Pirotecnia e infortuni
La morte nei giorni scorsi di due operai avvenuta nell’esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio ha riportato in primo piano l’elevato potenziale di rischio di queste attività, in particolare nella fase di lavorazione e preparazione dei prodotti pirotecnici.
Sono 879 le aziende di questo settore assicurate Inail per un totale di 1.668 addetti.
Alta l’incidenza infortunistica; nel corso dell’ultimo quinquennio si sono verificati, nel settore della pirotecnia, 389 infortuni sul lavoro (circa un’ottantina l’anno) di cui ben 23 con esiti mortali (per una media di 5 morti l’anno).
Nel 2004, dopo il calo di infortuni verificatosi tra il 2002 ed il 2003 (da 94 a 66), si è registrato un nuovo aumento dei casi (73).
Gli infortuni mortali, aumentati dal 2000 al 2002 (rispettivamente 4, 5 ,7 casi), si sono bruscamente azzerati nel 2003, per far registrare poi nuovamente nel 2004 7 casi.
La quota più elevata di infortuni si registra nelle regioni del Mezzogiorno con oltre il 50% degli infortuni in generale e il 60% delle morti. In particolare, i 7 casi mortali verificatisi lo scorso anno sono avvenuti tutti in Campania.
Il settore – spiega Franco D’Amico, responsabile del settore statistico dell’inail - è “caratterizzato da una struttura estremamente precaria e frammentata (una media pari a meno di 2 addetti per azienda), da un tipo di lavorazione a carattere prevalentemente artigianale e manuale e da un forte radicamento nelle regioni del Mezzogiorno, dove la pratica dei botti e dei fuochi di artificio costituisce l’immancabile corollario, soprattutto nella stagione estiva, alle tradizionali feste popolari.”
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