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La frode nel…piatto
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Bufale dopate con gli anabolizzanti, caviale scaduto per un valore di 500mila euro conservato in una azienda; carni avicole cinesi contenenti antibiotici vietati, 4 tonnellate di formaggio scaduto rietichettato, migliaia di ettolitri di mosto di origini ignote venduto come vino di qualità.
Sono solo alcune delle frodi alimentari scoperte nel 2006 nelle 200mila le ispezioni effettuate dalle forze dell’ordine preposte al controllo sulla filiera alimentare: 35.138 dai Carabinieri del Nas, 163.650 dalla Guardia Costiera, 27.046 dall’Ispettorato centrale repressione frodi e dal Corpo Forestale.
I risultati dei controlli sono stati elaborati nel rapporto "Italia a Tavola 2007", IV rapporto sulla sicurezza alimentare realizzato dal Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e da Legambiente, quest’anno integrato dall’indagine “Informazione, tutela e qualità dei prodotti: quanto e di chi si fidano gli italiani?”.
Nas. I 35.138 controlli effettuati hanno portato all’arresto di 39 persone, alla chiusura di 861 strutture e al sequestro di 495.. I sequestri hanno riguardato oltre 60 milioni di chilogrammi di prodotto, 1.604mila confezioni, e oltre 501mila capi per un valore totale di 52.053.309 milioni di euro. Il settore più problematico, secondo il rapporto, è quello delle carni e allevamenti: quasi 3mila controlli in meno rispetto al 2005 hanno rilevato infatti oltre 1200 infrazioni penali e oltre 3200 infrazioni amministrative. 35 le persone arrestate tra gli operatori, 761 quelle segnalate all’autorità giudiziaria.
Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari. Nel 2006 sono circa 3.500 gli operatori irregolari e oltre 500 i sequestri effettuati. Ammontano a 520, invece, i sequestri effettuati per un valore di oltre 8.600.000 euro; circa 500 le notizie di reato e oltre 4mila le contestazioni amministrative.
Guardia costiera. Impegnata soprattutto nelle operazioni di controllo della pesca e del commercio di prodotti ittici, 33.949 sono i controlli effettuati dalle unità navali e 163.650 le ispezioni ai punti di sbarco e alle attività commerciali, che hanno portato alla scoperta di frodi riguardanti soprattutto il commercio di prodotti ittici inquinati, scaduti, contraffatti.
Frodi. Tra le frodi si segnalano anche10.000 litri di olio di semi adulterato e colorato con la clorofilla per renderlo verde brillante spacciato per extravergine di oliva.
36 persone state indagate per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzato alla ricettazione di farmaci per uso veterinario, in particolare anabolizzanti e somatropina, per aumentare la produzione di latte delle bufale.
Lunga anche la lista dei prodotti illegali e contraffatti extra-Ue, in particolare quelli provenienti dalla Cina. Ad esempio sono state sequestrate 20 tonnellate di arachidi di produzione cinese confezionate in scatole che riportavano indicazioni di tracciabilità italiana.
Etichette, provenienza dei prodotti.Dall’indagine “Quanto e di chi si fidano gli italiani?’” è emerso che il 45% degli italiani controlla sempre l’etichetta di origine e il 27% lo fa spesso.
In particolare, sono le donne (50% contro il 39% degli uomini), chi ha più di 35 anni (47-49% contro il 36% dei più giovani) e gli abitanti nelle regioni del sud (52% contro una media del 39-42% del centro nord).
Solo il 60% è in grado di riconoscere un prodotto DOP dal marchio, con una più alta percentuale nella fascia più giovane (18-34 anni).
Quindi c’è un 22% di italiani che si fanno ingannare dalle varie bandiere italiane o europee che spesso vengono messe sulle etichette. E in tema di informazione fornita dai mass media, i cittadini la considerano “allarmista e disorientante” (45%), mentre per il 39% è chiara e utile per difendersi dai rischi. Tra i soggetti (istituzionali e non) che si occupano di sicurezza alimentare la maggiore fiducia riscuotono gli istituti scientifici (83% alta+media) seguiti da gli organi di controllo, come i Nas, e dalle associazioni a tutela dei consumatori.
Riguardo il rapporto tra qualità e prezzo: l’86% è disposto a spendere di più per prodotti Made in Italy, il 78% per prodotti a denominazione registrata (DOP, IGP, STG), il 55% per il biologico.
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
Bufale dopate con gli anabolizzanti, caviale scaduto per un valore di 500mila euro conservato in una azienda; carni avicole cinesi contenenti antibiotici vietati, 4 tonnellate di formaggio scaduto rietichettato, migliaia di ettolitri di mosto di origini ignote venduto come vino di qualità.
Sono solo alcune delle frodi alimentari scoperte nel 2006 nelle 200mila le ispezioni effettuate dalle forze dell’ordine preposte al controllo sulla filiera alimentare: 35.138 dai Carabinieri del Nas, 163.650 dalla Guardia Costiera, 27.046 dall’Ispettorato centrale repressione frodi e dal Corpo Forestale.
I risultati dei controlli sono stati elaborati nel rapporto "Italia a Tavola 2007", IV rapporto sulla sicurezza alimentare realizzato dal Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e da Legambiente, quest’anno integrato dall’indagine “Informazione, tutela e qualità dei prodotti: quanto e di chi si fidano gli italiani?”.
Nas. I 35.138 controlli effettuati hanno portato all’arresto di 39 persone, alla chiusura di 861 strutture e al sequestro di 495.. I sequestri hanno riguardato oltre 60 milioni di chilogrammi di prodotto, 1.604mila confezioni, e oltre 501mila capi per un valore totale di 52.053.309 milioni di euro. Il settore più problematico, secondo il rapporto, è quello delle carni e allevamenti: quasi 3mila controlli in meno rispetto al 2005 hanno rilevato infatti oltre 1200 infrazioni penali e oltre 3200 infrazioni amministrative. 35 le persone arrestate tra gli operatori, 761 quelle segnalate all’autorità giudiziaria.
Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari. Nel 2006 sono circa 3.500 gli operatori irregolari e oltre 500 i sequestri effettuati. Ammontano a 520, invece, i sequestri effettuati per un valore di oltre 8.600.000 euro; circa 500 le notizie di reato e oltre 4mila le contestazioni amministrative.
Guardia costiera. Impegnata soprattutto nelle operazioni di controllo della pesca e del commercio di prodotti ittici, 33.949 sono i controlli effettuati dalle unità navali e 163.650 le ispezioni ai punti di sbarco e alle attività commerciali, che hanno portato alla scoperta di frodi riguardanti soprattutto il commercio di prodotti ittici inquinati, scaduti, contraffatti.
Frodi. Tra le frodi si segnalano anche10.000 litri di olio di semi adulterato e colorato con la clorofilla per renderlo verde brillante spacciato per extravergine di oliva.
36 persone state indagate per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzato alla ricettazione di farmaci per uso veterinario, in particolare anabolizzanti e somatropina, per aumentare la produzione di latte delle bufale.
Lunga anche la lista dei prodotti illegali e contraffatti extra-Ue, in particolare quelli provenienti dalla Cina. Ad esempio sono state sequestrate 20 tonnellate di arachidi di produzione cinese confezionate in scatole che riportavano indicazioni di tracciabilità italiana.
Etichette, provenienza dei prodotti.Dall’indagine “Quanto e di chi si fidano gli italiani?’” è emerso che il 45% degli italiani controlla sempre l’etichetta di origine e il 27% lo fa spesso.
In particolare, sono le donne (50% contro il 39% degli uomini), chi ha più di 35 anni (47-49% contro il 36% dei più giovani) e gli abitanti nelle regioni del sud (52% contro una media del 39-42% del centro nord).
Solo il 60% è in grado di riconoscere un prodotto DOP dal marchio, con una più alta percentuale nella fascia più giovane (18-34 anni).
Quindi c’è un 22% di italiani che si fanno ingannare dalle varie bandiere italiane o europee che spesso vengono messe sulle etichette. E in tema di informazione fornita dai mass media, i cittadini la considerano “allarmista e disorientante” (45%), mentre per il 39% è chiara e utile per difendersi dai rischi. Tra i soggetti (istituzionali e non) che si occupano di sicurezza alimentare la maggiore fiducia riscuotono gli istituti scientifici (83% alta+media) seguiti da gli organi di controllo, come i Nas, e dalle associazioni a tutela dei consumatori.
Riguardo il rapporto tra qualità e prezzo: l’86% è disposto a spendere di più per prodotti Made in Italy, il 78% per prodotti a denominazione registrata (DOP, IGP, STG), il 55% per il biologico.
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Ultimo aggiornamento in Banca Dati:
Cassazione Sezione lavoro Sentenza 17 gennaio 2007, n. 995 - lavoro,infortunio,rendita,trasporto in itinere,mezzo di trasporto privato
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