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L’utente finale potrà d’ora in poi chiedere all’installatore che la realizzazione dell’ impianto elettrico sia di livello 1, 2 o 3, dove il livello 1 individua la configurazione minima che dovrà avere un impianto perché possa essere considerato a norma. I livelli superiori 2 e 3 aumentano le prestazioni dell’impianto e quindi la sua fruibilità che si adegua alle necessità degli utenti e alla morfologia dell’habitat.
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Sicurezza e nuova classificazione per gli impianti elettrici residenziali
È stata pubblicata una nuova variante alla norma CEI 64-8 che adotta una classificazione degli impianti elettrici in tre livelli, con regole da applicarsi agli impianti di unità immobiliari a uso residenziale. Pubblicazione accolta con favore da PROSIEL, un’associazione senza scopo di lucro, nata nel 2000, che ha come obiettivo la promozione della sicurezza e della qualità dell’ impianto elettrico.
Questa classificazione descrive ciò che gli utenti potranno scegliere nel momento in cui, rivolgendosi a un installatore di impianti elettrici, decidano di installare un nuovo impianto oppure di rinnovarlo.
Si tratta di una variante alla norma CEI 64-8 “ALLEGATO A - Ambienti residenziali: prestazioni dell’impianto”. L’allegato A è un’aggiunta “Normativa” alla Norma e quindi sarà necessario applicarlo per rilasciare la Dichiarazione di Conformità secondo la Norma Impianti 64-8.
Per entrare nel dettaglio, l’impianto minimo (livello 1) prevede:
- un numero minimo di punti-prese e punti-luce in funzione della metratura o della tipologia di ogni locale dell’appartamento;
- un numero minimo di circuiti in funzione della metratura dell’appartamento;
- almeno 2 interruttori differenziali al fine di garantire una sufficiente continuità di servizio.
Il livello 2, rispetto al livello 1, prevede un aumento della dotazione e dei componenti, oltre che alcuni servizi ausiliari quali il videocitofono, l’anti-intrusione e il controllo carichi.
Il livello 3, oltre a un ulteriore aumento delle dotazioni, introduce la domotica che va anche a beneficio del risparmio energetico all’interno dell’abitazione. L’ impianto, per essere considerato domotico, deve gestire almeno, a esempio, quattro delle seguenti funzioni: anti-intrusione, controllo carichi, gestione comando luci, gestione temperatura, gestione scenari, controllo remoto, sistema diffusione sonora, rilevazione incendio, sistema antiallagamento e/o rilevazione gas.
L’introduzione di questa classificazione è il frutto di una crescente sensibilità nei confronti di una cultura della sicurezza delle persone che deve contribuire a contrastare e ridurre il numero di incidenti domestici (sono oltre 45.000 all’anno), anche mortali, dovuti a problemi all’impianto elettrico, con danni sociali quantificati in milioni di euro.
Sono infatti 12 milioni (2/3 del totale di quelle costruite prima del 1990) le abitazioni con impianti elettrici non a norma che, oltre a essere pericolosi per le persone, lo sono anche per i vari dispositivi collegati all’ impianto elettrico che potrebbero mal funzionare o essere danneggiati da un impianto non a norma.
L’allegato normativo rappresenta un’evoluzione culturale che modifica il concetto d’impianto elettrico, ampliando la portata degli obiettivi classici della protezione e dell’affidabilità.
Fonte: Ufficio stampa Federazione ANIE
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: daniele bernacchia - likes: 0 | 18/05/2014 (11:47:32) |
Premesso che ogni impianto elettrico deve essere protetto da interruttore differenziale, nei cantieri la protezione differenziale deve essere ad alta sensibilità, il che scongiura il rischio di elettrocuzione per contatto diretto o indiretto . Ma è necessario anche prevedere il rischio di fulminazione anche per scariche laterali . Il rischio di di fulminazione è sempre presente ! Bernacchia |