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Riportiamo di seguito un approfondimento relativo a “Il rischio cancerogeno nel comparto legno” pubblicato sul numero di giugno del Bollettino Regionale sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro “Io scelgo la sicurezza” a cura della Direzione Sanità, Prevenzione Sanitaria ambienti di vita e di lavoro della Regione Piemonte.
L’articolo è a cura di di M. Cacciabue, F. Filippi, M. Gullo (INAIL Piemonte)
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Il rischio cancerogeno nel comparto legno
Riportiamo di seguito un approfondimento relativo a “Il rischio cancerogeno nel comparto legno” pubblicato sul numero di giugno del Bollettino Regionale sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro “Io scelgo la sicurezza” a cura della Direzione Sanità, Prevenzione Sanitaria ambienti di vita e di lavoro della Regione Piemonte.
L’articolo è a cura di di M. Cacciabue, F. Filippi, M. Gullo (INAIL Piemonte)
Il rischio cancerogeno nel comparto legno
Il rischio cancerogeno nel comparto legno è, principalmente, associato all’esposizione alle polveri di legno duro. Da anni, infatti, sulla base dei dati di letteratura e delle evidenze epidemiologiche sull’incremento dell’incidenza deitumori dei seni nasali e paranasali tra i lavoratori esposti a polveri di legno duro, la IARC ha classificato tali polveri come cancerogene (gruppo 1). Si precisa che il termine legno duro non si riferisce alla resistenza meccanica del legno ma al legno delle Angiosperme che nella lingua inglese viene indicato con “hardwood”.
Una lista di legni duri è disponibile nel sito dell’ISPESL all’indirizzo www.ispesl.it.
Evidenze recenti, tuttavia, attribuiscono capacità cancerogene anche alle altre polveri di legno (Barcellona et Alii, 2004; Bindi et Alii, 2005).
Il decreto legislativo 81/08 inserisce, nell’Allegato XLII, il lavoro comportante l’esposizione a polvere di legno duro come fra i processi che espongono ad agenti cancerogeni (art. 234 c. 3) e fissa il TLV delle polveri di legno duro a 5 mg/m3, specificando come questo si riferisca alla frazione inalabile e che, se le polveri di legno duro sono mescolate con altre polveri di legno, il valore limite si applica a tutte le polveri di legno presenti nella miscela in questione.
I tumori dei seni nasali e paranasali associati all’esposizione alle polveri di legno sono stati inseriti nel sistema tabellare che disciplina la tutela assicurativa delle malattie professionali nel 1994, con DPR 336/94. Sono neoplasie molto rare nella popolazione generale (1 caso atteso ogni 100.000 persone), ma in determinate categorie lavorative, quali i falegnami, l’incidenza è maggiore; infatti il rapporto è di 5-9 casi ogni 10.000 lavoratori (Bindi et Alii, 2005).
Nel comparto legno non vanno, comunque, trascurati altri fattori patogeni, connessi alla seconda lavorazione del legno e alle lavorazioni di assemblaggio dei manufatti, quali resine, colle, e altre sostanze come la formaldeide, recentemente inserita dalla IARC nel gruppo 1.
I profili professionali più esposti al rischio cancerogeno sono i falegnami, piuttosto che i boscaioli, circostanza che depone a favore di un rischio connesso a una più fine lavorazione del legno.
Il rischio in Piemonte
Le lavorazioni svolte nel comparto legno sono classificate alle voci di rischio afferenti al Grande Gruppo 5 della Tariffe dei Premi INAIL. In Piemonte, nel 2008, su un totale di 315.729 aziende assicurate a INAIL nella gestione Industria, erano attive 5.769 aziende impegnate in attività produttive attinenti al comparto legno. Secondo una tendenza consolidata nel tempo, si tratta di aziende prevalentemente a carattere artigianale (91% del totale) che svolgono, nel 94% dei casi, lavorazioni ricondotte alla classe di rischio del Gruppo 52.
Complessivamente, nel 2008 il comparto occupava 15.938 addetti concentrati, nel 85% dei casi, nelle aziende afferenti al Gruppo 52.
Per quanto attiene alla distribuzione territoriale delle aziende, Cuneo e Torino sono le provincie in cui vi è la massima concentrazione, con 1.164 aziende a Cuneo, di cui 1.079 del Gruppo 52, e 2.495 aziende a Torino, di cui 2400 del Gruppo 52. Il fenomeno tecnopatico a carattere cancerogeno, se confrontato a quello associato ad altri agenti di rischio quali amianto, IPA e ammine aromatiche oncogene, è più contenuto dal punto di vista numerico.
Il Rapporto Regionale INAIL Piemonte 2007 riferisce che, nel periodo 2000-2006, in Piemonte sono stati riconosciuti 66 casi di tumori dei seni nasali e paranasali per esposizione a polveri di legno. Il fenomeno interessa prevalentemente la provincia di Torino, nella quale si registra il 70% circa di tutti i tumori professionali segnalati all’INAIL in Piemonte. Per questo, da Ottobre 2001, presso il Centro Polidiagnostico INAIL, è operativo un gruppo di lavoro composto da professionalità diverse (tecnici ConTARP, medici e personale amministrativo), che esamina tutti i casi di neoplasie segnalati all’Istituto nella provincia di Torino.
Relativamente al rischio cancerogeno nel comparto legno, un approfondimento di 23 tra i casi riconosciuti fra il 2001 e inizio 2010, associati alla seconda lavorazione del legno, ha evidenziato come 22 siano tumori dei seni nasali e paranasali istologicamente qualificati come adenocarcinomi. Si tratta di tumori contratti da lavoratori/ex lavoratori che hanno svolto l’attività di falegname presso falegnamerie, eccezione fatta per un lavoratore che ha svolto attività di falegname a supporto delle attività di una azienda metalmeccanica. Un caso, infine, è un mesotelioma della pleura contratto da un falegname che assemblava celle frigorifere con uso di pannelli a base di amianto.
Bollettino Regionale sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro “Io scelgo la sicurezza”, mese di giugno 2010 (formato PDF, 827 kB).
Il rischio cancerogeno nel comparto legno è, principalmente, associato all’esposizione alle polveri di legno duro. Da anni, infatti, sulla base dei dati di letteratura e delle evidenze epidemiologiche sull’incremento dell’incidenza deitumori dei seni nasali e paranasali tra i lavoratori esposti a polveri di legno duro, la IARC ha classificato tali polveri come cancerogene (gruppo 1). Si precisa che il termine legno duro non si riferisce alla resistenza meccanica del legno ma al legno delle Angiosperme che nella lingua inglese viene indicato con “hardwood”.
Una lista di legni duri è disponibile nel sito dell’ISPESL all’indirizzo www.ispesl.it.
Evidenze recenti, tuttavia, attribuiscono capacità cancerogene anche alle altre polveri di legno (Barcellona et Alii, 2004; Bindi et Alii, 2005).
Il decreto legislativo 81/08 inserisce, nell’Allegato XLII, il lavoro comportante l’esposizione a polvere di legno duro come fra i processi che espongono ad agenti cancerogeni (art. 234 c. 3) e fissa il TLV delle polveri di legno duro a 5 mg/m3, specificando come questo si riferisca alla frazione inalabile e che, se le polveri di legno duro sono mescolate con altre polveri di legno, il valore limite si applica a tutte le polveri di legno presenti nella miscela in questione.
I tumori dei seni nasali e paranasali associati all’esposizione alle polveri di legno sono stati inseriti nel sistema tabellare che disciplina la tutela assicurativa delle malattie professionali nel 1994, con DPR 336/94. Sono neoplasie molto rare nella popolazione generale (1 caso atteso ogni 100.000 persone), ma in determinate categorie lavorative, quali i falegnami, l’incidenza è maggiore; infatti il rapporto è di 5-9 casi ogni 10.000 lavoratori (Bindi et Alii, 2005).
Nel comparto legno non vanno, comunque, trascurati altri fattori patogeni, connessi alla seconda lavorazione del legno e alle lavorazioni di assemblaggio dei manufatti, quali resine, colle, e altre sostanze come la formaldeide, recentemente inserita dalla IARC nel gruppo 1.
I profili professionali più esposti al rischio cancerogeno sono i falegnami, piuttosto che i boscaioli, circostanza che depone a favore di un rischio connesso a una più fine lavorazione del legno.
Il rischio in Piemonte
Le lavorazioni svolte nel comparto legno sono classificate alle voci di rischio afferenti al Grande Gruppo 5 della Tariffe dei Premi INAIL. In Piemonte, nel 2008, su un totale di 315.729 aziende assicurate a INAIL nella gestione Industria, erano attive 5.769 aziende impegnate in attività produttive attinenti al comparto legno. Secondo una tendenza consolidata nel tempo, si tratta di aziende prevalentemente a carattere artigianale (91% del totale) che svolgono, nel 94% dei casi, lavorazioni ricondotte alla classe di rischio del Gruppo 52.
Complessivamente, nel 2008 il comparto occupava 15.938 addetti concentrati, nel 85% dei casi, nelle aziende afferenti al Gruppo 52.
Per quanto attiene alla distribuzione territoriale delle aziende, Cuneo e Torino sono le provincie in cui vi è la massima concentrazione, con 1.164 aziende a Cuneo, di cui 1.079 del Gruppo 52, e 2.495 aziende a Torino, di cui 2400 del Gruppo 52. Il fenomeno tecnopatico a carattere cancerogeno, se confrontato a quello associato ad altri agenti di rischio quali amianto, IPA e ammine aromatiche oncogene, è più contenuto dal punto di vista numerico.
Il Rapporto Regionale INAIL Piemonte 2007 riferisce che, nel periodo 2000-2006, in Piemonte sono stati riconosciuti 66 casi di tumori dei seni nasali e paranasali per esposizione a polveri di legno. Il fenomeno interessa prevalentemente la provincia di Torino, nella quale si registra il 70% circa di tutti i tumori professionali segnalati all’INAIL in Piemonte. Per questo, da Ottobre 2001, presso il Centro Polidiagnostico INAIL, è operativo un gruppo di lavoro composto da professionalità diverse (tecnici ConTARP, medici e personale amministrativo), che esamina tutti i casi di neoplasie segnalati all’Istituto nella provincia di Torino.
Relativamente al rischio cancerogeno nel comparto legno, un approfondimento di 23 tra i casi riconosciuti fra il 2001 e inizio 2010, associati alla seconda lavorazione del legno, ha evidenziato come 22 siano tumori dei seni nasali e paranasali istologicamente qualificati come adenocarcinomi. Si tratta di tumori contratti da lavoratori/ex lavoratori che hanno svolto l’attività di falegname presso falegnamerie, eccezione fatta per un lavoratore che ha svolto attività di falegname a supporto delle attività di una azienda metalmeccanica. Un caso, infine, è un mesotelioma della pleura contratto da un falegname che assemblava celle frigorifere con uso di pannelli a base di amianto.
Bollettino Regionale sulla Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro “Io scelgo la sicurezza”, mese di giugno 2010 (formato PDF, 827 kB).
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