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Che lo stress lavoro correlato sia uno dei rischi più importanti da prevenire e valutare negli ambienti di lavoro, è ormai un fatto che viene giorno dopo giorno suffragato da nuovi dati e indicazioni.
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Valutazione del rischio stress: anticipazioni sulle linee guida
Uno studio presentato all’ottava Conferenza internazionale IOHA di Roma su “Salute, sicurezza ambientale e lavoro” organizzata dall’Associazione Italiana degli Igienisti Industriali ( AIDII), con INAIL ed ISPESL, indica che nel 2020 una delle maggiori cause da assenza dal lavoro sarà proprio lo stress.
Un dato confermato dall’Organizzazione mondiale della sanità e dagli esperti presenti al convegno.
“Il problema principale – ricorda Giovanni Battista Bartolucci, professore ordinario di Medicina del Lavoro all’università di Padova, intervenuto alla conferenza - è “legato all’ organizzazione del lavoro, alla capacità del management aziendale di garantire le condizioni ottimali per tutti i lavoratori e di favorire la reale collaborazione”.
Se da un lato il Decreto legislativo 81/2008 pone un punto fermo da cui partire e sottolinea l’importanza di valutare anche i rischi da stress, tuttavia non c’è ancora oggi chiarezza sull’aspetto applicativo; cioè sulle metodologie e criteri di valutazione da utilizzare.
Senza dimenticare le proroghe relative all’entrata in vigore dell’obbligo di valutazione del rischio stress lavoro correlato (l’ultimo rinvio è al prossimo 31 dicembre) e le forti attese relative alle indicazioni della Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro.
Commissione a cui il D.Lgs. 106/2009 ha assegnato espressamente il compito di fornire indicazioni necessarie alla valutazione del rischio stress lavoro correlato.
È Lorenzo Fantini, dirigente delle divisioni Salute e sicurezza del Ministero del Lavoro, che - presente alla conferenza - ha preannunciato il prossimo arrivo, entro dicembre, delle linee guida della Commissione consultiva in tema di valutazione stress lavoro correlato.
Cosa contengono queste indicazioni?
Cosa diranno ai datori di lavoro e alle aziende?
Il Ministero del lavoro non lo dice, ma PuntoSicuro è riuscito ad avere alcune anticipazioni.
La videointervista
Nella cornice della Convention “ Ambiente Lavoro” 2010 che si è tenuta a Modena, un punto di incontro importante per tutti coloro che hanno a che fare con la prevenzione della salute e della sicurezza, abbiamo intervistato la D.ssa Cinzia Frascheri, Responsabile nazionale Cislsalute e sicurezza sul lavoro e della Responsabilità Sociale delle Imprese, una dei componenti del Comitato 6, il comitato della Commissione consultiva che ha il compito effettivo di elaborare le indicazioni sul rischio stress lavoro correlato.
L’abbiamo intervistata al termine di un convegno organizzato dall’Inail è tenuto ad “Ambiente Lavoro” dedicato alla “Sicurezza sul lavoro e gestione del fattore umano”.
Si è parlato con la D.ssa Frascheri non sono solo della storia di questo Comitato 6 e del contenuto delle future indicazioni della Commissione, ma anche a quello che le “linee guida” probabilmente non conterranno …
Le aziende troveranno in questo prossimo documento un metodo, strumenti precisi per svolgere la valutazione? Quali saranno gli elementi portanti e le novità?
Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: Alessia Fvaretto - likes: 0 | 05/11/2010 (16:27:09) |
Non si sente quasi mai nominare lo psicologo del lavoro. Perché deve essere il medico competente o l'RSPP o l'RLS -che hanno tutta un'altra formazione- ad occuparsi di rischi psicosociali -tra cui lo stress- e di aspetti organizzativi del lavoro, quando esiste una figura professionale, lo psicologo, preparata appositamente in anni di studio? Sembra che gli psicologi siano inutili o che queste professionalità non siano abbastanza degne di nota, eppure esiste anche un ordine nazionale degli psicologi. Forse è ora di cominciare a pensare che "lo psicologo non è il medico dei matti". E' un professionista in grado di intervenire nei meccanismi organizzativi del lavoro perché conosce, ha e sa applicare metodi e strumenti e... sa bene la differenza tra avere una metodologia e avere un metodo. In un periodo riconosciuto di crisi come questo, forse faremmo bene a pensarci su. |