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Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'Dai lettori: DVR e prevenzione nelle scuole secondo il D.lgs. 81/08
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Presentiamo la seconda parte del documento “Valutazione dei rischi psicosociali in ambiente scolastico: analisi e gestione nel documento di valutazione dei rischi”, scritto da Vittorio Lodolo D'Oria e dedicato ai rischi dello stress lavoro correlato nella scuola e agli interventi di prevenzione.
Nella prima parte di questo documento, trattato nel precedente articolo “D.Lgs. 81/2008: la valutazione dei rischi negli istituti scolastici”, l’autore ha affrontato le basi normative, le problematiche del burnout, le definizioni di lavoro stress correlato, il documento di valutazione dei rischi e le azioni idonee di prevenzione del Disagio Mentale Professionale (DMP).
D’Oria per approfondire il tema degli interventi di prevenzione rappresenta il corpo docente, come già indicato su un altro articolo di PuntoSicuro, come una piramide a tre strati.
La base della piramide è “abitata da coloro che sono in buona salute”. In questo caso ci si deve preoccupare “di salvaguardare il benessere psicofisico di chi esercita la professione, prevenendo il rischio-DMP”, specialmente attraverso attività di formazione e informazione.
Lo strato intermedio della piramide è popolato invece da coloro che sono in una situazione di DMP (burnout). Per costoro si deve predisporre “un intervento di social support che si traduce nell’attivazione di strutture di ascolto, informazione, condivisione, auto-aiuto e counselling”.
È importante evitare all’insegnante in difficoltà quei sentimenti di vergogna ed isolamento “che rischiano di far adottare reazioni di adattamento negative (isolamento, apatia, aggressività, fumo, alcool etc)”.
L’apice della piramide è composto infine da “coloro che sono oramai vittime di una psicopatologia franca. Si dovrà pensare a come riconoscerli, agganciarli ed orientarli verso l’accertamento medico in Commissione Medica di Verifica affinché non arrechino altri danni a se stessi e all’utenza”.
Interventi di primo livello: formazione e informazione
Il datore di lavoro è tenuto ad assicurare che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza con particolare riferimento a:
- “concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza;
- rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell'azienda”.
Queste le tematiche idonee per una formazione dei docenti:
- “principali fattori professionali di rischio (quali il comportamento inaccettabile degli studenti/alunni ) per sindrome del burnout e psicopatologia;
- profili psicologici maggiormente esposti al rischio-DMP nelle helping profession;
- cenni sui fattori biologici (sesso, età, ereditarietà) e fisiologici (cicli ormonali e bioritmi) che espongono a maggior rischio di depressione (gravidanza, puerperio, sindrome premestruale, menopausa, eredo-familiarità, insonnia, stili di vita …);
- reazioni di adattamento allo stress (coping): quali evitare e quali adottare;
- segnali e sintomi premonitori del DMP: ascoltare, riconoscere, monitorare, condividere;
- se, come, quando chiedere l’aiuto medico e l’accertamento in CMV: diritti, doveri, iter, leggi”.
In particolare gli obiettivi di questi interventi di primo livello saranno quelli di:
- “rendere edotti i docenti sul rischio professionale specifico di usura psicofisica nelle helping profession, sui diritti/doveri nella tutela della salute, sulle attività di prevenzione, sugli istituti preposti a difesa della salute del lavoratore”;
- “illustrare i cofattori di rischio extraprofessionali per effettuare un monitoraggio individuale durante l’anno scolastico (es. gestione tempo libero, screening oncologici, condivisione etc);
- sfatare i luoghi comuni dell’opinione pubblica sulla professione docente per proteggere gli stessi insegnanti;
- ridurre lo stigma delle patologie ansioso-depressive favorendo la condivisione del disagio tra i docenti con appositi momenti di confronto”.
Interventi di secondo livello: monitoraggio del clima, ascolto e consulenza
L’atteggiamento di ascolto del dirigente scolastico, “attraverso la continua disponibilità al colloquio e agli incontri personali con i suoi docenti”, è un fattore importante ma non sufficiente.
Una prevenzione di secondo livello contempla anche i seguenti interventi:
- “raccolta e valutazione dei trend di indicatori oggettivi comparati con i propri dati storici e/o con quelli di scuole analoghe del territorio (benchmarking);
- attivazione di un’area ritrovo insegnanti (con la funzione di ascolto, condivisione e consulenza per il ricorso alla Commissione Medica di Verifica) con l’ausilio di docenti interni alla scuola che si candidano a rivestire il ruolo di tutor sul fenomeno del DMP”.
Tutor che saranno individuati in base a predisposizione, formazione professionale e interesse personale e che dovranno essere avviati ad una specifica formazione su DMP, sulla Commissione Medica di Verifica (CMV), sul burnout, sul mobbing e sul reinserimento al lavoro.
Gli obiettivi di questi interventi saranno relativi a:
- “monitoraggio del clima relazionale nell’ambiente scolastico in corso d’anno;
- comprensione e buon uso del ricorso all’accertamento medico in CMV;
- condivisione e confronto del rischio DMP tra docenti”.
Interventi di terzo livello: l’accertamento medico e il reinserimento lavorativo
Per affrontare i casi dei docenti già soggetti a patologia psichiatrica conclamata, spesso negata, è importante operare una specifica formazione per i dirigenti scolastici con questi temi:
- “le sanzioni disciplinari e i trasferimenti: strumenti inefficaci e rischiosi per affrontare il DMP;
- la richiesta di visita ispettiva: atto utile o dilatorio?;
- l’accertamento medico per l’inabilità al lavoro: quando, come e perché richiederlo;
- la relazione per la richiesta della visita medica collegiale in CMV: struttura e contenuti;
- i limiti della Commissione Medica di Verifica: come superarli;
- i rischi legali per il dirigente scolastico: come evitare esposti e denunce per mobbing;
- il reinserimento guidato al lavoro del docente reduce dal DMP;
- le responsabilità del dirigente scolastico secondo il nuovo T.U. per la sicurezza sul lavoro”.
Questo intervento di III livello è necessario per:
- “tutelare la salute del lavoratore in eventuale DMP ricorrendo appropriatamente alla CMV;
- tutelare l’incolumità dell’utenza;
- abbattere il numero di ricorsi impropri a sanzioni disciplinari e contenziosi legali”.
“Valutazione dei rischi psicosociali in ambiente scolastico: analisi e gestione nel documento di valutazione dei rischi”, Vittorio Lodolo D’Oria (formato PDF, 1.5 MB).
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Rispondi Autore: Studio gem. Massimo Zucchiatti - likes: 0 | 29/05/2009 (12:56) |
Caro PUNTOSICURO...leggo con piacere i documenti del dott. D'ORIA...ma nella scuola non ci sono solo insegnanti...ci sono collaboratori scolastici, tirocinanti, stagisti, ATA, amministrativi, dirigenti (non dirigente scolastico ma DSGA ecc...) Di questi quando si parla? Mandare in CMV...ma allora dobbiamo fare una valutazione "AD PERSONAM"? Mi sembra che le ultime linee guida (VENETO) sullo stress non chiedano proprio questo...anzi . Cosa dite Voi? Grazie Studio gem. Massimo Zucchiatti |
Rispondi Autore: Vittorio Lodolo D'Oria - likes: 0 | 03/06/2009 (17:11) |
Il documento presentato non vuole escludere il personale scolastico non docente, ma cerca di occuparsi nello specifico del personale docente in quanto appartenente alle "helping profession". Gli stereotipi vigenti nella pubblica opinione sugli insegnanti tendono a negare che gli stessi sono esposti ad usura psicofisica importante, come è invece confermato dagli studi scientifici pubblicati su La Medicina del Lavoro (N° 5/04 e 3/09). In particolare si ricorda come in Francia il maggior rischio suicidario tra i dipendenti della Pubblica Amministrazione è proprio appannaggio degli insegnanti. In Giappone inoltre la percentuale di assenze per malattia psichiatrica è cresciuta in un decennio (1995-2004) dal 34 al 57%. Assai preoccupante questo scollkamento tra stereotipi e situazione reale. Venendo al secondo punto, si sottolinea come l'accertamento medico in CMV deve essere per forza un provvedimento ad personam, previsto dall'art. 5 dello statuto dei lavoratori, ed è a tutela degli stessi. Purtroppo gli studi nazionali disponibili fino ad oggi ci confermano che meno dell'1% fra i dirigenti scolastici sa ricorrere appropriatamente al suddetto istituto (ad es. stilando per la CMV una relazione di accompagnamento sul lavoratore). Inoltre più della metà dei docenti ritiene erroneamente che essere inviati d'ufficioin CMV sia illegittimo se non un vero e proprio atto di mobbing. Si converrà dunque con lo scrivente che occorrono azioni formative istituzionali ad hoc per dirigenti e per docenti, senza dimenticare ovviammente le necessità degli ATA. Cordialità VLD |
Rispondi Autore: Studio gem. Massimo Zucchiatti - likes: 0 | 03/06/2009 (17:26) |
Grazie per la risposta...ma non è che in Italia lo psicologo è visto in maniera molto diversa da altri paesi ? In America o altre nazioni parlare dello psicologo dire che la propria moglie o marito o figlio è in cura dallo psicologo...è abbastanza normale...in Italia lo si nasconde fino all'ultimo e ancora di più. Non crede che (sono d'accordo...noi 2 non siamo i legislatori...) prima di scrivere qualcosa come "valutare lo stress" ed entrare così nell'"intimo" delle persone...si sarebbe dovuto pensare 3 volte? Ho parlato in questi mesi con miei conoscenti psicologi del lavoro che hanno creato..ideato...copiato test...questionari ecc. per VALUTARE lo stress, mi dicevano questo: è abbastanza semplice per i lavoratori dare falsi indizi sui test...evitarli...rinunciare...stravolgerli...ecc. . Poi mi dicevano che è abbastanza difficile indagare e verificare che lo stress derivi dal lavoro piuttosto che da casa o altre situazioni. Poi, domanda finale...ma i costi quali possono essere? Facciamo un esempio: 1. indagine generale sull'istituto applicando ad esempio le LINEE GUIDA PER LO STRESS LAVORO CORRELATO del VENETO da parte del D.S....gratis... 2. esame e valutazione con gli indici proposti…gratis (lo fa il dirigente scol.) 3. …viene individuato un settore a RISCHIO ALTO 4. Predisposizione di un questionario tra i 10 proposti…200 euro…(ricerca test. Copie distribuzione…) 5. il questionario a questo punto NON PUO’ essere che “AD PERSONAM”…(come la mettiamo con la privacy?)...Lo farà il M.C….300 euro.. 6. Troviamo la/le persone con RISCHIO ALTO di STRESS a questo punto il M.C. prepara una relazione e le invita alla C.M.V. (100 euro…) 7. La C.M.V. (qui non so esattamente cosa succede nel caso dello STRESS e quindi mi affido alla mia esperienza su altre problematiche)…invita il D.S. a far seguire …la persona da uno psicologo per almeno 10 sedute…(è così ?)…ovviamente a spese del D.S. (10 x 80 euro/cad = 800 euro) 8. Riunione con uno psicologo del lavoro con i dipendenti divisi per qualifica (docenti, collaboratori, ATA)…300 euro… 9. Riesame della situazione con il M.C. e lo psicologo…altri 200 euro…circa… Totale: casi: n.1 spesa: 1.900 euro…Con le condizioni delle scuole dove gli alunni si devono portare da casa la carta per fotocopie e la carta igienica…come risolviamo la questione? Io purtroppo non sono un medico né tantomeno uno psicologo né ancor di meno un legislatore…ma vivo come consulente nella scuola oltre che come genitore consigliere rappr. Di classe ecc… MA credo che potremo valutare ma poi…cosa facciamo? Dove si trovano i fondi? Purtroppo i soldi servono …anche per “ASSICURARE LA FELICITA’ DEI DIPENDENTI”..come alla fine chiede il D.L.gs 81 attraverso la valutazione dello STRESS LAVORO CORRELATO…Lei è d’accordo? Cordiali saluti Studio gem. Massimo Zucchiatti |