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Come affrontare le tossicodipendenze sui luoghi di lavoro?

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Documentazione

29/10/2008

Disponibili on line alcuni documenti utili per affrontare il tema dell’abuso di alcol sui luoghi di lavoro e l’assunzione di altre sostanze psicotrope, pericolose per la salute e la sicurezza. Per lavoratori, responsabili e datori di lavoro. Prima parte.

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PuntoSicuro ha già dedicato diversi articoli al problema dell’abuso di alcol sui posti di lavoro. Un problema che rischia di rendere inefficace la prevenzione degli incidenti sul lavoro:  sotto l’effetto dell’alcol, infatti, diminuisce la capacità di concentrazione, tutte le reazioni rallentano, la capacità visiva diminuisce e si tende a sopravvalutare le proprie capacità. In questa situazione i rischi d’infortunio aumentano notevolmente.
 
 
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Tuttavia torniamo sull’argomento convinti non solo che nei luoghi di lavoro l’alcol è ancora un fattore di rischio presente, ma che sono sempre più presenti anche le problematiche relative all’assunzione di altre sostanze psicotrope (sostanze che agiscono sulla nostra psiche).
Un capitolo del libro del giornalista Paolo Berizzi dedicato al lavoro nero descrive, ad esempio, la situazione dei muratori che “vanno a coca”. Lavoratori che assumono cocaina per abbattere la fatica, sopportare più ore di lavoro e aumentare di conseguenza, se lavorano a cottimo, il proprio stipendio.
 
Per contribuire a diffondere informazione sul pericolo dell’assunzione di sostanze psicotrope sui luoghi di lavoro, facciamo una breve rassegna dei documenti che Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, ha prodotto in questi anni.
Documenti che presentano riferimenti legislativi che riguardano la realtà svizzera, ma con informazioni e suggerimenti che sono comunque utili per aumentare la consapevolezza dei rischi.
 
Nell’introdurre l’argomento Suva ricorda che molte aziende e imprese non riescono ad affrontare direttamente il problema dell’assunzione di alcol e droghe e “preferiscono ignorare l'argomento finché il problema non si manifesta in maniera grave”.
I documenti prodotti hanno proprio la funzione di cominciare a parlare, in modo chiaro ed esplicito, indicando regole inequivocabili e rispondendo a molti semplici interrogativi: posso consumare alcol durante l'orario di lavoro? Quali sono le conseguenze dell’assunzione di una sostanza psicotropa? Con chi posso parlare della dipendenza mia o di un collega?
 
Nel documento “Da una parte. D'altra parte. Tutto quello che si deve sapere sull'alcol e sulle sostanze che generano dipendenza nel posto di lavoro”, Suva si rivolge ai lavoratori e ricorda che l'abuso di sostanze generanti dipendenza provoca non di rado un infortunio.
Infatti “sotto l’effetto dell'alcol (già da 0,4 per mille), tutte le reazioni rallentano e l'acuità visiva diminuisce anche se non ce ne accorgiamo”: chi beve alcol provoca tre volte più infortuni sul lavoro di un collega sobrio.
Qui non si parla solo di alcol o dei problemi collegati alle droghe illegali, come la cocaina.
Si parla anche di “droghe legali” come nicotina e medicamenti. E se la “nicotina causa soprattutto danni alla salute, tutte le altre droghe, legali o illegali, accrescono pure il pericolo di infortuni in quanto pregiudicano la capacità di percezione e reazione”.
 
Un altro documento utile sul tema è “Sostanze generanti dipendenza sul luogo di lavoro. Sussidi didattici con lucidi da copiare”, praticamente un’unità di corso già pronta che permette di sensibilizzare i dipendenti alla prevenzione delle sostanze generanti dipendenza sul luogo di lavoro, di presentare le misure adottate e di promuovere la discussione su questo tema.
 
Tra i temi trattati dal documento, che come indicato nel titolo dopo una parte discorsiva offre alcuni sintetici sussidi didattici, si parla anche della dipendenza.
La dipendenza – racconta il documento - è una malattia e può essere curata. Spesso è associata molto in fretta a «mancanza sul piano morale», a «debolezza» e a «colpa propria».
Invece “è una malattia come un'altra” che “va presa sul serio, ma non drammatizzata: chi sollecita aiuto ha buone chances di guarigione”.
 
Ma come deve comportarsi il datore di lavoro verso un lavoratore dipendente da qualche sostanza psicotropa?
Lo schema di azione presentato, riferito alle normative sul lavoro vigenti in Svizzera, parte da un primo colloquio in cui si affronta l’argomento fino ad un secondo colloquio che ha luogo dopo un termine che può andare da uno a tre mesi. Mesi che servono per raccogliere nuovi fatti sul comportamento del lavoratore.
Se questo comportamento non si è normalizzato durante il secondo colloquio “l'interessato è posto davanti alla seguente alternativa: o affrontare il suo problema con l'aiuto di specialisti o, in presenza di altri eventi e ammonimento scritto, perdere il posto”.
 
Nella prossima puntata dedicata ai documenti Suva sui danni della dipendenza da sostanze psicotrope presenteremo un cortometraggio dedicato al problema della diminuzione della sicurezza sul lavoro dovuta al consumo di alcol e una lista di controllo relativa alle tossicodipendenze sul posto di lavoro.
 
 
N.B.: I riferimenti legislativi riportati riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti illustrati sono comunque utili per aumentare la consapevolezza dei rischi.
 
 
 
 
SUVA: “Alticcio, annebbiato... così sei un pericolo per te stesso e per gli altri”, piccolo affisso in A4 (formato PDF, 86 kB).
 
 
Tiziano Menduto



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