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Come realizzare l’inventario dei rischi della vostra azienda
Abbiamo più volte ricordato come la normativa sulla sicurezza in Svizzera, pur ispirandosi a principi simili, sia differente dalla nostra. Tuttavia più volte i materiali di Suva (istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni), hanno saputo dare alle nostre aziende idee e suggerimenti utili e compatibili con la normativa vigente.
È il caso del documento che presentiamo, un documento che ci introduce ad un metodo che facilita l’individuazione dei pericoli in azienda.
È il caso del documento che presentiamo, un documento che ci introduce ad un metodo che facilita l’individuazione dei pericoli in azienda.
In “Conoscete il potenziale di pericolo nella vostra azienda? Il portfolio dei pericoli: una panoramica” si presenta infatti il metodo del portfolio dei pericoli, un metodo che fornisce una panoramica sul potenziale di rischio nell’azienda ed in particolare permette di:
- “individuare in modo sistematico i pericoli nell’azienda;
- valutare la priorità con cui vanno trattati i diversi pericoli”;
- sapere quando è necessario effettuare una specifica valutazione del rischio;
- “decidere se l’azienda dispone delle necessarie competenze tecniche per eliminare i pericoli o se bisogna ricorrere agli specialisti della sicurezza sul lavoro”.
Per realizzare il portfolio è necessario:
- determinare i “limiti del sistema dei settori o dei processi considerati”, definire esattamente “quali elementi fanno parte del sistema, e vanno quindi inclusi nel portfolio dei pericoli, e cosa è esterno al sistema”;
- suddividere l’azienda in sistemi parziali (processi, settori di lavoro e / o gruppi di persone) chiaramente delimitati. “L’analisi verterà sul processo che, se necessario, verrà suddiviso in processi parziali”;
- elaborare l’inventario dei pericoli;
- rappresentare graficamente il portfolio: il portfolio dei pericoli è infatti la “rappresentazione grafica di un processo e dei processi parziali ad esso correlati”, una rappresentazione che viene fatta su quattro diversi rettangoli che si differenziano sulla base del potenziale di pericolo e delle regole riconosciute disponibili.
Veniamo alla parte che più ci interessa: come elaborare l’inventario dei pericoli?
Per redigere questo inventario si procede nel modo seguente:
- “scegliere e numerare il processo parziale;
- stabilire il tipo di esercizio (normale, particolare, manutenzione);
- descrivere il processo parziale” (svolgimento del lavoro, attrezzature di lavoro impiegate, materiale e prodotti impiegati generati dal processo parziale, …);
- stabilire il potenziale di rischio del processo parziale: il potenziale va “valutato singolarmente per ogni attività principale, attrezzatura di lavoro e materiale”, ricordando che il potenziale più alto determina l’intero processo parziale. Per facilitare la valutazione del potenziale di pericolo il documento consiglia di “annotare separatamente per ogni attività, ogni attrezzatura di lavoro e ogni materiale tutti i pericoli rilevati durante la visita sul posto o il colloquio con le persone interessate”, considerando anche le cause di infortunio più frequenti del settore. Si ricorda che in allegato al documento è presente una tabella dei pericoli che può essere utile in questa fase;
- “classificare e documentare le regole riconosciute disponibili, relative ai pericoli del processo” (si hanno “regole riconosciute disponibili” quando l’azienda sa come affrontare i pericoli identificati, le misure da adottare sono sufficientemente descritte e le regole, basate su un approccio orientato al rischio, sono documentate in direttive, bollettini d’informazione, liste di controllo, schede di sicurezza, istruzioni d’uso, linee guida, …);
- “assicurarsi che le regole disponibili tengano sufficientemente in considerazione gli aspetti della sicurezza sul lavoro e della tutela della salute;
- stabilire l’eventuale necessità di ricorrere a specialisti della sicurezza sul lavoro”.
Riguardo in particolare al potenziale di rischio nel documento si considera:
- elevato potenziale di pericolo: la “presenza di un particolare pericolo o possibilità di un danno permanente (irreversibile) per la salute”;
- basso potenziale di pericolo: la “possibilità di un danno alla salute, che tuttavia è curabile (reversibile)”.
Rimandando - specialmente per quanto riguarda l’aspetto grafico del portfolio dei pericoli - alla lettura del documento originale, ricordiamo che il portfolio dovrà poi essere applicato attraverso:
- l’effettuazione della valutazione del rischio;
- l’applicazione delle regole riconosciute: applicare le misure da adottare sulla base delle regole riconosciute. Documentare l’applicazione;
- la formulazione delle regole mancanti, incluse le misure, per il relativo processo parziale (ad es. istruzioni di lavoro);
- applicare nuovamente le regole riconosciute.
Concludiamo ricordando che il documento contiene un esempio grafico e testuale di portfolio e che è disponibile un software d’ausilio nella realizzazione del portfolio.
N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nel documento originale riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati possono essere comunque di utilità per tutte le aziende.
Suva, “Conoscete il potenziale di pericolo nella vostra azienda? Il portfolio dei pericoli: una panoramica”, (formato PDF, 139 kB).
Suva, software portfolio dei pericoli, versione 1.3 (formato MSI, 4.26 MB).
Suva, manuale d’istruzioni per il software (formato PDF, 235 kB).
Tiziano Menduto
- “individuare in modo sistematico i pericoli nell’azienda;
- valutare la priorità con cui vanno trattati i diversi pericoli”;
- sapere quando è necessario effettuare una specifica valutazione del rischio;
- “decidere se l’azienda dispone delle necessarie competenze tecniche per eliminare i pericoli o se bisogna ricorrere agli specialisti della sicurezza sul lavoro”.
Per realizzare il portfolio è necessario:
- determinare i “limiti del sistema dei settori o dei processi considerati”, definire esattamente “quali elementi fanno parte del sistema, e vanno quindi inclusi nel portfolio dei pericoli, e cosa è esterno al sistema”;
- suddividere l’azienda in sistemi parziali (processi, settori di lavoro e / o gruppi di persone) chiaramente delimitati. “L’analisi verterà sul processo che, se necessario, verrà suddiviso in processi parziali”;
- elaborare l’inventario dei pericoli;
- rappresentare graficamente il portfolio: il portfolio dei pericoli è infatti la “rappresentazione grafica di un processo e dei processi parziali ad esso correlati”, una rappresentazione che viene fatta su quattro diversi rettangoli che si differenziano sulla base del potenziale di pericolo e delle regole riconosciute disponibili.
Veniamo alla parte che più ci interessa: come elaborare l’inventario dei pericoli?
Per redigere questo inventario si procede nel modo seguente:
- “scegliere e numerare il processo parziale;
- stabilire il tipo di esercizio (normale, particolare, manutenzione);
- descrivere il processo parziale” (svolgimento del lavoro, attrezzature di lavoro impiegate, materiale e prodotti impiegati generati dal processo parziale, …);
- stabilire il potenziale di rischio del processo parziale: il potenziale va “valutato singolarmente per ogni attività principale, attrezzatura di lavoro e materiale”, ricordando che il potenziale più alto determina l’intero processo parziale. Per facilitare la valutazione del potenziale di pericolo il documento consiglia di “annotare separatamente per ogni attività, ogni attrezzatura di lavoro e ogni materiale tutti i pericoli rilevati durante la visita sul posto o il colloquio con le persone interessate”, considerando anche le cause di infortunio più frequenti del settore. Si ricorda che in allegato al documento è presente una tabella dei pericoli che può essere utile in questa fase;
- “classificare e documentare le regole riconosciute disponibili, relative ai pericoli del processo” (si hanno “regole riconosciute disponibili” quando l’azienda sa come affrontare i pericoli identificati, le misure da adottare sono sufficientemente descritte e le regole, basate su un approccio orientato al rischio, sono documentate in direttive, bollettini d’informazione, liste di controllo, schede di sicurezza, istruzioni d’uso, linee guida, …);
- “assicurarsi che le regole disponibili tengano sufficientemente in considerazione gli aspetti della sicurezza sul lavoro e della tutela della salute;
- stabilire l’eventuale necessità di ricorrere a specialisti della sicurezza sul lavoro”.
Riguardo in particolare al potenziale di rischio nel documento si considera:
- elevato potenziale di pericolo: la “presenza di un particolare pericolo o possibilità di un danno permanente (irreversibile) per la salute”;
- basso potenziale di pericolo: la “possibilità di un danno alla salute, che tuttavia è curabile (reversibile)”.
Rimandando - specialmente per quanto riguarda l’aspetto grafico del portfolio dei pericoli - alla lettura del documento originale, ricordiamo che il portfolio dovrà poi essere applicato attraverso:
- l’effettuazione della valutazione del rischio;
- l’applicazione delle regole riconosciute: applicare le misure da adottare sulla base delle regole riconosciute. Documentare l’applicazione;
- la formulazione delle regole mancanti, incluse le misure, per il relativo processo parziale (ad es. istruzioni di lavoro);
- applicare nuovamente le regole riconosciute.
Concludiamo ricordando che il documento contiene un esempio grafico e testuale di portfolio e che è disponibile un software d’ausilio nella realizzazione del portfolio.
N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nel documento originale riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati possono essere comunque di utilità per tutte le aziende.
Suva, “Conoscete il potenziale di pericolo nella vostra azienda? Il portfolio dei pericoli: una panoramica”, (formato PDF, 139 kB).
Suva, software portfolio dei pericoli, versione 1.3 (formato MSI, 4.26 MB).
Suva, manuale d’istruzioni per il software (formato PDF, 235 kB).
Tiziano Menduto
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