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Marittimi: nel 2009 infortuni in calo del 5,7%. Cinque i casi mortali

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Pesca e navigazione

30/11/2010

Secondo i dati del rapporto Inail 2009 sono in calo del 5,7% gli infortuni nel settore marittimo, calo che rispetto ad altri settori non equivale a un calo dell’occupazione, che invece rimane stabile.

Secondo i dati del rapporto Inail 2009, presentato ieri a Genova, sono in calo gli infortuni nel settore marittimo del 5,7%, calo che rispetto ad altri settori non equivale a un calo dell’occupazione che rimane stabile.
 
Calo del 5,7% degli infortuni, nel 2009, tra i lavoratori del mare. A registrarlo è l'INAIL che ieri, a Genova ha presentato l'analisi degli incidenti nel comparto marittimo.
A livello generale, lo scorso anno si sono infortunati 1.264 addetti del settore, contro i 1.340 del 2008, e questo pur restando stabile il livello occupazionale. La diminuzione segue la flessione - pari a circa l'8% - che era già  stata rilevata nel 2008.
I casi mortali sono stati cinque: uno in meno rispetto a quelli dell'anno precedente.


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Settori e categorie maggiormente interessati. Gli infortuni nel comparto marittimo si sono verificati prevalentemente nelle categorie del naviglio passeggeri (54,6%), in quella del carico o trasporto merci (16,9%) e in quella della pesca (15,8%): ambiti che rappresentano oltre l'87% degli eventi complessivi e che registrano, anche da questo punto di vista, una sostanziale stabilità rispetto al 2008. Per gli altri settori - carico, rimorchiatori e naviglio ausiliario - si segnala, invece, una flessione rispettivamente del 21,3%, del 17,7% e del 48,6%. Il solo comparto in crescita, in termini di numero di infortuni, è quello della pesca (+16,3%), settore che - dopo una forte flessione degli eventi registrata nel 2008 (-22%) - è tornato quasi ai livelli medi degli anni precedenti.
 
Interessante notare, rileva l'INAIL, che il 42,5% dei marittimiche hanno subito un infortunio nel 2009 aveva già denunciato almeno un altro infortunio nella propria vita lavorativa nel settore marittimo. Le percentuali più eleva te di soggetti colpiti da più di un infortunio si riscontrano nelle categorie passeggeri (48,8%), rimorchiatori (46,2%) e carico (40,8%). Nel diporto la bassa percentuale rilevata potrebbe essere legata al recente sviluppo del settore e, quindi, a un orizzonte temporale di osservazione piuttosto breve.
 
La gravità degli infortuni. Nel 2009 sono stati cinque gli infortuni mortali: tre nel settore pesca, uno nella categoria del naviglio ausiliario e uno nella categoria passeggeri (per quanto riguarda, invece, i sei eventi mortali del 2008, quattro avevano interessato il settore carico, uno la pesca e uno il settore passeggeri). È la pesca il settore maggiormente colpito da questa tipologia di incidenti: un'analisi degli eventi riferita agli anni dal 2003 al 2009 indica  infatti, che a causa principalmente dei naufragi il comparto ha fatto registrare il 68% degli infortuni mortali totali.
 
Infortuni e appartenenza di genere. Nel lavoro marittimo la presenza delle donne è ancora molto limitata ed è concentrata prevalentemente nella categoria di naviglio passeggeri, che contiene al suo interno anche la categoria professionale dei concessionari di bordo (gli addetti alle attività commerciali e ricreative all'interno delle navi). È proprio nella categoria passeggeri che si rileva annualmente il maggior numero di infortuni tra le donne marittime.  Nel 2009 gli infortuni a carico di lavoratrici risultano pari al 3,2% degli infortuni, il 70% dei quali risultano avvenuti nella categoria passeggeri a carico di personale con la qualifica di accompagnatrice turistica, piccolo, cassiere-barista, ecc.
 
L'età degli infortunati. La media dell'età degli infortunati è leggermente aumentata negli ultimi due anni. Nel 2009 l'età media è pari a 42,6 anni, contro i 41,5 anni rilevati sugli infortunati nel 2008. Più giovani le donne, 33,2 anni.
 
Le qualifiche professionali degli infortunati. Per quanto riguarda le qualifiche professionali, ogni anno si rileva che oltre il 40% degli infortuni è avvenuto a carico di marinai, piccoli e mozzi-allievi comuni polivalenti, situazione che risulta confermata anche per gli eventi avvenuti nel 2009. Se si osserva la sola categoria passeggeri, che rappresenta circa il 55% degli infortuni avvenuti nell'anno, per le tre qualifiche principali, sopra riportate, le percentuali diventano rispettivamente: 10,23%, 23,1% e 13,74%. La qualifica di piccolo è in assoluto quella più frequente nella categoria passeggeri.
 
La nazionalità degli infortunati. Per circa il 97%, gli eventi infortunistici del 2009 hanno riguardato marittimi di nazionalità italiana. Per quanto riguarda il restante 3%, circa il 45% di questo si riferisce a lavoratori di origine rumena. Il dato generale risente, però, della circostanza che non tutta la popolazione lavorativa extracomunitaria a bordo delle navi risulta oggi essere assicurata obbligatoriamente con l'Istituto.
 
Il luogo in cui si è verificato l'infortunio. Oltre il 57% degli eventi infortunistici nel 2009, come negli anni passati, si è verificato in mare aperto. La distribuzione degli eventi tra mare aperto e porto si differenzia, a volte in maniera significativa, per categoria di naviglio. Nelle analisi degli eventi avvenuti negli anni scorsi sono state osservate, in particolare, due regolarità: la distribuzione degli infortuni della categoria pesca e quella della categoria  diporto. Nel primo caso gli eventi sono fortemente concentrati in mare aperto, mentre nel caso del diporto si osserva annualmente un'alta percentuale di infortuni avvenuti in porto.
 
I mesi maggiormente a rischio infortunistico. Nel 2009 il maggior numero di infortuni si è verificato nei mesi di agosto e settembre. Ogni anno si osserva la predominanza di eventi nei mesi estivi: la maggior parte degli infortuni riguarda, infatti, la categoria passeggeri, dove si intensifica l'attività proprio durante questo periodo dell'anno. Se è, dunque, la categoria passeggeri a guidare la distribuzione complessiva degli infortuni, con i picchi degli eventi registrati nei mesi di agosto e di settembre, nella pesca invece si sono registrare percentuali basse nei mesi di agosto e settembre, in corrispondenza del "fermo pesca", che si è verificato per trenta giorni consecutivi, con periodi diversi a seconda dei compartimenti di iscrizione delle imbarcazioni, ma comunque compresi tra il 3 agosto ed il 29 settembre 2009.  È evidente, inoltre, la stagionalità nelle attività della categoria diporto per la quale non è stato registrato alcun evento tra gennaio e marzo 2009.
 
Cause dell'evento infortunistico. Le cause degli incidenti sono per lo più individuate nelle scivolate (31% dei casi) e le cadute dall'alto (23% dei casi), che insieme rappresentano oltre il 54% degli eventi. Si segnalano poi i "movimenti scoordinati, gesti intempestivi, inopportuni" che rappresentano quasi l'8% dei casi. La maggior parte degli infortuni si sono verificati durante lo svolgimento di servizi di coperta (19,1% dei casi); attività legate alla ristorazione e agli altri servizi complementari di bordo (14,3% dei casi); servizi di macchina (12,9%); operazioni di ormeggio, disormeggio e rimorchio (11%); attività legate alla pesca, quali il maneggio di reti ed altri arnesi da pesca, la raccolta e la manipolazione del pescato, ecc. (10,1%).
 
Le parti lese e la natura delle lesioni. Gli organi colpiti più frequentemente nel 2009, analogamente agli anni passati, sono gli arti inferiori (23,4% dei casi) e mani e dita (18,8%). Nel 2009 le parti multiple registrano oltre 3 punti percentuali in più rispetto al 2008, tanto da superare di poco, per ordine di frequenza, gli arti superiori. Analogamente agli anni passati, la maggiore concentrazione di infortuni alle mani si registra nel settore della pesca, rispetto alle altre categorie naviglio. Il maggior numero di lesioni, come negli anni scorsi, è del tipo contusioni, escoriazioni, abrasioni.  Gli infortuni a carico di mani e dita nel 2009 sono stati 232. Le lesioni sono state per lo più del tipo fratture, infrazioni, schiacciamenti (32%), mentre le amputazioni, presenti maggiormente nel settore pesca sono state 25 (10,8%).
 
Fonte: Inail
 
 

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