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Io scelgo la sicurezza, Anno 8 - n. 1 Marzo 2011 (formato PDF, 923 kB).
Tra gli articoli presentati vi segnaliamo “Gli infortuni mortali in agricoltura ricostruiti con il metodo sbagliando si impara” di M. Basso (ASL CN1) eF. Miotti (ASL AL).
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"Io scelgo la sicurezza", n. 1/2011
È stato pubblicato il numero di marzo 2011 della newsletter" Io scelgo la sicurezza"
Il Focus di questo numero, disponibile online nel sito della regione Piemonte dedicato alla Prevenzione sanitaria negli ambienti di lavoro, è dedicato al tema della sicurezza in agricoltura.
L’indice del numero
Il Piano regionale di prevenzione in agricoltura e selvicoltura 2010-2012
di R. Zanelli (ASL AT)
Gli infortuni mortali in agricoltura ricostruiti con il metodo sbagliando si impara
di M. Basso (ASL CN1) e F. Miotti (ASL AL)
La formazione in agricoltura
di P. Grosso (ASL CN1) e M. Saltetti (ASL CN2)
Il progetto "Io coltivo in sicurezza"
di S. Bruno e M. Saltetti (ASL CN2)
Il rischio lavorativo nel comparto agricoltura in Piemonte
di M. Gullo e C. Sidoti (INAIL Piemonte)
La vigilanza in agricoltura
di G. Mottura (ASL TO5)
Io scelgo la sicurezza, Anno 8 - n. 1 Marzo 2011 (formato PDF, 923 kB).
La sorveglianza degli infortuni mortali sul lavoro è attiva, in Regione Piemonte, dal 2003 e rappresenta un sistema consolidato di raccolta, codifica e trasmissione di informazioni che, oltre a garantire un bagaglio conoscitivo importante, può essere utilizzato per individuare linee di lavoro volte alla prevenzione.
Istituito presso l’ ASL AL, il Sistema di Sorveglianza sugli Infortuni Mortali, attraverso il Servizio Prevenzione Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, ha garantito ad oggi l’acquisizione, la validazione e l’inserimento nel data base nazionale di 388 casi di infortunio ricostruiti dal personale degli SPreSALpiemontesi con il modello SSI – Sbagliando Si Impara.
Ben 102 dei casi ricostruiti si sono verificati nel comparto agricolo (13 casi nel 2010).
In questa sede vengono presi in esame gli 89 infortuni mortali agricoli avvenuti nel periodo compreso tra il 2002 ed il 2009 e ricostruiti con il metodo SSI; essi si sono verificati in ambiti produttivi riconducibili alle seguenti categorie economiche: coltivazioni agricole,orticoltura, floricoltura/ coltivazioni agricole associate all’allevamento - allevamento di animali/caccia e cattura per allevamento e ripopolamento - attività connesse all’agricoltura e alla zootecnia (esercizio per conto terzi e noleggio di mezzi e di macchine agricole con personale), esclusi i servizi veterinari - creazione e manutenzione spazi verdi, silvicoltura e utilizzazione di aree forestali e servizi.
Esaminando la distribuzione dei casi tra le province del Piemontesi nota come il numero maggiore di casi sia concentrato nella Provincia di Cuneo, seguita da quelle di Torino e Asti.
L’elevata percentuale di casi registrati in Provincia di Cuneo, pari al 43,8 %, è dovuta al fatto che la sua economia è tradizionalmente forte nei settori dell’agricoltura e della zootecnia, ed anche nella propensione degli SpreSAL della provincia di Cuneo ad indagare anche casi che in altre parti della Regione non trovano la stessa attenzione, almeno prima dell’entrata in vigore del D.L.vo 81/2008, in quanto occorsi a titolari o coadiuvanti di aziende agricole e, in alcuni casi, anche a pensionati.
I lavoratori coinvolti negli 89 casi ricostruiti, sono 84 uomini e 5 donne e la loro nazionalità è prevalentemente italiana, salvo 5 casi in cui gli infortunati risultano essere stranieri.
Dividendo i casi in base all’età e al rapporto di lavoro è emerso che nel 46% di essi sono stati coinvolti titolari o soci, nel 9% coadiuvanti mentre nel 14% dipendenti.
Tre lavoratori erano irregolari mentre 19 risultavano essere in pensione.
L’83% degli infortuni è avvenuto in aziende con meno di cinque addetti (tra di essi convenzionalmente sono anche stati conteggiati i pensionati).
Questi dati fotografano in modo coerente la realtà agricola piemontese, fatta prevalentemente di piccole aziende per la quasi totalità a conduzione familiare, composte spesso da un titolare (il capo famiglia) e da collaboratori familiari (coniuge, figli, fratelli).
La maggior parte degli infortuni è avvenuta in aree agricole di pertinenza delle aziende o in zone forestali.
La ricostruzione dei casi con il metodo SSI ha poi consentito di suddividere i casi in funzione dello scambio di energia e dell’agente materiale.
Nella Tabella 2 sono riportati i tipi di incidente.
La compilazione degli assi ovvero l’individuazione dei fattori di rischio che hanno contribuito al verificarsi dell’evento o dei modulatori che hanno influito sullo scambio di energia o sull’entità del danno, ha consentito di individuare quali siano le cause ricorrenti di infortunio.
Innanzitutto è stato possibile individuare quattro contesti lavorativi allevamento, foraggicoltura e ortofrutticoltura, silvicoltura, manutenzione delle aree verdi ai quali sono riconducibili 63 casi su 89.
Sette casi sono stati invece ricondotti genericamente alla categoria alla guida in quanto trattasi di incidenti verificatisi alla guida di trattrici mentre le stesse percorrevano strade pubbliche o interpoderali.
In 9 casi invece l’evento è avvenuto in lavorazioni non propriamente di carattere agricolo, ma riconducibili ad attività di manutenzione di impianti, edifici e attrezzature.
Questi casi, che vedono comunque coinvolti addetti di aziende agricole, sia titolari che dipendenti, sono conseguenza di una propensione a svolgere in economia alcuni lavori di carattere manutentivo o di natura edile.
Per altri 10 casi non vengono date informazioni che possano permettere di contestualizzare l’evento in un determinato contesto lavorativo.
Emerge poi che la componente comportamentale dell’infortunato ha influito in modo determinante su ben 78 casi degli 89 ricostruiti.
Tali comportamenti sono caratterizzati da errori di procedura imputabili, per la maggior parte di essi, ad operazioni di lavoro che sono state ritenute scorrette ma che rappresentavano una prassi abituale o tollerata.
In nove casi ha anche influito il comportamento di terze persone anche in questo caso per scorrette prassi.
Un ulteriore elemento che emerge è che in tutti i contesti lavorativi, a esclusione dei lavori di manutenzione, la maggior parte degli infortuni ricostruiti sono riconducibili comunque all’uso di macchinari o attrezzature agricole.
Dall’analisi dei dati raccolti si nota come siano riconducibili alla categoria macchine/attrezzature 55 casi su 89 corrispondenti a circa il 62% dei casi totali.
Seguono invece le cadute (dall’alto ed in profondità) con 18 eventi mentre quelli dovuti a contatto con materiali, in genere caduti dall’alto o proiettati (es. caduta di alberi), rappresentano circa il 13% del totale.
Seguono i casi dovuti a elettrocuzione (2 contatti con linee aeree ad alta tensione) e il contatto con animali e movimenti in coordinati.
Per quanto concerne le attrezzature il triste primato spetta alle trattrici agricole coinvolte nella maggior parte dei casi in ribaltamenti con esito mortale per l’assenza di protezione del posto di guida.
In termini numerici sono significativi, sebbene rappresentano una piccola percentuale rispetto alla totalità degli eventi, anche quelli che vedono coinvolti gli alberi cardanici non protetti (numero 5casi).
I dati sopra riportati rappresentano una breve sintesi di quelli che sono stati raccolti nell’analisi degli 89 eventi mortali ricostruiti; la loro attendibilità, che è conseguenza di un attento lavoro di raccolta e validazione dei casi stessi, ha consentito di fotografare una situazione del fenomeno infortunistico che è coerente con le premesse che stanno alla base del Piano regionale di prevenzione in agricoltura e selvicoltura anni 2010 – 2012, e confermano l’appropriatezza delle misure di prevenzione individuate all’interno dello stesso.
In un prossimo futuro verrà presentata l’elaborazione completa dei dati raccolti.
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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