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Factsheet n. 87: diversita' della forza lavoro e valutazione dei rischi

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Lavoratori

21/04/2010

Un rapporto dell’EU-OSHA fa il punto sulla diversità della forza lavoro: una valutazione dei rischi deve garantire che tutti siano inclusi: invecchiamento della forza lavoro, lavoratori migranti, giovani, disabili, donne, lavoratori temporanei …

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PuntoSicuro ha sottolineato in questi ultimi mesi l’importanza di una valutazione dei rischi che non sia riferita solo al lavoratore genericamente inteso, ma comprenda, ad esempio, anche le differenze di genere.
Ma le differenze di cui tener conto in una valutazione sono diverse: se queste differenze non si traducono in una diversificazione delle misure di prevenzione, si corre il rischio di costruire una prevenzione del rischio inefficace.



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Di questi temi si è occupata l’Agenzia Europea per la sicurezza e salute sul lavoro (EU-OSHA)   in un rapporto dal titolo “Workforce diversity and risk assessment: Ensuring everyone is covered”, rapporto che evidenzia come  la diversità e la gestione della diversità nei luoghi di lavoro siano oggi questioni importanti nell’ambito della sicurezza e della salute sul lavoro.
Emerge la necessità di svolgere valutazioni del rischio inclusive che tengano conto dell’eterogeneità della forza lavoro con riferimento, ad esempio, a lavoratori migranti, disabili, lavoratori giovani e anziani, donne e lavoratori con contratti di lavoro atipici.

Successivamente è stato prodotto il “Factsheet n. 87:  La diversità della forza lavoro e la valutazione dei rischi: garantire che tutti siano inclusi” che riprende, in lingua italiana, diversi argomenti trattati dal rapporto.

Nel documento si sottolinea che non tutti i lavoratori sono esposti agli stessi rischi: “alcuni gruppi specifici di lavoratori sono maggiormente esposti ai rischi (o sono soggetti a particolari condizioni)”, ad esempio per fattori come “l’età, le origini, il sesso, le condizioni fisiche o la posizione nell’impresa”. Questi lavoratori “possono essere più vulnerabili a certi rischi e avere esigenze specifiche sul lavoro”.
La legislazione europea in materia di salute e di sicurezza (Direttiva 89/391/CEE) sottolinea la necessità di adeguare il lavoro all’uomo e obbliga il datore di lavoro a disporre di una valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro, inclusi i rischi riguardanti i gruppi di lavoratori esposti a rischi particolarii gruppi a rischio particolarmente esposti devono essere protetti dagli specifici pericoli che li riguardano.

Il problema è che, se la gestione della diversità è importante per garantire per la gestione della sicurezza, raramente questa diversità è stata studiata dal punto di vista della valutazione dei rischi e sono pochi gli strumenti pratici di valutazione che tengono conto dei rischi specifici affrontati dalle categorie di lavoratori più vulnerabili.
È quindi “auspicabile che ulteriori ricerche e sviluppi conducano in futuro a una maggiore disponibilità di materiali di orientamento”.

Scopo del rapporto è quello di illustrare “perché e in che modo la valutazione dei rischi può e deve includere l’intera forza lavoro”, nonché di aumentare la consapevolezza dei responsabili e degli interessati riguardo alla salute e alla sicurezza sul lavoro circa l’importanza di valutare i rischi per tutti i lavoratori.
La prima parte presenta le principali questioni riguardanti la sicurezza e la salute sul lavoro di “sei categorie di lavoratori considerate a maggior rischio: i lavoratori immigrati, i lavoratori disabili, i lavoratori giovani e anziani, le donne (questioni legate alla parità tra i sessi) e i lavoratori temporanei”.
Successivamente vengono offerti alcuni strumenti di valutazione e informazioni sulla prevenzione dei rischi.

Vediamo alcuni punti chiave per una valutazione dei rischi “attenta all’inclusione”:
- “attribuire la debita importanza alle questioni della diversità e assumere un impegno concreto al riguardo;
 - evitare presupposizioni sui pericoli e sui soggetti a rischio;
 - considerare la diversità della forza lavoro una ricchezza (e non un problema);
 - prendere in considerazione l’intera forza lavoro, compresi addetti alle pulizie, receptionist, addetti alla manutenzione, lavoratori di agenzie interinali, lavoratori part-time, ecc.;
 - adeguare il lavoro e le misure preventive ai lavoratori”;
- “tenere conto delle necessità di tutte le categorie che compongono la forza lavoro nella fase di progettazione e di pianificazione, invece di trovarsi a dover introdurre adeguamenti in caso di assunzione di lavoratori disabili, anziani o immigrati;
 - integrare gli aspetti legati alla sicurezza e alla salute sul lavoro in tutte le azioni a favore della parità nel luogo di lavoro, compresi i piani per la parità e le politiche contro la discriminazione”;
 - fornire agli incaricati della valutazione dei rischi (e a dirigenti, preposti, rappresentanti per la sicurezza, …) “una preparazione e le informazioni pertinenti sulle questioni legate alla diversità in relazione ai rischi in termini di salute e di sicurezza;
 - fornire a tutti i lavoratori una formazione adeguata sulla sicurezza e la salute sul lavoro; elaborare materiali di formazione su misura in base alle necessità e alle specificità dei lavoratori”;
 - adottare nella valutazione “un metodo partecipato, che coinvolga i lavoratori interessati e sia basato su un esame della situazione effettiva di lavoro”;
- “ogniqualvolta un’impresa o un’organizzazione apporta modifiche all’ambiente fisico del luogo di lavoro, o acquista nuove attrezzature, è importante fare in modo che tali modifiche o acquisti siano adatti a tutte le categorie che compongono la forza lavoro;
 - se l’impresa o l’organizzazione non è in grado di trattare i rischi di un gruppo specifico di lavoratori, è importante richiedere la consulenza di esperti, che può essere fornita da servizi e autorità per la sicurezza e la salute sul lavoro, professionisti nel campo della salute e della sicurezza ed ergonomisti, organizzazioni di disabili o immigrati, ecc.”;
- “una valutazione dei rischi per le categorie di lavoratori maggiormente esposti, che elimini i rischi e affronti i pericoli all’origine, va a vantaggio di tutti i lavoratori indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla nazionalità e dalle caratteristiche fisiche”.

Infine oltre a riportare alcuni esempi di buone pratiche (in relazione, ad esempio, all’integrazione di lavoratori disabili o all’invecchiamento della forza lavoro) – che vi invitiamo a visionare nel documento originale – sono riportati esempi di misure di prevenzione che possono avvantaggiare l’intera forza lavoro:
- “adeguamenti dei locali o delle postazioni di lavoro (per accogliere lavoratori disabili, anziani ecc.), per esempio installando rampe di accesso, ascensori, interruttori di illuminazione e scalini bordati di una vernice chiara ecc.;
- adozione di strumenti più ergonomici (adattabili alle specificità di ciascun lavoratore indipendentemente dalla statura e dalle caratteristiche).  In tal modo il lavoro o il compito possono essere svolti da una gamma più ampia di lavoratori (donne, lavoratori anziani, persone di bassa statura ecc.), per esempio rendendo necessaria una minore forza fisica;
- fornitura di tutte le informazioni in materia di salute e di sicurezza in formati accessibili (allo scopo di renderle più comprensibili ai lavoratori immigrati);
- elaborazione di metodi e strategie per mantenere in attività in particolare i turnisti anziani; tali strategie avvantaggeranno tutti i lavoratori (indipendentemente dall’età) e renderanno il lavoro a turni più accettabile per i nuovi dipendenti”.

 

EU-OSHA, “Factsheet n. 87: La diversità della forza lavoro e la valutazione dei rischi: garantire che tutti siano inclusi” (formato PDF, 278 kB).

EU-OSHA, Report “Workforce diversity and risk assessment: Ensuring everyone is covered” (formato PDF, 1.15 MB).



Tiziano Menduto
 
 



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