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L’infortunio in itinere in bicicletta

 
 
Il bike sharing è un servizio di trasporto pubblico? Allora va riconosciuto e tutelato l'infortunio in itinere che dovesse eventualmente capitare a chi utilizza la bici pubblica condivisa nei percorsi casa-lavoro. In una lettera all'INAIL il Responsabile del Servizio legale FIAB, Eugenio Galli, chiede che siano integrate le istruzioni fornite alle sedi dell'Ente affinché l’utente del bike sharing, in caso di infortunio in itinere, sia equiparato all’utente del servizio di pubblico trasporto.
 
La normativa sull’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro prevede che venga tutelato anche l’infortunio subito dal lavoratore assicurato, nel normale percorso dalla dimora abituale al lavoro e ritorno, sia che avvenga a piedi, sia con mezzi pubblici. Per quanto riguarda il mezzo privato, invece, l'uso deve essere "necessitato" (es. non esistono mezzi pubblici o ci sono ma non coprono l'intero tragitto oppure gli orari non coincidono con quelli del lavoro).


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In molte città italiane, anche sull'esempio di realtà europee, le Amministrazioni comunali stanno diffondendo servizi di bike sharing con notevole successo di pubblico. E' peraltro prossima la scadenza di un nuovo bando in materia del Ministero dell'Ambiente. Ma chi si è posto fino ad oggi il problema del rischio di incidenti in itinere nel tragitto casa-lavoro? Evidentente nessuno!
 
Se chi usa la propria bicicletta tradizionale a pedali per gli spostamenti abituali quotidiani ancora oggi risulta discriminato dall'INAIL perchè in caso di incidente in itinere non viene coperto dall'assicurazione, chi usa il bike sharing deve essere tutelato a tutti gli effetti in quanto le bici condivise sono diffusamente considerate servizio di trasporto pubblico. Al riguardo il Responsabile Servizio Legale FIAB, Eugenio Galli, cita l'esempio del servizio di bike sharing del Comune di Milano, http://www.bikemi.com/ che nella sezione “Informazioni sul servizio” dichiara: "non è un semplice servizio di noleggio bici, ma un vero e proprio sistema di trasporto pubblico da utilizzare per i brevi spostamenti  insieme ai tradizionali mezzi di trasporto ATM".
 
Nella lettera la FIAB chiede, infine, che l’Ente si faccia portavoce di una esigenza di riforma in sede legislativa che consideri in generale l’utente in bici nella copertura assicurativa ordinaria degli infortuni in itinere, allo scopo di favorire i cittadini che scelgono questa virtuosa modalità di trasporto, insieme o in alternativa, a quella del mezzo pubblico.  Una petizione della FIAB in tal senso per modificare la norma vigente, che ha già raccolto oltre dodicimila firme, è stata consegnata all'intergruppo parlamentare "amici della bicicletta" per avviare l'iter legislativo. Ma al momento è tutto fermo. Serve invece un'accellerata.
 
Il testo integrale della lettera (formato PDF, 494 kB).
 
 
Lello Sforza
Ufficio Stampa FIAB onlus
(Federazione Italiana Amici della Bicicletta)
 


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Rispondi Autore: FV - likes: 0
07/10/2010 (09:17:44)
una piccola punta polemica: la tutela è valida a prescindere dal comportamento del ciclista? Diciamo che buona parte dei ciclisti opera in deroga al CDS: passaggio col rosso, in fila per tre, salto di stop e precedenze, sensi unici presi al contrario e guai a protestare...
Rispondi Autore: Sami Carmen Ballesteros - likes: 0
15/01/2024 (17:49:42)
Ok.

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