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Le considerazioni della Commissione di inchiesta sugli infortuni
Approvata nella seduta del 23 novembre 2010, è stata pubblicata la “Seconda relazione intermedia sull’attività svolta” dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette «morti bianche».
Questa Commissione monocamerale, istituita dal Senato già nel corso della XIV Legislatura con deliberazione del 23 marzo 2005, è stata più volte riproposta nel corso delle successive legislature per non interromperne i lavori ed è stata ricostituita, con specifiche deliberazioni, nel 2006 e nel 2008.
Le sue funzioni e gli obiettivi sono riproposte nella relazione, dove si ricorda che sebbene il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in Italia abbia mostrato negli ultimi anni un trend decrescente, “i numeri restano tuttavia ancora troppo elevati ed inaccettabili per un paese civile”. E “appare quindi indispensabile uno sforzo ulteriore per cercare di prevenire e di contrastare il fenomeno, intervenendo su tre aspetti fondamentali: la formazione/informazione dei lavoratori e delle imprese; i controlli sull’applicazione delle norme; il coordinamento fra tutti i soggetti sociali ed istituzionali competenti”.
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La “Seconda relazione intermedia” è un volume corposo che tocca molti temi, dal ruolo delle diverse istituzioni ai risultati dei diversi sopralluoghi svolti dalla Commissione, fino all’attività specifica di gruppi di lavoro su formazione, malattie professionali, infortuni domestici, lavoro minorile e sommerso, infortuni in itinere, edilizia… Con approfondimenti su diversi temi particolari, come la sicurezza sul lavoro negli appalti, le macchine agricole e per l’edilizia e il settore dei trasporti.
Riservandoci futuri approfondimenti, ad esempio in merito ai temi della formazione o delle malattie professionali (con particolare riferimento alle relazioni sanitarie dei medici competenti), riportiamo alcune considerazioni conclusive della Commissione parlamentare presieduta dal Senatore Oreste Tofani.
Uno dei temi su cui la Commissione ritiene opportuno richiamare l’attenzione e gli sforzi dei vari soggetti competenti, è “ancora una volta, quella di assicurare il completamento, in tempi rapidi, dell’attuazione della riforma introdotta dal decreto legislativo n. 81 del 2008, anche alla luce delle successive modifiche e integrazioni” E dunque di “procedere all’adozione dei vari atti di normazione secondaria (in particolare decreti ministeriali e interministeriali) che regolano gli aspetti di dettaglio della disciplina”.
In particolare un passaggio essenziale sarà “l’istituzione, ormai prossima, del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro ( SINP), la banca dati che dovrà riunire tutte le informazioni inerenti agli infortuni sul lavoro, alle malattie professionali e alle attività di prevenzione e vigilanza svolte dai vari enti competenti”.
La Commissione ricorda che la “mancanza di un quadro normativo compiutamente definitivo, soprattutto a causa dei ritardi nell’emanazione dei già citati atti di normazione secondaria, crea problemi sia agli enti istituzionali preposti alle azioni di prevenzione e contrasto al fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali, sia alle stesse parti sociali che quelle norme sono chiamate ad applicare”.
Altro tema di cui si occupa la relazione è quello relativo all’esigenza “di accrescere sempre più il coordinamento e le sinergie fra tutti gli enti istituzionali preposti alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, sia in ambito centrale che periferico”. Anche in relazione agli istituti previsti dal decreto legislativo n. 81 del 2008, ad esempio “a livello nazionale il Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro (articolo 5) e, a livello locale, i comitati regionali di coordinamento (articolo 7)”. L’insediamento e l’avvio dell’attività di questi organismi “ha dato risultati positivi, ma molto lavoro resta da fare: tra i vari enti del settore, infatti, si registrano ancora casi di sovrapposizione e duplicazione di competenze (ad esempio in materia di ispezioni e controlli), che rallentano e indeboliscono i risultati dell’azione amministrativa”.
Questo problema si lega tuttavia “ad un’esigenza più generale di riorganizzazione della pubblica amministrazione (in special modo degli enti previdenziali ed assistenziali) e di ridefinizione dei rapporti complessivi tra Stato e Regioni nelle materie di legislazione concorrente”.
Anche in relazione ai controlli e alla repressione delle infrazioni, “attraverso un’applicazione equilibrata ma rigorosa” delle sanzioni, “l’azione sinergica degli organismi ispettivi, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine, potrà dare risultati sempre migliori, specialmente (ma non solo) nel contrasto alle violazioni più gravi e pericolose”.
Un altro “aspetto cruciale per la promozione di una vera cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro è quello della formazione/informazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, che deve essere impostata in un’ottica di prevenzione e con un approccio di tipo sistematico, multidisciplinare.
L’indagine della Commissione ha infatti dimostrato come i risultati migliori in questo campo non derivino dalla mera trasmissione di nozioni tecniche, magari astratte, ma piuttosto da un approccio concreto volto a creare una consapevolezza, una forma mentis, che accresca il livello di attenzione da parte dei singoli soggetti (lavoratori e datori di lavoro) e dell’intero contesto aziendale. Ciò implica un addestramento continuo, non limitato al momento dell’ingresso in un nuovo lavoro o settore produttivo e che dovrebbe anzi partire dalla scuola stessa, proprio per creare fin dalla più giovane età quella consapevolezza di cui si è appena detto”.
Anche per quanto riguarda l’introduzione dei temi della sicurezza sul lavoro nel mondo della scuola, “l’apposita cabina di regia costituita tra il Ministero del lavoro, il Ministero dell’istruzione e l’INAIL ha iniziato la propria attività solo recentemente: l’elaborazione delle linee guida e l’adozione dei necessari provvedimenti richiederà quindi ancora qualche tempo”.
La Commissione segue inoltre con attenzione anche le questioni legate alla prevenzione e al contrasto delle malattie professionali. È importante che “l’istituzione del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro possa aiutare l’emersione dei casi di malattia che, per varie ragioni, ancora sfuggono alla rilevazione (le cosiddette «malattie perdute») e favorire così le attività di prevenzione e di sorveglianza sanitaria”. In questo senso è auspicabile “il coinvolgimento sempre più ampio non solo dei medici competenti e specialisti, ma anche dei medici generici e di base, che hanno un contatto più frequente con i pazienti”.
La Commissione ritiene poi “opportuna l’introduzione di forme di incentivazione volte a premiare le imprese «virtuose» che investono nella sicurezza sul lavoro, attraverso sgravi e agevolazioni fiscali e contributive. In quest’ambito, auspica altresì la prosecuzione della concessione di incentivi per favorire la rottamazione e la messa in sicurezza delle macchine ed attrezzature agricole, forestali ed edili, spesso obsolete ovvero prive di adeguati dispositivi di protezione e causa di infortuni anche gravi”.
Si sottolinea poi che “uno dei settori più critici per il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro è certamente quello degli appalti dove, malgrado l’esistenza di disposizioni assai avanzate, si riscontrano talora ribassi eccessivi nelle offerte sia per la realizzazione che per la progettazione dei lavori, con il rischio di comprimere i costi della sicurezza e di abbassare la stessa qualità delle prestazioni”.
Un altro tema emerso è quello della “tutela della salute e sicurezza dei lavoratori impegnati nelle operazioni di smaltimento del trattamento dei rifiuti. Come si è visto nel corso di alcuni sopralluoghi (in particolare quello a Villa Santa Lucia e a Paderno Dugnano), tali attività presentano, oggettivamente, un elevato grado di rischio e postulano, dunque, l’adozione di misure di sicurezza corrispondentemente adeguate. Le disposizioni vigenti sono certamente idonee, ma nello svolgimento concreto delle attività possono crearsi «coni d’ombra», con un conseguente abbassamento del livello delle tutele”.
Infine la Commissione indica che “un altro aspetto di grande rilevanza ai fini della salute e sicurezza sul lavoro è quello della adeguatezza degli edifici pubblici. Infatti, i luoghi nei quali sono ospitate le pubbliche amministrazioni (ospedali, scuole, amministrazioni comunali, ecc.) sono spesso non idonei o addirittura fatiscenti: ciò ha evidenti implicazioni sulla sicurezza dei lavoratori e postula urgenti interventi di adeguamento e di messa in sicurezza”.
L’indice della relazione:
Composizione della Commissione parlamentare
1. L’organizzazione dei lavori della Commissione
1.1. Le finalità dell’inchiesta
1.2. Gli strumenti dell’inchiesta
1.2.1. Le audizioni e i sopralluoghi
1.2.2. L’istituzione di gruppi di lavoro
1.2.3. Le acquisizioni di documenti
1.2.4. Le relazioni
2. L’inchiesta della Commissione: il sistema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia
2.1. Premessa
2.2. Il monitoraggio sull’attuazione della nuova disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro: il completamento del «Testo unico» »
2.3. Il ruolo delle amministrazioni centrali
2.4. Il ruolo delle Regioni e delle Province autonome
2.5. Il ruolo delle parti sociali
2.6. Le politiche del governo: il Ministero della salute
2.7. Le politiche del governo: il Ministero del lavoro e delle politiche sociali
2.8. Il quadro statistico degli infortuni e delle malattie professionali
3. I sopralluoghi della Commissione: gli infortuni ed il sistema di prevenzione sul territorio
3.1. Sopralluogo a Venezia (18-19 ottobre 2009)
3.2. Sopralluogo a Milano (15-16 novembre 2009)
3.3. Sopralluogo a Terni (13-14 dicembre 2009)
3.4. Sopralluogo a Genova (17-18 gennaio 2010). I problemi della sicurezza del lavoro nelle attività portuali
3.5. Sopralluogo a Torino (28 febbraio-1º marzo 2010)
3.6. Sopralluogo a Reggio Calabria (14-15 marzo 2010)
3.7. Sopralluogo a Civitavecchia (12 aprile 2010)
3.8. Sopralluogo a Villa Santa Lucia (24 maggio 2010)
3.9. Sopralluogo a Capua (22 settembre 2010). I problemi della sicurezza del lavoro negli ambienti confinati
3.10. Sopralluogo a Paderno Dugnano (14-15 novembre 2010) »
4. L’attività dei gruppi di lavoro
4.1. Gruppo di lavoro sulla prevenzione e formazione (a cura della senatrice Patrizia Bugnano)
4.2. Gruppo di lavoro sulle malattie professionali. Le malattie da lavoro in Italia (a cura del senatore Giorgio Roilo)
4.3. Gruppo di lavoro sugli infortuni domestici (a cura della senatrice Ombretta Colli)
4.4. Gruppo di lavoro sul lavoro minorile e sul lavoro sommerso (a cura della senatrice Angela Maraventano)
4.5. Gruppo di lavoro sul personale della pubblica amministrazione e sui controlli pubblici antinfortunistici (a cura del senatore Candido De Angelis)
4.6. Gruppo di lavoro sui trasporti e gli infortuni in itinere (a cura del senatore Carmelo Morra)
4.7. Gruppo di lavoro sull’edilizia, le costruzioni e gli appalti (a cura del senatore Enzo De Luca)
5. Gli approfondimenti su temi particolari
5.1. I problemi della sicurezza del lavoro negli appalti e nei subappalti
5.1.1. Il problema dei controlli
5.1.2. Il problema del massimo ribasso
5.2. Le macchine e le attrezzature agricole e forestali e
quelle per l’edilizia
5.3. La cultura della sicurezza del lavoro nelle scuole
5.4. Gli infortuni sul lavoro nel settore dei trasporti. Il caso del recapito postale
5.5. Il controllo sul territorio. Il ruolo delle prefetture e delle forze dell’ordine
6. Considerazioni conclusive
Tiziano Menduto
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