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Formazione per il Primo soccorso sportivo
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Non tutti gli eventi sportivi prevedono la presenza di una ambulanza pronta ad intervenire in caso di emergenza. Tanto meno gli allenamenti.
Eppure infortuni e malori nello svolgimento delle attività sportive non sono eventi rari. Sono circa 300 mila infatti i casi di infortuni dovuti alla pratica di uno sport stimati per il nostro Paese dall'Istituto Superiore di Sanità.
Alcuni incidenti, purtroppo, non si risolvono felicemente, anche a causa di un primo soccorso inadeguato e alla mancanza di persone, presenti sul posto, in grado di valutare la gravità dell’evento e di intervenire correttamente, sapendo cosa fare e cosa non fare.
Malori sul campo da calcio nel corso di partite dilettantistiche, infortuni durante gli allenamenti delle squadre giovanili, cadute da cavallo o dalla bicicletta in fase di allenamento, sono solo alcuni degli esempi di situazioni a rischio.
Al fine di rendere piu’ sicuri gli ambienti sportivi e formare operatori non sanitari (come allenatori, dirigenti o accompagnatori) al primo soccorso sportivo, il Consorzio per la Ricerca e l'Aggiornamento in Medicina dello Sport ha realizzato una guida specifica.
L’opuscolo, che costituisce un utile strumento per i formatori, è articolato in dieci unità didattiche e prevede tre percorsi formativi di diversa durata (8,12,16ore) in base al livello di rischio dello sport considerato (basso, medio, alto rischio).
Nella guida gli sport sono stati classificati in gruppi di rischio sulla base di 10 parametri tra i quali l'impegno cardio - vascolare, lo sport di contatto, l'ambiente, il numero di atleti partecipanti, la frequenza degli infortuni, i mezzi meccanici e attrezzi utilizzati, i rischi conosciuti relativamente alle varie tipologie di trauma.
Ad ogni parametro è stato assegnato un punteggio, la cui somma identifica la classe di rischio dello sport. Il gioco delle bocce, il nuoto, la pesca sportiva, il tennis, il tiro con l'arco, la vela vengono classificati, insieme ad altri, come sport a basso rischio; l'atletica leggera, il calcio, il canottaggio, la lotta, il judo, il karaté, la scherma, lo sport sul ghiaccio risultano discipline sportive a medio rischio; l'automobilismo, il motociclismo, il ciclismo, l'arrampicata e il triathlon sono alcuni degli sport considerati ad alto rischio. Tra questi ultimi rientra anche l'attività fisica praticata nelle palestre o nei centri di fitness in relazione ai vari tipi di attività svolta, alla varietà delle età dei praticanti, degli ambienti e degli attrezzi impiegati.
"Scopo dell'opuscolo – a dichiarato il dott. Zuccaro dell’ISS - il primo del genere in Italia dove solo raramente il primo soccorso sportivo viene prestato da un medico o da personale abilitato, è riuscire a far comprendere e valutare l'entità dell'infortunio ed insegnare le tecniche di soccorso relative agli incidenti che possono coinvolgere i diversi apparati del corpo. Interventi che si dividono in interventi di emergenza, quando cioè bisogna intervenire subito per garantire il ripristino o il mantenimento delle funzioni vitali, e interventi di urgenza quando occorre intervenire tempestivamente ma su un evento che non è causa di rischi immediati per la vita dell'infortunato".
Gli argomenti presentati nella guida spaziano dalla normativa esistente sul primo soccorso sportivo alle tecniche di primo intervento, fino alle tecniche di rianimazione cardiopolmonare.
Nella guida non viene considerato solo l’aspetto cardio – polmonare, ma anche tutti gli interventi necessari nelle emergenze che possono verificarsi su un campo di gara, come ad esempio: emorragie, ferite, lesioni muscolari, articolari, tendinee, fratture, traumi oculari, setto nasale, toracico, trauma cranico, reazioni allergiche.
La guida, oltre al fatto di essere specifica per lo sport, presenta alcuni elementi di novità, ad esempio il merito di aver introdotto la valutazione del rischio sportivo specifico per sport e la realizzazione di un sistema di qualità della sicurezza dell'impianto sportivo e di simulazioni periodiche dell'intervento di primo soccorso sportivo da parte degli operatori.
Il percorso formativo proposto dal Consorzio per la Ricerca e l'Aggiornamento in Medicina dello Sport (che comprende la Federazione Medico Sportiva Italiana - FMSI, l'Istituto Superiore di Sanità e la Fondazione Salvatore Maugeri) è attualmente utilizzato dall’associazione del calcio dilettantistico a Milano.
"Il Consorzio per la Ricerca e l'Aggiornamento in Medicina dello Sport – ha afferma Maurizio Casasco, presidente della FMSI - ritiene che questo programma formativo rappresenti non solo una guida ma un percorso valutativo obbligatorio nell'individuazione dei rischi sanitari sportivi e degli interventi per singola disciplina sportiva. E' auspicabile che le federazioni sportive, le discipline associate e gli enti di promozione sportiva adottino questa guida per i loro corsi di formazione, contribuendo così a far diventare lo sport una pratica sempre più sicura".
Per informazioni sulla guida (costi, modalità di richiesta, …) è possibile contattare il dott. Piergiorgio Zuccaro dell’ISS: zuccaro@iss.it Pubblicità
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
Non tutti gli eventi sportivi prevedono la presenza di una ambulanza pronta ad intervenire in caso di emergenza. Tanto meno gli allenamenti.
Eppure infortuni e malori nello svolgimento delle attività sportive non sono eventi rari. Sono circa 300 mila infatti i casi di infortuni dovuti alla pratica di uno sport stimati per il nostro Paese dall'Istituto Superiore di Sanità.
Alcuni incidenti, purtroppo, non si risolvono felicemente, anche a causa di un primo soccorso inadeguato e alla mancanza di persone, presenti sul posto, in grado di valutare la gravità dell’evento e di intervenire correttamente, sapendo cosa fare e cosa non fare.
Malori sul campo da calcio nel corso di partite dilettantistiche, infortuni durante gli allenamenti delle squadre giovanili, cadute da cavallo o dalla bicicletta in fase di allenamento, sono solo alcuni degli esempi di situazioni a rischio.
Al fine di rendere piu’ sicuri gli ambienti sportivi e formare operatori non sanitari (come allenatori, dirigenti o accompagnatori) al primo soccorso sportivo, il Consorzio per la Ricerca e l'Aggiornamento in Medicina dello Sport ha realizzato una guida specifica.
L’opuscolo, che costituisce un utile strumento per i formatori, è articolato in dieci unità didattiche e prevede tre percorsi formativi di diversa durata (8,12,16ore) in base al livello di rischio dello sport considerato (basso, medio, alto rischio).
Nella guida gli sport sono stati classificati in gruppi di rischio sulla base di 10 parametri tra i quali l'impegno cardio - vascolare, lo sport di contatto, l'ambiente, il numero di atleti partecipanti, la frequenza degli infortuni, i mezzi meccanici e attrezzi utilizzati, i rischi conosciuti relativamente alle varie tipologie di trauma.
Ad ogni parametro è stato assegnato un punteggio, la cui somma identifica la classe di rischio dello sport. Il gioco delle bocce, il nuoto, la pesca sportiva, il tennis, il tiro con l'arco, la vela vengono classificati, insieme ad altri, come sport a basso rischio; l'atletica leggera, il calcio, il canottaggio, la lotta, il judo, il karaté, la scherma, lo sport sul ghiaccio risultano discipline sportive a medio rischio; l'automobilismo, il motociclismo, il ciclismo, l'arrampicata e il triathlon sono alcuni degli sport considerati ad alto rischio. Tra questi ultimi rientra anche l'attività fisica praticata nelle palestre o nei centri di fitness in relazione ai vari tipi di attività svolta, alla varietà delle età dei praticanti, degli ambienti e degli attrezzi impiegati.
"Scopo dell'opuscolo – a dichiarato il dott. Zuccaro dell’ISS - il primo del genere in Italia dove solo raramente il primo soccorso sportivo viene prestato da un medico o da personale abilitato, è riuscire a far comprendere e valutare l'entità dell'infortunio ed insegnare le tecniche di soccorso relative agli incidenti che possono coinvolgere i diversi apparati del corpo. Interventi che si dividono in interventi di emergenza, quando cioè bisogna intervenire subito per garantire il ripristino o il mantenimento delle funzioni vitali, e interventi di urgenza quando occorre intervenire tempestivamente ma su un evento che non è causa di rischi immediati per la vita dell'infortunato".
Gli argomenti presentati nella guida spaziano dalla normativa esistente sul primo soccorso sportivo alle tecniche di primo intervento, fino alle tecniche di rianimazione cardiopolmonare.
Nella guida non viene considerato solo l’aspetto cardio – polmonare, ma anche tutti gli interventi necessari nelle emergenze che possono verificarsi su un campo di gara, come ad esempio: emorragie, ferite, lesioni muscolari, articolari, tendinee, fratture, traumi oculari, setto nasale, toracico, trauma cranico, reazioni allergiche.
La guida, oltre al fatto di essere specifica per lo sport, presenta alcuni elementi di novità, ad esempio il merito di aver introdotto la valutazione del rischio sportivo specifico per sport e la realizzazione di un sistema di qualità della sicurezza dell'impianto sportivo e di simulazioni periodiche dell'intervento di primo soccorso sportivo da parte degli operatori.
Il percorso formativo proposto dal Consorzio per la Ricerca e l'Aggiornamento in Medicina dello Sport (che comprende la Federazione Medico Sportiva Italiana - FMSI, l'Istituto Superiore di Sanità e la Fondazione Salvatore Maugeri) è attualmente utilizzato dall’associazione del calcio dilettantistico a Milano.
"Il Consorzio per la Ricerca e l'Aggiornamento in Medicina dello Sport – ha afferma Maurizio Casasco, presidente della FMSI - ritiene che questo programma formativo rappresenti non solo una guida ma un percorso valutativo obbligatorio nell'individuazione dei rischi sanitari sportivi e degli interventi per singola disciplina sportiva. E' auspicabile che le federazioni sportive, le discipline associate e gli enti di promozione sportiva adottino questa guida per i loro corsi di formazione, contribuendo così a far diventare lo sport una pratica sempre più sicura".
Per informazioni sulla guida (costi, modalità di richiesta, …) è possibile contattare il dott. Piergiorgio Zuccaro dell’ISS: zuccaro@iss.it
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