Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Imparare dagli errori: i rischi del rumore in cantiere
È spesso più facile descrivere e analizzare un incidente sul lavoro che mostrare il lento ma inesorabile cammino di molte delle malattie professionali denunciate dai lavoratori in Italia.
Per accennare a questo evitabile “cammino”, presentiamo una ricostruzione di una possibile situazione pericolosa per la sicurezza e salute dei lavoratori del comparto edile; una ricostruzione contenuta nel documento “ Audio-visivi per l'informazione nel cantiere multietnico”, realizzato dalla Consulenza Tecnica per l’Edilizia dell’ INAIL.
Ci occupiamo in questo caso dell’ipoacusia, una delle malattie professionali storiche più diffuse, anche se in leggera flessione rispetto agli ultimi anni (-17% dal 2005 al 2009).
Ricordiamo a questo proposito che nel 2009 i casi denunciati di ipoacusia da rumore sono stati complessivamente 5.813.
Il caso
Il documento racconta l’accavallarsi di una “lavorazione rumorosa (operaio con martello demolitore) e di una non rumorosa (operaio intento a verniciare), il rumore è tale che quando l’operaio che sta verniciando viene chiamato dal capocantiere questi non sente”.
Arriva successivamente il medico per effettuare le visite periodiche e si accorge che tutti gli operai hanno problemi di udito.
A questo punto il medico riferisce quanto rilevato al datore di lavoro, il quale a sua volta riferisce al capocantiere.
Il datore di lavoro ispeziona successivamente il cantiere e “si accorge che vi sono problemi di organizzazione dello stesso; ne parla con il capocantiere il quale provvede a riorganizzare il tutto cercando di isolare la fonte di rumore creando delle barriere con la disposizione in cantiere del materiale stoccato intorno alla fonte di rumore”.
La prevenzione
A commento di questo caso simulato, la pubblicazione Inail ci ricorda che uno dei rischi più diffusi nel cantiere edile è proprio il rumore.
È quindi molto importante effettuare una giusta valutazione delle principali fonti di rumore all'interno del cantiere edile.
Inoltre è bene pianificare “un adeguato rinnovo e aggiornamento delle attrezzature e delle macchine di cantiere in uso da parte dell’impresa, in modo da evitare l’utilizzo di attrezzature inutilmente rumorose”.
Come abbiamo visto nel caso simulato, può essere necessario “confinare i macchinari e le lavorazioni che producono rumore in zone circoscritte predisponendo tutti i provvedimenti di attenuazione adottabili”.
Ad esempio mediante:
- “allontanamento dalla sorgente di rumore;
- “segnalazione delle zone tramite perimetrazione e cartellonistica”;
- “interdizione al passaggio e all'ingresso nell'area di lavoro al personale non addetto alla lavorazione”.
Inoltre va ricordato che i macchinari rumorosi “vanno ubicati in modo tale da recare il minore disturbo possibile”.
Deve essere poi sviluppato un programma dei lavori che eviti situazioni di utilizzo contemporaneo di più macchinari ad alta emissione di rumore.
Ricordiamo che, con l’entrata in vigore del D.Lgs. 195/2006 prima e del Decreto legislativo 81/2008 poi, la valutazione del rischio rumore è parte del Documento di Valutazione dei Rischi e non deve più essere redatto un documento a parte (come previsto prima dal D.Lgs. 277/1991).
In particolare il Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro prevede sia valori inferiori d’azione, che valori superiori d’azione e valori limite d’esposizione: il superamento di questi valori determina l’attivazione di differenti misure di prevenzione e protezione.
Riprendiamo dal manuale " La valutazione dei rischi nelle costruzioni edili", prodotto dal CPT di di Torino e Provincia e dall’INAIL Piemonte, alcune indicazioni relative ai dispositivi di protezione dell’udito, una delle misure di prevenzione utilizzabili nei luoghi di lavoro rumorosi.
Un DPI dell’udito (DPI-u) ha il compito di attenuare i rumori pericolosi per l’apparato uditivo dei lavoratori, “pur consentendo, in genere, il passaggio attraverso il filtro delle frequenze utili per la comunicazione”.
Per la scelta dei DPI-u “è opportuno, e a volte indispensabile, conoscere i valori in frequenza del rumore affinché possano essere confrontati con i valori d’attenuazione del DPI-u e utilizzati per il calcolo dell’abbattimento dei livelli sonori equivalenti e di picco”.
In particolare si ricorda che “occorre utilizzare i DPI dell’udito durante le lavorazioni per le quali non è possibile contenere, con misure tecniche, organizzative e procedurali, il rumore in modo che l’esposizione dei lavoratori si mantenga inferiore o uguale ai livelli superiori d’azione”.
Tuttavia “per semplicità è necessario che il DPI sia indossato quando i livelli sonori equivalenti delle singole rumorosità superano gli 85 dB(A), poiché l’esposizione a questi livelli può facilmente determinare un livello giornaliero o settimanale superiore a 85 dB(A) e ovviamente se ci sono rumori impulsivi superiori a 137 dB(C)”.
Inoltre i lavoratori esposti a livelli superiori a quelli inferiori d’azione “possono richiedere il DPI-u che il datore di lavoro deve tenere a disposizione: in questi casi l’uso del DPI-u è a discrezione del lavoratore”. Indossarlo è utile.
Vediamo infine le principali tipologie di DPI-u di tipo passivo.
Gli inserti auricolari (o tappi) “si suddividono, in genere, nelle seguenti categorie:
- inserti auricolari preformati; s’inseriscono nel meato acustico senza dover essere modellati;
- inserti auricolari modellabili dall’utilizzatore; s’inseriscono nel meato acustico dopo essere stati compressi, in seguito si espandono adattandosi alla conformazione dell’orecchio;
- inserti auricolari modellati su misura; sono inserti personalizzati adatti solo all’utilizzatore;
- inserti auricolari con archetto (o archetti); sono formati da inserti preformati o modellabili e da un archetto che li spinge nel meato acustico esterno”.
Le cuffie sono “costituite da conchiglie, che coprono le orecchie, dotate di cuscinetti fonoassorbenti per l’attenuazione del rumore; le conchiglie sono collegate da un archetto di sostegno in genere di metallo o di plastica che può passare sopra la testa, dietro la nuca, sotto il mento o può essere universale”.
Un esempio di DPI multiplo è costituito da cuffie montate su elmetto.
Esistono anche altri DPI dell’udito di tipo attivo più complessi, ad esempio “con componenti elettronici concepiti per eliminare parzialmente il rumore e per migliorare ulteriormente la protezione”.
Inail, “ Audio-visivi per l'informazione nel cantiere multietnico”, pubblicazione realizzata dalla Consulenza Tecnica per l’Edilizia dell’INAIL con testi di Giuseppe Cardoselli e Paolo Meschino, versione marzo 2010 (formato PDF, 10.88 MB).
Tiziano Menduto
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.