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Imparare dagli errori: cadute dall’alto in cantiere

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Imparare dagli errori

16/07/2008

Lavoro irregolare e mancanza di formazione, così si creano le condizioni per un lavoro insicuro. Alcuni esempi di infortuni tratti dall’archivio Ispesl Infor.mo.: assenza di dispositivi anticaduta, di ponteggi adeguati e di formazione.

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Con l’idea che gli esempi di incidenti possano essere più immediati ed efficaci nel sensibilizzarci sui rischi nei luoghi di lavoro, proseguiamo con la nostra rubrica “Imparare dagli errori” prendendo spunto da INFOR.MO., uno strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio contenuti nell'archivio del sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
 
 
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Attraverso le schede di INFOR.MO. torniamo a occuparci della piaga del lavoro irregolare, una piaga che il libro “Morte a 3 euro”, da noi recentemente recensito, mette a nudo dimostrando non solo l’esistenza del caporalato in una metropoli come Milano, ma anche l’inesistenza di ogni forma di sicurezza.
 
Partiamo dal primo caso.
L'infortunato, un lavoratore irregolare albanese, “doveva realizzare le opere di impermeabilizzazione della copertura di un edificio industriale”.
“Si trovava sull'attraversamento di uno shed lungo il canale di gronda, senza indossare i dispositivi anticaduta, e puliva il canale stesso; tale attraversamento ha un lato adiacente il parapetto e l'altro prospiciente la base dello shed, che è in traslucido non portante. Verosimilmente perdeva l'equilibrio e cadeva sulle lastre non portanti, sfondandole e precipitando all'interno del capannone”.
 
Le cause di questa morte bianca, fisicamente dovuta ai traumi riportati, sono facili da intuire. Accantonando l’inesistente organizzazione del lavoro e la probabile inesperienza dell’operaio, è chiaro che i fattori principali sono il mancato utilizzo di dispositivi anticaduta e la mancata formazione sui dispositivi di protezione necessari. Sempre se questi ultimi fossero disponibili...
 
Andiamo oltre e passiamo al caso di un lavoratore irregolare rumeno.
 
In questo caso l'infortunato stava smontando con un collega il ponteggio metallico presente in cantiere: “giunto al secondo piano del ponteggio si spostava sulla tettoia, posta a protezione dell'accesso dell'edificio, e riceveva le tavole di ponteggio in legno consegnategli dal collega dopo la loro rimozione dal dispositivo parasassi, al fine di appoggiarle al suolo”.
Durante l’attività perdeva l'equilibrio e cadeva da un'altezza di circa cinque metri e mezzo “trafiggendosi il torace su alcuni ferri acuminati di armatura, i quali dovevano essere successivamente utilizzati per la realizzazione di una nicchia in cemento armato per l'alloggiamento dei contatori e le punte dei quali non erano state richiamate, ovvero non erano state piegate su loro stesse in modo da formare una figura a forma di U rivolta verso il basso né risultavano munite di tappi di protezione”.
In questo caso i fattori relativi all’incidente sono diversi:
- la presenza di ferri da armatura non protetti;
- la mancanza di un parapetto;
- la mancanza di una imbracatura di sicurezza.
 
Ricordiamo che già il DPR 164 del 7 gennaio 1956, ora abrogato e sostituito dal Testo Unico D.Lgs. 81/2008, l’articolo 16 (ripreso comunque nel Testo Unico, art. 122) diceva che “nei lavori che sono eseguiti ad un'altezza superiore ai m. 2, devono essere adottate, seguendo lo sviluppo dei lavori stessi, adeguate impalcature o ponteggi o idonee opere provvisionali o comunque precauzioni atte ad eliminare i pericoli di caduta di persone e di cose”.
 
L’ultimo caso, tanto per smentire l’idea che i lavoratori irregolari siano solo stranieri, riguarda un lavoratore di nazionalità italiana.
L'infortunato “stava lavorando all'altezza del piano di gronda a circa 4,5 metri d'altezza su di un ponteggio privo di parapetto ed ancoraggi”.
“Per ragioni che non è stato possibile accertare” – forse si è sporto per “prendere  alcuni attrezzi che non erano a portata di mano”- l'infortunato è caduto dal ponteggio procurandosi un trauma cranico che ne ha causato la morte.
 
In questo caso i fattori che hanno causato l’incidente possono essere sia errori procedurali, nel caso si sia sporto eccessivamente, sia di attrezzature che non tenevano conto dei rischi:
- un ponteggio distante dal luogo in cui l’infortunato doveva lavorare;
- mancanza di parapetti del ponteggio.
 
Questa raccolta di casi di incidenti tra i lavoratori irregolari vuole aprire uno squarcio su una realtà sotterranea che è spesso sottovalutata o impossibile da valutare in termini di dati reali.
Il sommerso, negli infortuni sul lavoro, è enorme e qualsiasi politica per un miglioramento della sicurezza sul lavoro ne deve tener conto.
 
 
 
Tiziano Menduto


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