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Regolamento CLP: le ricadute nel settore della detergenza

Con il regolamento CLP sono state introdotte una serie di innovazioni rilevanti per il settore della detergenza. L’approccio nuovo alla classificazione, l’uso del metodo di calcolo e la riclassificazione dei prodotti a base di ipoclorito di sodio.


 
Roma, 29 Giu – I pericoli derivanti dall’uso di prodotti chimici possono interessare non solo i lavoratori delle industrie del comparto chimico, ma anche i lavoratori che per la propria attività utilizzino detergenti per lavare i pavimenti o togliere la polvere, prodotti anticalcare per eliminare incrostazioni da rubinetti e lavandini, sgrassatori per eliminare l’unto in cucina, detersivi per lavare gli indumenti, … Prodotti che possono essere pericolosi quando non usati correttamente. E l’uso corretto dipende anche da una lettura adeguata delle indicazioni e dei simboli di pericolo riportati sulle etichette.
Simboli e indicazioni che sono in via di cambiamento e rinnovamento a causa del Regolamento n. 1272/2008 (regolamento CLP), che detta i nuovi parametri per la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze e delle miscele chimiche.
Ricordiamo che il regolamento contiene diverse disposizioni che non sono immediatamente obbligatorie ma si attuano progressivamente. In particolate tre sono le date fondamentali nella fase transitoria: il 20 gennaio 2009, il primo dicembre 2010 e il primo giugno 2015.
 
Per parlare del regolamento e delle ricadute in diversi ambiti – ad esempio in relazione a antiparassitari, nanomateriali e rifiuti – abbiamo presentato nei mesi scorsi alcuni interventi al convegno nazionale " Applicazione del Regolamento CE 1272/2008: classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele e ricadute nella legislazione correlata"; un convegno organizzato dal Centro Nazionale Sostanze Chimiche ( CSC) dell’Istituto Superiore di Sanità ( ISS), che si è tenuto a Roma il 13 maggio 2010.
 
 

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Sui detergenti si sofferma in particolare l’intervento “Ricadute del Regolamento CLP nel settore della detergenza”, a cura di Giuseppe Abello (Federchimica-Assocasa, Milano).
 
Dopo aver ricordato che Assocasa (costituita nel 1984 nell’ambito di Federchimica) “rappresenta le imprese di prodotti per la pulizia, la manutenzione e l’igiene degli ambienti non solo per la casa, ma anche per le comunità e l’industria”, l’autore sottolinea che con la pubblicazione del Regolamento CE 1272/2008 (Regolamento CLP: Classification, Labelling and Packaging) “sono state introdotte una serie di innovazioni rilevanti per alcuni settori dell’Industria Chimica”. E uno di questi è “sicuramente il settore della Detergenza che, già a far data dal 20 gennaio 2009 – data di entrata in vigore del Regolamento – ha immediatamente dovuto considerare la riclassificazione di una categoria di prodotti molto rilevante per il mercato Italiano e cioè quella dei prodotti a base di ipoclorito di sodio”.
E “con la semplice cancellazione dell’Allegato I della Direttiva 67/548/CEE e la contestuale introduzione della Tabella 3.2 dell’Allegato VI del CLP, che non risulta più riportare i limiti specifici di concentrazione di talune sostanze, le imprese, partendo dalla riclassificazione dei propri preparati, hanno dovuto rivedere le proprie strategie anche per le ricadute che ciò ha comportato su altre norme a valle”.
 
Per fornire alle imprese un “valido aiuto per la corretta classificazione dei propri prodotti, le Associazioni di categoria coinvolte hanno messo a disposizione delle imprese una serie di evidenze scientifiche sia sulla materia prima sia su una formula quadro rappresentativa del settore”. “Le imprese, che sono le uniche responsabili della corretta classificazione dei propri prodotti, hanno potuto pertanto avere alcune informazioni aggiuntive che, intergrate con quelle eventualmente disponibili a livello aziendale”, hanno permesso di provvedere ad una adeguata classificazione.
 
Una volta che siano stati riclassificati i prodotti, una “prima importante ricaduta ha riguardato gli adempimenti della cosiddetta Direttiva ‘ Seveso’ sui rischi di incidente rilevante che deve essere applicata facendo riferimento ai quantitativi prodotti, anche solamente stoccati in impianti o magazzini, in quantità superiori alle 100 tonnellate”.
E oltre a questo “immediato adempimento che ha coinvolto le miscele a base di ipoclorito di sodio, il settore della detergenza avrà numerose altre ricadute derivanti dal CLP, principalmente in merito alla riclassificazione di alcuni importanti prodotti del settore”.
 
Si ricorda che con il CLP si è provveduto ad introdurre un vero e proprio “approccio nuovo in termini di classificazione”.
In particolare per la classificazione di una sostanza o di una miscela “le informazioni devono essere basate su:
- i dati prodotti secondo uno dei metodi richiesti dal REACH;
- i dati epidemiologici e l’esperienza riguardanti gli effetti sull’uomo, quali i dati relativi a malattie professionali e quelli ricavati da banche dati sugli infortuni;
- qualsiasi nuova informazione scientifica;
- qualsiasi altra informazione acquisita nell’ambito di programmi in materia di sostanze chimiche o miscele che le contengono, riconosciuti a livello internazionale”.
 
Come indicato nella tabella presente nel documento agli atti – che vi invitiamo a visionare – il CLP “sancisce la possibilità di utilizzare confronti ed estrapolazioni, pur all’interno di criteri scientificamente riconosciuti”.         
Ad esempio possono essere utili “anche informazioni ricavate da miscele analoghe, mentre le prove sugli animali possono essere effettuate solo se non esistono alternative che offrano eguale attendibilità e qualità dei dati. Possono essere altresì usati studi clinici e i dati ricavati da altre fonti. Solo se non sono disponibili tali informazioni si deve procedere pertanto mediante il metodo di calcolo”.
 
Con le nuove regole dettate dal CLP – conclude l’autore – “le ricadute di una classificazione basata solo sul metodo di calcolo su alcune categorie di prodotti del settore che da tanti anni sono di largo uso nelle case degli italiani, sarebbero molto rilevanti”. Ad esempio “si passerebbe a classificare i prodotti per il lavaggio dei piatti a mano con il simbolo di corrosivo con una severità certamente eccessiva non giustificata anche sulla base della comune esperienza del consumatore”. In questo caso questi prodotti finirebbero per avere “una etichetta uguale a quelli che normalmente vengono classificati corrosivi, come ad esempio i disgorganti”.
 
 
“Ricadute del Regolamento CLP nel settore della detergenza”, a cura di Giuseppe Abello (Federchimica-Assocasa, Milano), resoconto dell’intervento contenuto nel “ Rapporto ISTISAN 10/42 – atti del convegno ‘Applicazione del Regolamento CE 1272/2008: classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele e ricadute nella legislazione correlata’ - Istituto Superiore di Sanità”, a cura di Francesca Marina Costamagna, Ida Marcello e Paola Di Prospero (Centro Nazionale Sostanze Chimiche) (formato PDF, 595 kB).
 
 


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