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Imparare dagli errori: la manutenzione delle scale fisse

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Imparare dagli errori

12/10/2010

Situazioni pericolose e casi reali di incidenti relativi a cadute nell’utilizzo di scale fisse nei luoghi di lavoro. La carenza di manutenzione, l’assenza di corrimani, la presenza di oggetti e materiali sui gradini e la scarsità di illuminazione.

In relazione alla campagna europea sulla manutenzione sicura, concludiamo la presentazione degli esempi di pericolo connessi alla manutenzione tratti dalle pagine web di “ Giusto & Sbagliato”, un sito curato dall’Agenzia Europea per la sicurezza e Salute sul Lavoro ( EU-OSHA).
In questo articolo non ci occupiamo di rischi di comparto, ma di problematiche  che sono trasversali nel mondo del lavoro: quelle relative alle cadute nell’utilizzo di scale fisse.
Oltre a utilizzare il sito “ Giusto & Sbagliato”, presenteremo anche dei casi reali di incidenti tratti raccolti dall’archivio di INFOR.MO. - strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.


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L’incidente possibile
Potremmo essere in un qualunque ambiente lavorativo in cui sono presenti scale fisse.
Un lavoratore sta scendendo le scale tenendo in una mano dei documenti. Con la mano libera si aggrappa al corrimano perché le pedate delle scale sono in cattive condizioni e non ci sono contrassegni sui bordi (sporgenze). Inoltre l'illuminazione è scarsa.
Ad un certo punto il corrimano si rompe perché i fissaggi (viti) sono saltati via dalla parete: il lavoratore cade giù dalle scale.
 
Siamo di fronte a un chiaro esempio di manutenzione carente o del tutto assente.
Come sarebbe stato evitabile l’incidente?
Un addetto alla manutenzione avrebbe dovuto riparare il corrimano e contrassegnare le pedate delle scale fisse. Il corrimano doveva essere chiaramente fissato alla parete, le pedate avere chiari contrassegni sui bordi e la scala essere ben illuminata.
 
Gli incidenti reali
Il primo caso di INFOR.MO. è relativo ad attività di manutenzione in un fabbricato.
Mentre scende dal terrazzo del fabbricato in manutenzione per portarsi al piano terra, un operaio cade nella tromba delle scale riportando gravi danni: frattura del torace e della colonna vertebrale.
Dal sopralluogo effettuato successivamente all’incidente emerge che la scala “non era provvista di parapetto di protezione sui lati prospicienti il vuoto, che i gradini e i ripiani erano ricoperti di detriti e che il lavoratore calzava scarpe comuni e non di sicurezza”.
 
Una semplice caduta dalle scale può anche essere mortale.
È il caso di una lavoratrice, addetta alle pulizie, che si trova su una rampa di scale di marmo e sta pulendo le ringhiere con un panno umido.
Non si sa perché cade, viene trovata ai piedi della rampa sul pianerottolo in stato di incoscienza. Dopo 14 giorni dall’incidente sopraggiunge la morte a seguito di contusione del cranio.
 
Analizziamo un ultimo caso relativo ad attività di gestione di un impianto sportivo, in particolare uno stadio del ghiaccio con pista in ghiaccio artificiale.
Il lavoratore per recuperare “presso l’officina dei pattini che erano stati affilati”, scende correndo “lungo una scala fissa che collega il piano terra con il piano seminterrato dello stadio del ghiaccio, scala utilizzata anche dai pattinatori (pubblico o atleti) che usufruiscono della pista da ghiaccio, per accedere a servizi e spogliatoi”.
Improvvisamente, a circa metà della rampa, mette un piede sul bordo dello scalino e perde l’equilibrio, cadendo rovinosamente in avanti sulla scala.
Finendo con tutto il peso sulla mano sinistra, riporta “una frattura esposta al polso della mano stessa”.
In questo caso la scala, delimitata da due pareti e sprovvista di corrimano lungo i lati, è risultata ben illuminata, con pedate ed alzate a norma.
È evidente l’ errore procedurale: scendere le scale correndo. Tuttavia è altrettanto evidente la mancanza di un corrimano, mancanza che ha reso più facile la caduta.
 
La prevenzione:
Le cadute in piano e sulle scale fisse sono un problema da affrontare in tutti i luoghi di lavoro. In questi ultimi anni sono stati prodotti alcuni documenti che ci possono aiutare a percepire l’entità dei rischi che corriamo a camminare o salire e scendere le scale in luoghi ingombri di materiale, carenti di manutenzione o con scarsa illuminazione.
 
L’EU-OSHA che ci ricorda che spesso nelle scale fisse:
- è “difficile vedere i gradini, specialmente distinguere un gradino dall'altro”;
- c’è scarsa illuminazione;
- i corrimani sono mancanti o difettosi, staccati o rotti;
- c’è l’abitudine di trasportare oggetti mentre si salgono o si scendono le scale;
- si lasciano o si depositano oggetti sui gradini o sui pianerottoli.
Le misure di prevenzione sono la conseguenza di quanto rilevato:
- “contrassegnare sempre le sporgenze e migliorare l'illuminazione;
- le scale non devono avere un'illuminazione inferiore alle aree adiacenti;
- fissare saldamente i corrimano alle pareti ed ai pali;
- riparare i corrimano staccati o rotti;
- non portare oggetti sulle scale, specialmente se richiedono l'uso di entrambe le mani o impediscono di vedere i gradini;
- non collocare oggetti sui gradini e assicurarsi che non vi siano oggetti ad ostruire i pianerottoli”.
 
Ricordiamo infine alcune indicazioni tratte dal progetto “ TRA TERRA E CIELO” proposto dal Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro ( Spisal) dell’ ULSS 6 di Vicenza in relazione alle scale fisse:
 
- porre attenzione agli zerbini, in particolar modo quelli posti alla “partenza ed all’arrivo delle rampe di scale e, soprattutto, quando queste rappresentano anche delle vie di esodo in caso di emergenza”;
- misurare “i gradini di ogni rampa di scale perché devono avere tutti le stesse dimensioni, sia le alzate (superfici verticali), che le pedate (superfici orizzontali)”. Comunque segnalare eventuali variazioni nelle dimensioni e assicurarsi che le “superfici dei gradini delle scale fisse presentino caratteristiche di tipo antisdrucciolevole”;
-  rimuovere eventuali tubi flessibili e cavi srotolati che ingombrano le aree di lavoro e di passaggio e incoraggiare il personale a mantenere l’ambiente pulito e ordinato;
- fare “eseguire le pulizie dei pavimenti al di fuori dell’orario di lavoro o, comunque, in ambienti non presidiati”, segnalando e vietando il passaggio in luoghi bagnati se ciò non è possibile;
-  mantenere le vie di circolazione per i pedoni libere da materiali che determinino pericoli di scivolamento e da materiale ingombrante;
- controllare che i “parapetti sul lato aperto delle scale fisse a gradini e dei pianerottoli possiedano un'altezza utile di almeno 1 metro a partire dal pavimento (misurata in verticale dal lembo superiore e, per le rampe, fino all’angolo fra pedata ed alzata dei gradini)” e che  “il lembo superiore del parapetto garantisca la presa sicura della mano”;
- utilizzare “calzature comode, traspiranti, chiuse e con suola antiscivolo, anche quando non sono obbligatorie calzature di sicurezza con puntale rigido e lamina antiforo”;
- circolare a piedi con almeno una mano libera senza caricarsi di pesi ingombranti.
 
 
Per consultare direttamente la presentazione degli infortuni “reali” di cui ci siamo occupati, collegarsi a questa pagina del sito web di INFOR.MO. per visualizzare le schede numero 1232, 2026 e 1404 (archivio incidenti 2002/2004).
 
EU-OSHA, “ Fall on stairs”, le immagini relative all’uso della scala (formato ZIP, 9.9 MB).
 
EU-OSHA, il sito “ Giusto & Sbagliato”.
 
Tiziano Menduto

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