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Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'La formazione per ridurre l’errore umano?
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Cineas (consorzio universitario specializzato nella prevenzione e nella gestione dei rischi) ha commissionato un’indagine che ha lo scopo di fare il punto sulla situazione della sicurezza sul lavoro: cause principali degli incidenti sul lavoro, rischi emergenti, propensione dei dipendenti a rispettare le norme di sicurezza, differenze tra lavoratori italiani ed extra-comunitari, ruolo di sanzioni e formazione, sostenimento dei costi, e azioni utili al miglioramento della sicurezza nel proprio ambiente di lavoro.
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L’indagine si è svolta intervistando un campione di 400 persone tra responsabili aziendali, responsabili della sicurezza e addetti alla sicurezza di imprese operanti nel settore chimico, edilizio, manifatturiero e metallurgico.
Il risultato?
Si guadagna la prima posizione l’errore umano, seguito dalla mancanza di formazione e dalla carenza di misure di sicurezza.
La causa principale degli infortuni sul lavoro sfugge quindi al controllo delle aziende stesse, la gran parte dei responsabili della sicurezza ritiene, infatti, che manchi quella forma di automatismo per cui “mai e poi mai un operaio entrerebbe in un cantiere senza scarpe infortunistiche o senza elmetto”.
Una valutazione del rischio sottostimata porta quindi il lavoratore ad abbassare il livello di attenzione e ha compiere “quell’errore” spesso fatale.
Non possiamo non pensare a questo punto alla seconda causa di infortuni: la mancanza di formazione.
I dati dell’indagine dimostrano che molte aziende che hanno già avviato attività formative per il responsabile della sicurezza aziendale, ma che meno della metà delle aziende ha avviato nell’ultimo anno attività formative rivolte ai dipendenti, soprattutto nelle piccole imprese dove si riscontra un rischio di morte causata da incidente sul lavoro 10 volte superiore che nelle imprese di maggiori dimensioni.
Ma chi potrebbe sostenere i costi della formazione?
Dall’indagine emerge che le aziende si sono dimostrate disponibili ad accollarsi i costi della formazione, ritenendo comunque opportuno il contributo di Ministeri e Inail, che potrebbero avere un ruolo significativo nell’erogazione di finanziamenti.
Tutti concordano che maggiore sarà l'attività di formazione per lavoratori e imprenditori, tanto più sarà efficace la prevenzione. Il primo passo arriva dai sindacati, la Uil sta infatti preparando del materiale informativo da distribuire in tutte le aziende, con attenzione particolare per gli stranieri che sono ormai numerosi nel nostro paese anche in qualità di nuovi imprenditori: per la maggior parte di loro il problema della sicurezza sul lavoro non è considerato una priorità.
L’indagine della Cineas ha fatto emergere anche una notevole differenza fra i diversi settori presi in esame.
In generale tutte le aziende ritengono che i dipendenti raggiungano appena la sufficienza nei comportamenti da adottare per garantire gli standard di sicurezza, anche se il settore chimico si distingue per una propensione più elevata dei dipendenti all’attenzione.
I dipendenti meno attenti al rispetto delle norme di sicurezza sembrano quelli dei settori metallurgico ed edilizio, soprattutto nelle aziende che operano al Centro e nel Sud.
Le motivazioni sono legate alle diverse culture intrinseche ai diversi settori aziendali: nel settore chimico il deficit di attenzione sembra dovuto principalmente alla mancanza di cultura in termini di sicurezza, all’assenza di responsabilizzazione dei dipendenti e alla mancanza di una formazione adeguata; nei settori edilizio e metallurgico, il mancato rispetto delle norme è attribuibile dipendenti, ai quali è imputata una sottovalutazione del rischio.
Molte aziende hanno dichiarato di avere adottato misure facoltative o standard aziendali extra orientate ad aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro. Mentre non si evidenziano differenze per settore, tale dato risulta sensibilmente influenzato dalla dimensione aziendale: una su quattro nelle aziende di piccole dimensioni, il 40% nelle aziende di grandi dimensioni, quasi la metà nelle aziende a capitale estero.
Tra le misure facoltative adottate troviamo:
- l’identificazione di tutti i pericoli e la valutazione dei relativi rischi per i lavoratori, messe in atto dal 50% delle imprese manifatturiere, dal 43% delle imprese metallurgiche, dal 36% delle imprese chimiche e dal 34% delle imprese edili;
- un’adeguata attività di monitoraggio, verifica ed ispezione, per assicurarsi che il sistema funzioni, avviata dal 53% delle imprese che operano nell’edilizia, dal 41% del manifatturiero, dal 28% del chimico e dal 23% del metallurgico;
- l’aumento del numero dei dispositivi di protezione individuale, stato posto in essere dal 15% delle imprese chimiche, dal 3% delle imprese edili e dal 2% delle imprese metallurgiche.
Le aziende che operano al Nord est (il 61%) per ora si attengono al rispetto della normativa, senza implementare misure extra, in misura superiore alle altre zone (51% Nord ovest, 47% Centro/Sud e Isole).
I responsabili aziendali intervistati in occasione dell’indagine manifestano un atteggiamento unanime nei confronti dell’introduzione di meccanismi premiali alle aziende che riducono in modo consistente gli incidenti sul lavoro; mediamente il 90% degli intervistati manifesta, infatti, un livello di accordo con questa proposta, soprattutto coloro che lavorano nelle aziende a capitale estero.
Le proposte della Cineas
Risk manager
La Cineas ritiene utile dare grande importanza alla gestione del rischio attraverso un progetto basato sul risk management. Come indicato nel Decreto Legislativo 81/08 la nuova figura chiave utile al raggiungimento degli obiettivi aziendali sarà il risk manager: non un semplice esperto della normativa, ma da un manager della sicurezza in grado di gestire progetti, guidare team, collaborare con tutte le funzioni aziendali per prevenire gli incidenti, applicando standard anche più severi di quelli previsti della legge.
Diritto e dovere di formazione
Rafforzare l’importanza della formazione che dovrà essere intesa come un diritto dell’operaio e un dovere del datore di lavoro: informazione, formazione e comunicazione come elementi chiave per la prevenzione di incidenti e di infortuni in quanto i comportamenti corretti sono alla base della sicurezza sul lavoro.
Behaviour Based Safety
Numerosi studi confermano che per ottenere una riduzione degli incidenti, occorre agire sulla sicurezza di macchine ed ambienti di lavoro, ma anche e soprattutto sul comportamento umano. È possibile intervenire sulla cultura della prevenzione introducendo tecniche di Behaviour Based Safety utili a neutralizzare e ridurre i comportamenti a rischio esibiti dai lavoratori. Essenziale quindi puntare sul rinforzo dei comportamenti di sicurezza e non sulla punizione dei comportamenti insicuri.
L’obiettivo finale individuato da Cineas? Ridurre del 50% il numero dei decessi nei prossimi 5 anni.
L’indagine “La gestione della sicurezza all’interno dell’aziende” (formato PDF, 416 kB)
Federica Gozzini
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Rispondi Autore: MARCO MAGGIOLI - likes: 0 | 13/06/2008 (10:55) |
E' la formazione l'unico efficace strumento per ridurre l’errore umano e gli infortuni e non la data certa del DVR, obbligo tanto inutile quanto stupido ed inefficace qualcuno lo dica all' avv.to Dubini MARCO MAGGIOLI |