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Esposizione a muffe: malattie e misure di prevenzione per i lavoratori
Le muffe, formate da diverse tipologie di funghi microscopici, sono diffuse quasi ovunque sulla Terra e svolgono una funzione molto importante nella scomposizione di materiale organico.
Posso trovarsi anche negli edifici, nei luoghi di lavoro e la loro concentrazione dipende da diversi fattori, ad esempio l’umidità.
Se la loro concentrazione è alta, queste muffe - che sono evidenziate come possibili sostanze pericolose anche nei documenti dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro - possono causare problemi di salute nelle persone che si servono dei locali ed è quindi importante eliminarle il più rapidamente possibile.
Di muffe e dei problemi di salute nei lavoratori che eseguono lavori di risanamento muffe tratta un recente documento prodotto da Suva, istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, dal titolo “Risanamento muffe all’interno di edifici. I vostri collaboratori sono protetti in modo efficace?”.
Questo documento non solo descrive le malattie tipiche che si possono contrarre a causa delle muffe, ma descrive i rischi biologici e chimici legati ai lavori di risanamento muffe e illustra le misure di protezione a tutela dei lavoratori: infatti “gli addetti ai lavori di risanamento non sono esposti soltanto a muffe e altri microrganismi, ma anche ad ulteriori sostanze nocive, come i prodotti chimici utilizzati nel trattamento delle superfici ammuffite (leganti, disinfettanti ecc.)”.
Ricordando che “allo stato attuale delle conoscenze, l’esposizione a questi microrganismi comporta gravi rischi per la salute soprattutto nei soggetti con tendenze allergiche o immunodeficienza”, quali possono essere le malattie provocate dall’esposizione a muffe?
- ”irritazioni della pelle (arrossamenti, prurito) o delle congiuntive (bruciore agli occhi), soprattutto nei soggetti con pelle sensibile o affetti da malattie della pelle e degli occhi”;
- malattie allergiche favorite da predisposizioni genetiche “e da un’elevata e ripetuta esposizione allergenica (allergeni delle muffe o di altri microrganismi)”: ad esempio reazioni allergiche delle congiuntive e del naso (rinocongiuntivite allergica), asma bronchiale allergica, polmonite allergica (alveolite allergica estrinseca), aspergillosi broncopolmonare allergica (ABPA);
- malattie febbrili: “un’elevata esposizione alle muffe, anche se avviene una volta sola, può provocare una malattia febbrile simile all’influenza (febbre, spossatezza, dolori alle ossa), detta, in gergo medico, Organic Dust Toxic Syndrome (ODTS)”.
E riguardo alle misure di protezione?
Durante i lavori di risanamento muffe vanno applicati, in primo luogo, “tutti i mezzi tecnici disponibili per ridurre il più possibile l’esposizione dei lavoratori alle sostanze nocive”.
E se i mezzi tecnici non sono sufficienti, “è necessario introdurre misure organizzative e personali che garantiscano il rispetto dei valori limite per le sostanze volatili”.
Una delle misure più importanti per la sicurezza dei lavoratori è “quella di applicare tecniche di lavoro a bassa emissione di polveri e aerosol”.
Dopo aver accertato “che gli oggetti circostanti siano protetti da un’eventuale contaminazione”, può essere utile “isolare in modo più o meno completo la zona di risanamento, in modo da separare la zona pulita da quella contaminata (barriera igienica)”.
In particolare “può essere necessario un isolamento completo con accesso attraverso una chiusa oppure può bastare una barriera chiusa con mezzi semplici”.
In alcuni casi “può essere necessario installare un sistema di ventilazione artificiale nella zona contaminata e metterla in depressione rispetto alla zona sana” e comunque “adottare adeguate misure di protezione per tutelare la salute dei lavoratori già durante la preparazione dei lavori”.
Per ridurre l’esposizione occorrono inoltre adeguate misure di ventilazione.
Nel documento vengono anche elencati gli eventuali dispositivi di protezione individuale necessari a seconda della quantità di sostanze biologiche presenti nel luogo di lavoro:
- indumenti da lavoro o eventualmente indumenti protettivi monouso;
- respiratore antipolvere del tipo FFP2 o FFP3 secondo EN 149:2001;
- guanti adatti;
- occhiali di protezione a mascherina se si lavora con la faccia e le mani rivolte verso l’alto o in presenza di spruzzi d’acqua.
Le misure di protezione delle vie respiratorie devono essere adeguate al tipo di esposizione e alla durata del lavoro: ad esempio per lavori che non richiedono breve tempo o che comportano una maggiore emissione di polveri e aerosol “occorre indossare una maschera integrale con filtro P3”.
L’indice del documento:
1 introduzione;
2 principi di valutazione della pericolosità delle sostanze biologiche;
2.1 conseguenze per la salute;
2.1.1 irritazioni;
2.1.2 malattie allergiche;
2.1.3 malattie febbrili;
2.2 esposizione alle muffe durante i lavori di risanamento;
2.2.1 specie di muffe;
2.2.2 concentrazioni di muffa nell’aria;
2.2.3 esempi di risanamento;
3 il risanamento muffe;
3.1 valutazione dei pericoli;
3.1.1 sostanze biologiche nocive;
3.1.2 emissione di altre sostanze nocive e utilizzo di prodotti chimici;
3.2 misure di protezione;
3.2.1 misure di protezione contro le sostanze biologiche nocive nei lavori di piccola entità;
3.2.2 misure di protezione contro le sostanze biologiche nei lavori ad elevata esposizione;
3.2.3 misure di protezione nell’uso di prodotti chimici;
4 approfondimenti.
N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nel documento originale riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati sono comunque utili per tutti i lavoratori.
Suva, “Risanamento muffe all’interno di edifici. I vostri collaboratori sono protetti in modo efficace?”, a cura di Edgar Käslin (settore chimica) e Beat Cartier (Divisione medicina del lavoro) (formato PDF, 242 kB).
Tiziano Menduto
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