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Finanziamenti per la sicurezza: il dibattito e le risposte INAIL
Dopo il rapido esaurimento dei finanziamenti INAIL destinati agli investimenti per il miglioramento della sicurezza sul lavoro, molte sono state le opinioni e le critiche alla modalità di assegnazione.
Oltre ai numerosi commenti dei lettori (che potete leggere in calce all’articolo “ Assegnazione finanziamenti INAIL: un meccanismo da rivedere?”) numerose sono state anche le prese di posizione di varie associazioni di categoria delle imprese e degli artigiani che chiedono nuove modalità. Tutte hanno evidenziato l’impossibilità per la maggior parte delle imprese di accedere al sistema e quindi di vedersi valutata la domanda, non garantendo quindi le pari opportunità di accesso al bando.
L’Inail dal canto suo risponde con i dati dell’operazione, ammettendo però sia i problemi tecnici di black out temporaneo del sito sia l'impegno "a perfezionare questo importante strumento d'intervento già a partire dal prossimo bando, previsto nel giro di pochi mesi”.
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I dati diffusi dall’Inail mostrano come i fondi siano però stati sufficienti solo per poche aziende: i 60 milioni di euro disponibili hanno infatti consentito l’ammissione di 1.438 i progetti, a fronte di una richiesta (di quelle aziende che sono riuscite ad accedere al sito) di 778 milioni di euro, che dimostra quindi come l’esigenza di “forme di incentivazione volte a premiare le imprese «virtuose» che investono nella sicurezza sul lavoro, attraverso sgravi e agevolazioni fiscali e contributive” sia fondamentale, come ci ricorda anche nelle considerazioni conclusive la recente relazione sull’attività svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro del Senato della Repubblica.
Tra i dati Inail spicca anche una notevole disparità tra le motivazioni che hanno spinto le aziende a presentare le domande di finanziamento: solo il 6% ha richiesto fondi per finanziare la formazione, mentre la maggior parte (il 74%) ha interessato investimenti di rinnovo di attrezzature e impianti e il 20% l'adozione di nuovi modelli organizzativi.
Formazione quindi che rimane ancora lontana dagli obiettivi aziendali, mentre invece dovrebbe essere il fulcro delle attività di prevenzione, come ancora ci ricorda la relazione della Commissione del Senato sugli infortuni sul lavoro: “appare indispensabile uno sforzo ulteriore per cercare di prevenire e di contrastare il fenomeno, intervenendo su tre aspetti fondamentali: la formazione/informazione dei lavoratori e delle imprese; i controlli sull'applicazione delle norme; il coordinamento fra tutti i soggetti sociali ed istituzionali competenti”.
Anche il Procuratore Generale di Firenze, dottor Beniamino Deidda, nella sua audizione alla Commissione, ha sottolineato come “causa principale della diffusione delle malattie da lavoro sia la scarsa formazione dei datori di lavoro in tema di sicurezza del lavoro e la diffusa evasione delle norme in materia”. Deidda ha perciò proposto di “inserire nella normativa l’obbligo per i datori di lavoro di una adeguata formazione in materia di salute e sicurezza del lavoro e di introdurre e sviluppare nella normativa consistenti norme premiali per le aziende che intraprendono percorsi virtuosi di prevenzione”.
Pietro de' Castiglioni
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: MF - likes: 0 | 17/01/2011 (08:01:29) |
Non sono d'accordo sulla conclusione fatta, sulla base della preferenza sul finanziamento per "rinnovo attrezzature" rispetto a quello per finanziare la formazione/informazione, e che porta a dire che quest'ultima sia trascurata rispetto ad altri aspetti. Credo che, molto più semplicemente, si sia preferito finanziare quegli interventi maggiormente onerosi, rispetto ad altri che anno meno impatto. D'altra parte, quante ore di formazione dovrei fare per raggiungere, in termini economici, il valore p.e. di una rete idrica antincendio completa di vasca, pompe, scavi, ecc, per uno stabilimento industriale di piccole dimensioni e che impiega 15/20 persone? |
Rispondi Autore: moreno vanni - likes: 0 | 17/01/2011 (08:34:09) |
c'è da considerare il fatto che la formazione, ancorchè non ancora in maniera uniforme, ma è da qualche tempo diventata un'attività praticata dalle aziende, con costi che non necessariamente affossano l'economia aziendale. L'intervento su strutture e sistemi di protezione risulta sicuramente più oneroso come investimento e, in forma di principio, prioritario perchè tendente all'intervento alla fonte, fondamento del principio della prevenzione. |
Rispondi Autore: LR - likes: 0 | 17/01/2011 (08:43:40) |
A me pare che la sottovalutazione più importante sia quella relativa ai sistemi di gestione che dovrebbero poi diventare i motori della formazione. Naturalmente gli stessi enti di controllo dovrebbero verificare in modo sistematico il funzionamento del sistema il che entrerebbe in conflitto con gli enti di certificazione ecc... |
Rispondi Autore: Giovanni Colle - likes: 0 | 17/01/2011 (08:53:34) |
La formazione senza ammodernamento tecnologico è poco utile? è poco efficace? Può darsi, ma è assolutamente certo che vale anche il reciproco. La mia modesta esperienza (15 anni) di operatore "sul campo" in una media realtà manifatturiera con più unità produttive mi ha invece insegnato in modo piuttosto evidente che il fornire attrezzature, macchine e impianti tecnologicamente moderni e con adeguate caratteristiche di protezione non è assolutamente in grado di sostituire la conoscenza e la competenza (informazione, formazione e addestramento basati anche su procedure e istruzioni) che sono il presupposto essenziale per quel corretto comportamento lavorativo che ci permette di prevenire gli infortuni e le malattie sul lavoro. L'una cosa non può prescindere dall'altra ma la prima la si "risolve" con la semplice disponibilità economica mentre la seconda è estremamente più faticosa (per i risvolti organizzativi a cui si deve far fronte, per il fatto che si ha a che fare con il "mutevole" e complesso elemento umano) e ancora oggi nelle aziende troppe volte, per questi motivi, è vista come fumo negli occhi. Se non fosse così, com'è che con tutti gli ingenti investimenti per il miglioramento "oggettivo" della sicurezza nelle aziende seguiti in questi 15 anni post "626" i risultati sugli infortuni sono stati proporzionalmente così modesti? Credo proprio che si debba fare un ulteriore sforzo proprio sulla formazione. Se poi mi si dice che senza macchinari adeguati ed efficienti sarò pure formato, non mi farò male o ammalerò ma neppure mangerò perchè non faccio produzione al passo con i tempi, sfondate una porta aperta ma allora la questione va affrontata su piani completamente diversi e non su quello della prevenzione per il quale è nata l'iniziativa dell'INAIL. P.S. E non parlo così perchè a noi è andata bene: anche la mia azienda dalle 13.35 non ha potuto collegarsi al sito INAIL per inviare il progetto per la richiesta di finanziamento. |
Rispondi Autore: Alessia Gheno - likes: 0 | 17/01/2011 (10:40:24) |
Personalmente in merito alla richiesta fondi per il finanziamento concordo con MF,infatti la maggior parte delle richieste di informazioni che mi sono pervenute dalle aziende miravano proprio alla possibilità di richiedere finanziamenti per opere di ristrutturazione o adeguamento strutturale, quindi interventi onerosi che negli ultimi anni non sono stati compiuti. Questo anche perché per ottenere fondi finanziati per la formazione ci sono più vie che sì pongono limiti e restrizioni ma che non impongono progetti formativi in cui il 75% corrisponde ad un minimo finanziabile di 5.000 €. Le piccole imprese non raggiungeranno mai quella somma per progetti di formazione e quindi, hanno preferito tentare di ricevere i finanziamenti per progetti che ora sono difficilmente realizzabili senza finanziamenti. Questo per quanto mi riguarda non svilisce la formazione, sicuramente necessaria per la prevenzione dei rischi e per rendere consapevoli i lavoratori, ma solo dovrebbe spostare l'attenzione sulla difficoltà che hanno le aziende di attuare interventi migliorativi se non finanziate. |
Rispondi Autore: Paolo Zanini - likes: 0 | 17/01/2011 (12:33:30) |
Sono un consulente di piccole imprese e questa storia del clik-day mi induce ad alcune osservazioni: 1)visto che gli importi disponibili sono per regione la gestione informatica per regione ridurrebbe l'affollamento. 2)non è chiaro quale effetto sulla domanda avrà raggiungere 90 punti o 200. 3)perché premiare il coinvolgimento di soggetti "istituzionali" ? sono forse migliori di altri nell'erogazione di servizi? in base a quali riscontri? 4)75% di contributo per tutte e tre le tipologie di progetto non è equilibrato. Per acquisto di beni strutturali è troppo visto che l'impegno dell'azienda si riduce a chiedere delle offerte ai fornitori. Per la costruzione di sistemi di gestione l'impiego di risorse proprie non finanziabili (tempo e personale p.e.)comincia con l'avvio del progetto. La formazione per le piccole e piccolissime aziende è di difficile attuazione a meno che ci si accontenti dei metodi della così detta formazione obbligatoria che troppo spesso è solo formale e non efficace. 5)I risultati della sperimentazione hanno chiaramente dimostrato che sono la "cultura della sicurezza" e l'"educazione" i fattori più efficaci (vedi la letteratura sul BBS) e in questa direzione un sistema di gestione SGSL OHS applicato con metodo e costanza è il più efficace. 6)Il criterio della priorità per data/ora di presentazione della domanda serve solo a facilitare il lavoro degli impiegati ma è, di fatto, una lotteria. 7)Se è pur vero che la sicurezza riguarda tutti i lavoratori, è anche ovvio che sia meglio favorire prima e di più i lavori ad alto rischio con criteri di accettazione delle domande orientati più nettamente. 8)A livello regionale vi sono strutture collaudate che gestiscono progetti di questo tipo con professionalità, correttezza e competenza (nel Veneto ci sono); perché non affidare loro la gestione? |
Rispondi Autore: mario del sordo - likes: 0 | 17/01/2011 (13:17:11) |
concordo con la redazione rispetto alla valutazione sulla scarsità di progetti legati allo sviluppo della formazione. La maggior parte degli infortuni sul lavoro in Italia è assodato siano dovuti a motivi comportqamentali. I comportamenti si cambiano solo con la FORMAZIONE. Detto tutto. |
Rispondi Autore: Fabio Grandini - likes: 0 | 17/01/2011 (14:53:38) |
Buongiorno. Scusate ma NON sono d'accordo sul fatto (ed altri fortunatamente lo hanno già detto nei commenti)che si generalizzi sempre sulla tipologia di richieste di finanziamento o altri incentivi "dati" o meglio promessi alle imprese. Il problema è sempre il solito: le "grandi" hanno personale interno in grado di lavorare tutti i giorni per tali attività, senza bisogno di commercialista o tecnico, e sanno già dove mettere le mani prima che si apra il bando (e termino il commento). Se fosse messo un limite di fatturato alle imprese che possono accedere, ci sarebbero più richieste di minor importo (o forse è questo che non si vuole ??). |
Rispondi Autore: Zuolo Italo - likes: 0 | 17/01/2011 (15:33:41) |
Buongiorno, se vogliamo incrementare il numero di aziende che presentano progetti di formazione devono fare un bando a parte come è stato fatto negli anni 2001/2002. Se si mettono insieme formazione ed investimenti le aziende prediligono i progetti di investimento perchè portano più soldi. Lo strumento informatico per la presentazione delle domande anche se moderno ha dimostrato di essere iniquo (cose è servito dire che le domande si potevano presentae dal 12 gennaio a febbraio ?), è da preferire la vecchia raccomandata così almeno tutti i progetti presentati possono venire valutati e la scelta si può fare su tutti. Ho apprezzato la gradualità di punteggi per favorire la aziende più piccole. |
Rispondi Autore: Danilo Consoli - likes: 0 | 17/01/2011 (17:02:14) |
l'ignoranza mi porterebbe a dire che se vi sono stati problemi tecnici che non hanno permesso il collegamento da parte di tutti gli utenti sarà stata violata qualche normativa sui principi generali di democrazia che dovrebbe permettere ad ogni cittadino di poter usufruire in egual modo rispetto agli altri di un qualcosa relativo il bene pubblico. Si presuppone così l'annullamento di quanto fatto. |
Rispondi Autore: Luca Vanucchi - likes: 0 | 18/01/2011 (11:22:01) |
Due commenti, il primo sul black out del portale, se INAIL non è in grado di reggere 12 accessi contemporanei, viste le miglialia di aziende italiane intervenga con maggiore risorse oppure differenzi i giorni di accesso per regione visto che erano differenziati, altrimenti anche con 800 milioni di euro di finanziamento ripeteremo la pessa esperienza, che a proposito a fatto eco anche in europa. Secondo le aziende, quelle che seguo, fanno formazione ma usano altri canali, per i seguenti motivi, non regolarità delle opportunità di finaziamento da parte di INAIL, secondo quote orarie basse per piani di formazione complessi e seri, con 30 euro ora discente non si fà molto, se non corsi a catalogo ma i corsi a catolo non sono spesso calibtati sulle realta delle singole aziende. |
Rispondi Autore: Luca Vanucchi - likes: 0 | 18/01/2011 (11:23:10) |
Errata corrige quando ho scritto 12 intendevo 12mila accessi contemporanei |