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Imparare dagli errori: incidenti in attività di viticoltura
In “Imparare dagli errori” stiamo presentando casi esemplari di incidenti nell’uso di attrezzature di lavoro e macchinari correlati ad un numero elevato di infortuni professionali.
Abbiamo parlato di albero cardanico, di motosega, di autobetoniera e parliamo oggi di motocoltivatore, una macchine per la lavorazione del terreno con conducente a piedi.
A sfogliare i casi dell’archivio di INFOR.MO. - strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi – si scopre che sono molti i casi archiviati relativi a incidenti con motocoltivatori.
In questo articolo ci occuperemo degli incidenti avvenuti nelle attività di viticoltura, con riferimento per lo più ad attività di fresatura, cioè di sminuzzamento e rimescolamento degli strati superficiali del terreno.
I casi
Il primo caso è relativo infatti ad attività di fresatura della vigna con motocoltivatore.
Siamo in un tardo pomeriggio, dopo un acquazzone. L’infortunato sta fresando il filare della propria vigna.
Ad un certo punto, “probabilmente per riportare il motocoltivatore nella giusta direzione”, solleva la macchina tramite le leve di comando, “senza prima agire sulla leva di disinnesto della rotazione delle lame della fresa”.
A questo punto si suppone che “a causa della forte pendenza del terreno, dell’umidità dell’erba e del carico eccessivo (dovuto al peso del motocoltivatore) sul terreno dell’infortunato, lo stesso sia scivolato e abbia urtato con la parte inferiore della gamba destra nella lama in rotazione della fresa”.
Verso le 21, i famigliari trovano “morto dissanguato”.
Le analisi successive all’ incidente sottolineano l’errore procedurale, il mancato spegnimento delle lame della fresa e il sollevamento del motocoltivatore in una situazione favorevole a una eventuale perdita di equilibrio.
Un secondo infortunio recente, avvenuto nel 2008, è relativo all’uso di un motocoltivatore gommato in attività di viticoltura.
Il caso è descritto brevemente. L'infortunato è “impegnato nella fresatura di un vigneto con un motocoltivatore gommato, quando, nel tentativo di ingranare la retromarcia”, gli arti inferiori vengono afferrati dalle zappe.
A causa dell'amputazione degli anti inferiori, la morte sopraggiunge, anche in questo caso, per dissanguamento.
Un elemento determinante dell’incidente è la manovra errata compiuta, una “pratica scorretta tollerata”, ma pericolosa.
Inoltre il motocoltivatore era carente di protezioni adeguate.
Sempre di motocoltivatore e di retromarcia si parla in un terzo caso, relativo ancora ad attività di fresatura della vigna.
L’infortunato sta fresando il terreno nel vigneto con un motocoltivatore. Ad un certo punto inserisce la retromarcia per eseguire qualche operazione/spostamento, probabilmente scivola e perde il controllo del mezzo.
Il motocoltivatore prosegue la sua corsa in retromarcia e a causa della presenza, nell’immediata vicinanza, di un pesco schiaccia l’infortunato contro il tronco della pianta stessa. Il viticoltore si trova come in una morsa costituita dal piantone dello sterzo che lo tiene premuto contro l’albero ed il manubrio, che essendo a forma di U ne impedisce la fuga lateralmente. In questa posizione non è in grado di “agire sul comando della frizione per allentare la presa o per inserire il comando in avanti che si trova sul manubrio incastrato contro l’albero di pesco”. Per qualche minuto l’infortunato resiste alla spinta del mezzo unicamente con la propria forza, chiama aiuto. Tuttavia il soccorso dei famigliari e la corsa in ospedale non evitano il decesso per schiacciamento/trauma toracico.
Evidentemente il coltivatore non ha valutato attentamente lo spazio di manovra (vicinanza albero di pesco). In questo caso l'arresto del motocoltivatore era “possibile solo attraverso una manopola posta sul motore e non raggiungibile dal posto di guida”.
Concludiamo questa prima carrellata sugli incidenti con motocoltivatori, abbandonando la viticoltura e occupandoci della fresatura di un orto.
Durante la fresatura dell’orto nel procedere in retromarcia l'operatore rimane schiacciato tra il mezzo e una pianta. “Il mezzo non si è arrestato perché il dispositivo di sicurezza, che se rilasciato spegne il motore, era stato bloccato dall'operatore con un elastico”.
La causa dell’incidente è evidente: l’infortunato ha bloccato il dispositivo di sicurezza “motor stop”.
La prevenzione
Alcuni elementi di prevenzione sono evidenti, ad esempio in alcuni casi la mancanza di un dispositivo che se rilasciato arresti il motocoltivatore o di un dispositivo che impedisca alla fresa di funzionare quando è innestata la retromarcia.
In una prossima puntata dedicata ai motocoltivatori, affronteremo le necessarie protezioni di queste macchine agricole per prevenire incidenti.
Riportiamo invece ora alcuni suggerimenti e buone pratiche tratte da un documento realizzato dall’ Enama (Ente Nazionale Meccanizzazione Agricola), una scheda dedicata alla sicurezza nell’utilizzo di “ Macchine per la lavorazione del terreno con conducente a piedi” (motocoltivatori e motozappatrici).
Al di là delle precauzioni generali nell’uso di macchine agricole e delle protezioni necessarie, vediamo l’utilizzo in campo di queste macchine.
Intanto la “guida delle macchine richiede una particolare preparazione del conducente, che deve adottare un’idonea andatura onde evitare possibili urti, strattoni, investimenti”.
Un uso corretto del motocoltivatore richiede il rispetto delle “seguenti regole elementari:
- “ispezionare preliminarmente il terreno sul quale si dovrà eseguire il lavoro e rimuovere, se possibile, ogni eventuale ostacolo;
- accertarsi delle condizioni del terreno, tenendo presente che con terreno troppo bagnato non si può operare;
- su terreno compatto o sassoso valutare preventivamente le reali possibilità operative della macchina;
- ricordarsi che su terreni declivi è preferibile lavorare secondo il senso della massima pendenza (rittochino). in ogni caso consultare il manuale di istruzioni sui pericoli connessi alle lavorazioni in pendenza ed alle precauzioni da prendere;
- prima di avviare il motore accertarsi che la macchina abbia il cambio in posizione di folle;
- quando il motore è dotato di avviamento a strappo procedere alla messa in moto mantenendosi fuori della zona di rispetto prevista attorno alla macchina;
- usare attenzione nei trasferimenti, in particolare se si opera su terreni accidentati;
- nel caso durante il lavoro con una fresa si debba procedere in retromarcia gli utensili devono essere disinseriti: qualora ciò non fosse possibile (l’organo lavorante è lo stesso di propulsione) sarà sufficiente che la velocità di retromarcia sia limitata in maniera da non costituire pericolo;
- ogni spostamento della macchina con conducente a piedi deve essere possibile solo quando lo stesso esercita un’azione continua sull’organo di comando corrispondente. È vietato escludere l’azione del comando (motor stop) che arresta il motore nel caso d’abbandono delle stegole con macchina in movimento;
- nel caso in cui nel corso del lavoro si avvertano colpi o vibrazioni anomale nella macchina spegnere immediatamente il motore ed accertarsi delle cause”.
Pagina introduttiva del sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 1674 e 1010 (archivio incidenti 2005/2008), 39 e 101 (archivio incidenti 2002/2004).
Tiziano Menduto
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: franco piccolo - likes: 0 | 22/03/2015 (16:26:13) |
l'articolo è interessante in quanto sono indeciso tra il mtc e il cingolato perchè si tratta di terreno scosceso.con i nuovi mezzi la sicurezza è quasi totale però sono convinto che il cingolo sia meno pericoloso considerando anche la mia non più verde età. grazie e a presto |