germanica): “è una vespa dalla tipica colorazione a bande nere e gialle, che può essere facilmente confusa, al primo sguardo, con la Polistes dominula. È una vespa aggressiva, dalle abitudini alimentari prettamente carnivore. Alimenta le proprie larve con insetti che cattura e rinchiude nel favo con le proprie uova, affinché le larve che usciranno possano in seguito nutrirsene. Questa specie è molto aggressiva e nidifica solitamente nel terreno, talvolta in fessure nei muri. Il nido è spesso nascosto ed è possibile individuarlo solo per l'andirivieni degli insetti nelle fessure. La colonia è molto numerosa ed è costituita da centinaia o addirittura migliaia di insetti”.
  • Calabrone (Vespa crabro): “nei confronti dell'uomo è tendenzialmente indifferente (a differenza della vespa comune, per esempio, che spinta da curiosità può ronzare intorno) tuttavia, se si può sostare vicino ad un albero da frutta in presenza di calabroni con una certa tranquillità, questi insetti possono diventare molto aggressivi se provocati o in vicinanza del nido. Le femmine sono dotate di pungiglione, le cui punture (conseguenti a una reazione difensiva dell'animale) possono essere molto dolorose per gli esseri umani. Presenta caratteristiche simili alla vespa di terra dalla quale si distingue perché è grande quasi il doppio di una vespa comune. La specie non è molto aggressiva ma la quantità di veleno che può iniettare la rende molto temibile”.

 

Riguardo alle punture si sottolineava poi che “nei soggetti allergici si può verificare una reazione repentina che porta allo shock anafilattico il quale può provocare un collasso cardiovascolare acuto e quindi portare al decesso”.

 

Per un approfondimento sui cosiddetti rischi allergologici professionali rimandiamo alle indicazioni contenute in un quaderno tecnico elaborato per Expo 2015 per gli operatori impegnati nella manutenzione del verde e presentato nell’articolo “ Expo 2015: la manutenzione del verde in sicurezza”.

 

Concludiamo ricordando alcuni altri spazi web istituzionali, in questo caso attivi, dedicati a fornire informazioni su api e vespe, corredati anche da utili immagini:

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato – la scheda di Infor.mo. 3467 (archivio incidenti 2002/2022).

 

 

Scarica le schede da cui è tratto l'articolo:

Imparare dagli errori – Gli incidenti sul lavoro e le punture delle vespe – la scheda di Infor.mo. 3467.

 



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