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Mesoteliomi in edilizia, un problema ancora attuale

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Edilizia

11/09/2009

Disponibile un documento che raccoglie i materiali di uno studio sulla presenza dell’amianto nel settore edile e sui casi di mesotelioma accertati tra il 1987 e il 2006. I dati, le attività più a rischio ieri e oggi.

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Il patronato INCA CGIL, che svolge un importante funzione di informazione e tutela dei diritti previdenziali, sociali, assistenziali, ha recentemente pubblicato una newsletter medico-legale dal titolo “Mesoteliomi negli edili: la casistica del registro regionale veneto dei casi di mesotelioma”.
La newsletter riprende un interessante articolo apparso su “La Medicina del Lavoro”, una rivista bimestrale di medicina del lavoro e igiene industriale, nel numero di marzo-aprile 2009.
 
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L’articolo - a firma di Merler, Bressan, Somigliana e del Gruppo regionale veneto sui mesoteliomi maligni -  si occupa di indagare la presenza dell'amianto nel settore edile nello scorso quarantennio e fornisce utili strumenti al lavoro di tutela sottolineando il rischio di sottostima dei tumori professionali.
Vengono raccolti i dati di uno studio effettuato in Veneto che ha cercato i nuovi casi di mesotelioma , supportati da una diagnosi citologica o istologica, avvenuti tra i residenti nella Regione Veneto dal 1987 al 2006.
Sono stati fatti inoltre delle stime del rischio utilizzando i dati relativi ai “casi di mesotelioma insorti tra il 1987 e il 2004 in soggetti classificati come edili che avessero svolto questa attività in Italia nel periodo tra il 1951 e il 1971 con una esposizione , certa, probabile o possibile all'amianto”.
 
I risultati di questo studio ci mostrano come “nel periodo dal 1987 al 2006” siano insorti in residenti del Veneto “1382 nuovi casi di mesotelioma (974 nel genere maschile, 408 nel genere femminile; 1229 mesoteliomi della pleura, 153 peritoneali o di altre sedi)”.
In particolare sono state raccolte informazioni su1208 casi di mesotelioma maligno e per 952 è stato possibile “attribuire una probabilità di esposizione ad amianto (attribuita a 816 soggetti come esposizione lavorativa certa, probabile, possibile; a 136 come esposizione ambientale o domestica)”.
Riguardo ai 952 casi di mesotelioma, “251 risultano aver avuto una esposizione di almeno 6 mesi determinata dall’edilizia: in 230 (dei quali 4 donne) per aver svolto attività lavorativa, in 21 (dei quali 17 donne) per esposizioni familiari o ambientali correlate all’edilizia”.
 
Riguardo al lavoro edile il mesotelioma nei lavoratori di genere maschile è insorto ad un’età media che si aggira intorno ai 66/67 anni e la probabilità di “attribuire un’esposizione lavorativa certa o probabile ad amianto ad un edile intervistato direttamente è attribuita al 69,6% degli edili (55 su 79 soggetti): il 30,4% degli edili, affetti da mesotelioma, intervistati direttamente non riferisce infatti di aver manipolato amianto o prodotti a base di amianto ed e stato quindi classificato con esposizione possibile”.
Tra i 230 edili, “20 hanno svolto l’attività di coibentatori, un numero più ristretto l’attività di idraulico o di elettricista (10 casi, rispettivamente)” e le esposizioni ad amianto dichiarate dagli edili sono “più frequentemente quelle legate alla posa in opera o rimozione di coperture in cemento-amianto, specie per coperture di edifici industriali, o per attività specialistiche (come l’uso di amianto nella costruzione o manutenzione di forni e altiforni industriali)”.
In particolare gli autori dell’articolo indicano che “i principali impieghi dell’amianto in edilizia hanno riguardato l’utilizzo di fibra libera per coibentazioni a spruzzo (o lavorazioni successive su strutture coibentate a spruzzo); la messa in opera di materiali isolanti contenenti amianto, per soffittature o contro-soffittature o simili; la messa in opera (o la successiva rimozione) di materiali in cemento-amianto sotto forma di lastre piane, ondulate, serbatoi, condotte o canne (ad esempio canne fumarie) e giunti”.
 
Gli autori della newsletter, sempre in riferimento all’articolo tratto da “La Medicina del Lavoro”,
ricordano poi che l’esposizione ad amianto nel mondo edile non è finita con la “cessazione della commercializzazione di prodotti a base di amianto o con la proibizione al suo impiego per nuove applicazioni”, ma il rischio di esposizione rimane per tutti coloro che vengono in contatto con materiali in amianto o contenti amianto, materiali “già installati e che divengono progressivamente più degradati”.
Dunque devono essere rafforzate le attività di informazione e formazione verso i rischi da esposizione ad amianto negli edili e devono essere rigorosamente attuate le misure di legge sul controllo delle attività di scoibentazione.
 
 
Patronato Inca CGIL, Newsletter n. 8 del 2009 “Mesoteliomi negli edili: la casistica del registro regionale veneto dei casi di mesotelioma” (formato PDF, 143 kB).
 
La Medicina del Lavoro, volume 100 n. 2, marzo-aprile, “Mesoteliomi negli edili: frequenza, stima del rischio, carico polmonare di fibre di amianto, domande e riconoscimenti per malattia professionale nel Registro regionale veneto dei casi di mesotelioma” (riassunto), di E. Merler, Vittoria Bressan, Anna Somigliana e il Gruppo regionale veneto sui mesoteliomi maligni (formato PDF, 76 kB). 
 
 
 
Tiziano Menduto
 

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