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Imparare dagli errori: potare e "sramare" in sicurezza

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Imparare dagli errori

20/10/2009

Esempi tratti dall’archivio Ispesl Infor.mo.: incidenti in attività di sramatura e potatura nell’ambito della manutenzione del verde. La dinamica dei fatti e le misure di prevenzione applicabili.

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In una precedente articolo della rubrica “Imparare dagli errori” abbiamo presentato alcuni dati, tratti da un recente convegno relativo al comparto agricolo, relativi agli infortuni mortali in lavori di giardinaggio e manutenzione del verde.
Partendo da questi elementi, siamo andati a “consultare” INFOR.MO., uno strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio contenuti nell'archivio del sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi, dove effettivamente sono presenti un grande numero di incidenti correlati con le varie attività di manutenzione del verde: potatura, sramatura, taglio alberi, regolazione siepi, sfalcio d’erba, …
 
 
 
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I casi
Cominciamo a presentare un caso di infortunio in un’attività di sramatura alberi (fase di lavoro che consiste nel taglio dei rami e della parte all’estremità più alta dei fusti arborei).
 
L'infortunato, con il fratello, doveva eseguire la sramatura di alcuni alberi nel giardino della propria  casa.
Nel compiere tale operazione “saliva sulla benna di un carrello elevatore frontale, mentre il fratello si metteva alla guida dello stesso”.
Successivamente l'infortunato veniva portato, più o meno, alla quota di 4,70 metri “dove iniziava a potare le piante”.
Durante lo spostamento il carrello elevatore, “a causa del terreno scosceso e alla presenza sullo stesso dei rami precedentemente abbattuti”, perdeva stabilità e “si ribaltava nella strada sottostante”.
 
È chiaro che in questo caso siamo di fronte a diversi fattori che hanno determinato l’incidente, ad esempio:
- l’uso improprio di un’attrezzatura;
- uno spostamento del carrello con operatore in quota;
- un’insufficiente valutazione del rischio dovuto al terreno scosceso.
 
I casi di procedure errate e di rischi non valutati sono molti, vi sono tuttavia anche situazioni particolari che possono suggerire come i rischi a volte non siano sempre evidenti e devono essere valutati con attenzione…
 
È il caso di un attività di potatura del giardino di un privato svolta attraverso una piattaforma aerea.
L’infortunato si trovava nel cestello della piattaforma manovrata a terra da un terzo.
“Uno degli stabilizzatori della piattaforma era stato posizionato dal terzo sopra il coperchio di un tombino della fognatura. Improvvisamente il coperchio è ceduto provocando il ribaltamento della piattaforma”.
Per la caduta l’infortunato è deceduto il giorno seguente all’ospedale.
 
Anche in questo caso è presente un errore di procedura: era necessario verificare “che lo stabilizzatore della piattaforma fosse su un piano duro”, resistente.
 
La prevenzione
Abbandoniamo i casi e veniamo ora a qualche consiglio riguardo a queste lavorazioni.
Riguardo alla sramatura si può fare riferimento alla banca dati dei "Profili di Rischio di Comparto" dell’Ispesl, dove sono raccolte informazioni sui rischi in ogni singola fase del ciclo produttivo di un gran numero di attività.
Nella scheda relativa al “Profilo di rischio nel comparto arboricoltura” si ricorda ad esempio che le misure di prevenzione nelle attività di sramatura “si concretizzano con la scelta e l’adozione di procedure di lavoro applicate da tutti gli operatori che devono essere informati ed addestrati per la loro attuazione e all’uso di idonei dispositivi di protezione individuali”.
Inoltre l’operatore, “prima di effettuare la sramatura, deve valutare le caratteristiche della pianta al fine di individuare la migliore tecnica da utilizzare in relazione anche alla presenza di rami che sostengono il fusto che, essendo in tensione, potrebbero provocare movimenti del tronco e colpi di frusta o altre situazioni di pericolo”.
 
Riguardo alle normali attività di potatura possiamo fare invece riferimento ad un documento che abbiamo presentato nei giorni scorsi e che vuole fornire al settore della manutenzione del verde informazioni sulla corretta valutazione dei rischi, sull’utilizzo di Principali problematiche di sicurezza ed igiene del lavoro osservate ed aspetti di prevenzione da migliorare nelle Aziende della manutenzione del verde”.
 
In questo documento, redatto dal gruppo di Lavoro “Agricoltura” dell’ASL Provincia di Monza Brianza, si riportano diverse indicazioni per le attività di potatura.
Ad esempio si dovrà:
- “delimitare l’area pericolosa, vietando l’accesso all’area di caduta rami;
- segnalare i lavori con corretta cartellonistica di pericolo e di divieto”;
- “usare le attrezzature più idonee per il lavoro in quota quali piattaforme aeree per alberi ad alto fusto (in alternativa utilizzo di tecniche di “tree climbing” con operatori abilitati)”. Possono anche “essere utilizzate anche scale affrancate, con uomo anch’esso vincolato, per potature di alberi di limitata altezza e dove i lavori si possono eseguire con poco impegno muscolare”;
- sorvegliare a terra l’area di lavoro, sorveglianza “a cura di un preposto addetto unicamente a questo compito, per evitare la presenza persone esposte, nella zona pericolosa di caduta dei rami”.
 
Riguardo poi alle piattaforme aeree si ricorda che “trattandosi di attrezzature complesse devono essere utilizzate unicamente da personale adeguatamente addestrato, adottando le seguenti indicazioni:
- “utilizzare solo attrezzature specificamente destinate al lavoro in quota; si ricorda il divieto di utilizzare cestelli autocostruiti o benne per il sollevamento di persone;
- rispettare scrupolosamente le indicazioni del manuale d’uso della piattaforma, che devono essere lette e messe in pratica dagli utilizzatori, con particolare riferimento a: modalità di utilizzo, rischi residui (cioè quelli non eliminabili con mezzi tecnici), limiti di uso e divieti”;
- “gli spostamenti del braccio in quota devono essere comandati unicamente dall’operatore sul cestello (l’utilizzo dei comandi a terra è riservato alle situazioni di emergenza);
- il funzionamento dei dispositivi di sicurezza deve essere verificato preventivamente;
- gli stabilizzatori devono essere posizionati correttamente;
- l’operatore che lavora nel cestello deve utilizzare cinture di sicurezza, anche se c’è il parapetto;
- dovrà essere prestata attenzione alla eventuale presenza di linee elettriche aeree, nel qual caso dovrà essere mantenuta una distanza minima di 5 metri dai cavi;
- evitare manovre scorrette ed usi impropri dell’attrezzatura che potrebbero provocare perdita di stabilità”.
 
Da non dimenticare, infine, che “tali attrezzature sono soggette a verifica periodica (Allegato VII D.L.vo 81/08) e deve essere prevista una manutenzione programmata”.
 
 
Per consultare direttamente la presentazione dell’infortunio di cui ci siamo occupati, collegarsi a questa pagina del sito web di INFOR.MO. e successivamente visualizzare la schede numero 107 e 484.
 
 
Tiziano Menduto
 

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