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Imparare dagli errori: esplosioni nello smaltimento dei rifiuti
Roma, 26 Apr - Concludiamo con questo articolo la documentazione dei sopralluoghi, eseguiti in seguito a incidenti gravi, descritti nella “ Seconda relazione intermedia sull’attività svolta” della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro.
Dopo aver parlato di travaso di acido cloridrico , di attività di cantieristica autostradale e di incidenti negli ambienti confinati, ci soffermiamo oggi su un grave incidente, relativamente recente, che ha avuto grande eco negli organi di stampa.
Parliamo dell’incidente avvenuto il 4 novembre 2010 a Paderno Dugnano, a nord di Milano, quasi al confine con la provincia di Monza.
È evidente che più recenti sono gli incidenti di cui parliamo, più siamo in obbligo di formulare solo ipotesi in merito alle dinamiche e alle cause. Tuttavia, come per gli altri articoli tratti dai sopralluoghi della Commissione, l’incidente diventa uno spunto per delineare, per tratteggiare alcune problematiche relative alla sicurezza sul lavoro in Italia.
L’incidente
Il sopralluogo è avvenuto tra il 14 e il 15 novembre 2010 a Paderno Dugnano ed era volto ad acquisire elementi conoscitivi sul gravissimo incidente verificatosi il 4 novembre presso lo stabilimento della Eureco Srl European Ecology International, un’azienda che si occupa di servizi ambientali e smaltimento di rifiuti industriali e speciali.
Il 4 novembre, poco prima delle ore 15, due operai della ditta “si trovavano nel piazzale dello stabilimento per seguire i lavori di divisione e stoccaggio dei rifiuti”, per i quali era stata incaricata una seconda ditta. Questa seconda ditta si occupava di facchinaggio e movimentazione merci ed era formata da personale di origine albanese.
Mentre si stavano svolgendo “queste attività, improvvisamente si è avuta una violentissima esplosione, seguita da altri scoppi e poi da fiammate che hanno investito in pieno gli operai”.
Uno di questi muore poco prima del sopralluogo, mentre altri due moriranno nei mesi successivi.
Il documento ricorda che sul piazzale dove è avvenuto l’incidente “erano certamente presenti vari tipi di materiali e prodotti, anche di tipo infiammabile, per cui i fattori di innesco potrebbero essere stati diversi”.
E durante il sopralluogo la “Commissione ha appreso che precedentemente, rispettivamente il 5 e il 18 agosto 2010, si erano verificati altri due incendi di minore entità presso lo stabilimento”. In entrambi i casi “gli accertamenti dei Vigili del fuoco e dei tecnici dell’ARPA” non avevano rilevato elementi significativi e non erano stati avviati procedimenti giudiziari, anche “se a seguito dell’incidente del 5 agosto l’ARPA ha disposto la sospensione di una serie di lavorazioni ritenute rischiose. Peraltro, in base alle informazioni raccolte, le cause dei due incendi non sono state determinate, il che lascia aperti una serie di interrogativi sull’esistenza di rischi non considerati all’interno dello stabilimento, anche in relazione al successivo e più grave incendio del 4 novembre”.
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La discussione
Come detto la Eureco S.r.l. “si occupa di trasporto, raccolta, smaltimento, stoccaggio e conferimento negli impianti di smaltimento di rifiuti speciali, assimilati agli urbani, pericolosi e non. Mentre l’altra azienda coinvolta nell’incidente, la Tnl S.r.l., è “una società appaltatrice della Eureco, alla quale fornisce manodopera per servizi di movimentazione, facchinaggio e manutenzione”.
Sia i rappresentanti della Eureco che quelli della Tnl, ascoltati dalla Commissione, “hanno affermato di aver adottato tutte le necessarie misure di sicurezza, nonché di aver adeguatamente formato i loro dipendenti e averli dotati dei prescritti dispositivi di protezione individuale. Peraltro, essi non hanno fornito dettagli sul tipo specifico di formazione impartita, soprattutto per quanto riguarda i dipendenti della Tnl, anche se è stato precisato che, tra questi ultimi, coloro che prestano servizio presso la Eureco, oltre alla formazione generica, ne ricevono pure una più specifica per le operazioni svolte in quel contesto, che hanno un carattere particolare”.
Nell’ambito delle informazioni raccolte, “un elemento rilevante e anche preoccupante” è “il fatto che la ditta Eureco sia da tempo al centro dell’attenzione degli organismi di controllo ambientale e che, in passato, sia stata anche coinvolta in varie vicende giudiziarie. Alla proprietà sono state infatti contestate numerose infrazioni, sia di carattere amministrativo che penale in relazione alle attività di trattamento e smaltimento di rifiuti: tra le accuse più gravi, vi è ad esempio quella di traffico illecito di rifiuti, risalente al 2008. Tali vicende (alcune delle quali sono ancora in corso di definizione) non hanno comunque finora dato luogo a provvedimenti inibitori dell’attività dell’impresa, che risulta quindi regolarmente esercitata.
L’azienda, precedentemente denominata Merlino, opera nel territorio di Paderno Dugnano fin dalla metà degli anni ‘80 e fu autorizzata per la prima volta con decreto della Giunta regionale nel 1988. Secondo la relazione svolta dal Sindaco di Paderno Dugnano dinanzi alla Commissione, l’autorizzazione regionale, come tutte le altre che seguirono, aveva validità temporanea quinquennale e fu concessa in variante allo strumento urbanistico comunale. Nel corso degli anni, l’autorizzazione è sempre stata rinnovata, sia dalla Regione che dalla Provincia (che, per modifiche normative, per un breve periodo, assunse nel 2002 la competenza delle autorizzazioni per gli impianti di gestione rifiuti). L’ultimo permesso risale al 2007 e ha validità fino al 2013”.
Nel frattempo l’azienda “si è ingrandita ed è stata autorizzata ad estendere la sua attività anche allo smaltimento di rifiuti tossico-nocivi e a costruire gli ulteriori edifici e strutture necessarie”. E la “presenza di un insediamento ad alto impatto ambientale, per di più nelle vicinanze di una arteria stradale assai importante come la Milano-Meda, è stata spesso contestata dal Comune di Paderno Dugnano”.
Tornando all’incidente del 4 novembre, tra gli aspetti più rilevanti emersi al momento del sopralluogo vi è comunque “la circostanza che, sebbene le operazioni di trattamento dei rifiuti più rischiose (ad esempio quelle che possono determinare emissioni nocive) avvenissero all’interno dello stabilimento, in aree appositamente attrezzate, vi erano comunque alcune fasi preliminari della lavorazione che erano svolte all’aperto, sul piazzale”.
Si è poi evidenziato “il fatto che in molti casi le aziende tendono, per evidenti ragioni economiche, ad utilizzare forme contrattuali di altri comparti, che però possono comportare anche minori obblighi dal punto di vista della sicurezza sul lavoro. Ad esempio, è stato rimarcato che, sulla base delle disposizioni vigenti, i dipendenti della ditta Eureco sono inquadrati con il contratto del settore commerciale, così come quelli della Tnl sono inquadrati nel comparto metalmeccanico”.
In definitiva sembra “opportuna una riflessione sul tema, che possa condurre alla elaborazione di soluzioni più efficaci ai fini della prevenzione dei rischi e della formazione dei lavoratori, attraverso interventi migliorativi di carattere normativo ed amministrativo e un rafforzamento dei controlli e dell’apparato sanzionatorio in materia”.
La prevenzione
Sebbene non in diretta relazione con l’incidente di Paderno, riportiamo a titolo informativo alcune misure per la prevenzione o lotta a incendi e esplosioni negli stabilimenti di trattamento RAEE, tratte dal documento “ La sicurezza per gli operatori degli impianti di trattamento dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE)”:
- “impianti elettrici tali da non costituire innesco in ambienti o impianti in presenza di sostanze o polveri combustibili aerodisperse ( ATEX);
- mantenere gli impianti in modo da prevenire i pericoli derivanti da contatti accidentali con elementi in tensione;
- piani di manutenzione programmata degli impianti elettrici da costruire secondo le norme CEI ed in modo da prevenire i rischi di incendio ed esplosione derivanti da anomalie del loro funzionamento; mantenere gli impianti in modo da prevenire i pericoli derivanti da contatti accidentali con elementi in tensione;
- sistemi per la rivelazione di incendi e di lotta antincendio nelle zone a rischio specifico; il piano di emergenza antincendio e lo svolgimento delle esercitazioni; il piano di formazione per gli addetti antincendio; le attrezzature antincendio in posizione accessibile, visibile e ben segnalata;
- formazione dei lavoratori circa la segnaletica antincendio e la posizione delle vie di esodo;
- divieto assoluto di fumo;
- regolare verifica e manutenzione dell’ attrezzatura antincendio”.
Le informazioni relative all’incidente sono tratte da:
Tiziano Menduto
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