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Nell’industria dei rifiuti solidi urbani ci sono stati, in Italia dal 2004 al 2008, circa 55mila infortuni sul lavoro (dati Inail) con una frequenza infortunistica molto alta, anche se raramente si tratta di infortuni particolarmente gravi.
Per questo motivo PuntoSicuro ha deciso di sfogliare l’archivio di INFOR.MO. - strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi – per rilevare alcuni esempi di incidenti con particolare riferimento, in questa puntata, alla caduta dagli automezzi.
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Imparare dagli errori: cadere da un automezzo in movimento
Nell’industria dei rifiuti solidi urbani ci sono stati, in Italia dal 2004 al 2008, circa 55mila infortuni sul lavoro (dati Inail) con una frequenza infortunistica molto alta, anche se raramente si tratta di infortuni particolarmente gravi.
Per questo motivo PuntoSicuro ha deciso di sfogliare l’archivio di INFOR.MO. - strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi – per rilevare alcuni esempi di incidenti con particolare riferimento, in questa puntata, alla caduta dagli automezzi.
I casi
Il primo caso, avvenuto nel 2007, è relativo ad un incidente ad un addetto al prelievo dei contenitori di rifiuti solidi urbani ed “all'aggancio degli stessi al meccanismo di svuotamento solidale con il mezzo di trasporto”.
Nella fase di spostamento del mezzo di trasporto, l’addetto ha i “piedi poggiati sul predellino previsto sul retro del camion”, ma il mezzo manca di un sistema di trattenuta adeguato: l’addetto perde l'equilibrio e precipita al suolo battendo il capo sull'asfalto.
L'effetto della caduta, determinata dalla forza di gravità, è “aggravato dall'energia cinetica di spostamento del mezzo, anche se questo procedeva a velocità relativamente bassa”.
È evidente che il fattore determinante è la mancanza di un sistema di trattenuta adeguato. Il documento di valutazione dei rischi, elaborato dal datore di lavoro, non aveva tenuto conto del rischio specifico nell'uso del mezzo di raccolta e trasporto rifiuti.
Un secondo caso, sempre del 2007, è riferito ad un altro addetto al prelievo dei sacchi di rifiuti solidi urbani ed al caricamento degli stessi sul cassone del mezzo di trasporto.
Nella “fase di spostamento del mezzo stesso, tra un punto di raccolta ed il successivo”, l’addetto si fa trasportare dall'automezzo: “non nell'abitacolo della cabina di guida, bensì salendo con i piedi sulla staffa posizionata sul retro del cassone del camion e reggendosi con le mani sul bordo del cassone stesso”.
Ma “sia l'appoggio offerto dalla staffa per i piedi, sia l'appiglio per le mani costituito dal bordo del cassone non si prestano (né sono previsti dal costruttore del mezzo di trasporto, né dalla prassi comune) al trasporto di persone, anche presupponendo una bassa velocità di spostamento”. Conseguenza di questa procedura di lavoro errata è una caduta dall’automezzo con conseguenti lesioni mortali.
La prevenzione
Gli infortuni più frequenti nel comparto della raccolta dei rifiuti sono:
- incidenti stradali;
- collisioni tra mezzi e investimenti di persone;
- inciampi, cadute, urti;
- tagli, punture o abrasioni dovuti a contatto con oggetti taglienti;
- caduta dall’alto di contenitori dei rifiuti.
Riguardo poi ai lavoratori che operano a supporto della raccolta a caricamento posteriore - come abbiamo rilevato dalle schede di INFOR.MO. – c’è un rilevante rischio di cadute dai mezzi. E mantenere l’equilibrio non dipende solo dal comportamento degli operatori, ma anche dai dispositivi presenti sul mezzo, dalle loro caratteristiche ergonomiche e dal livello di manutenzione.
Di questo tema parla un documento Inail – già presentato da PuntoSicuro – dal titolo “La sicurezza per gli operatori della raccolta dei rifiuti e dell'igiene urbana”.
Vediamo alcune delle misure tecniche generali che potrebbero essere adottate dalle aziende del settore in funzione delle innovazioni tecnologiche e degli adempimenti normativi, al fine di raggiungere l’obiettivo di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori:
- “incremento del livello di automazione per evitare la presenza degli operatori a terra e su pedana, laddove sia previsto il conferimento in cassonetti;
- avvisatore acustico con inserimento automatico in retromarcia che segnala e informa il conducente sulla distanza e sulla posizione di eventuali ostacoli;
- riprogettazione dei veicoli al fine di limitare gli spostamenti o ridurre le condizioni di rischio (es.: introducendo scivoli o pedane rialzate)”.
Riguardo poi alla raccolta meccanizzata e manuale, il documento riporta altre misure di prevenzione specifiche.
Se l’adozione di “compattatori con caricamento ribassato a livello strada o in alternativa, sistemi per il sollevamento meccanizzato per la raccolta sacchi”, non fosse attuabile nel breve periodo si consiglia di:
a) “installare pedane posteriori in griglia d’acciaio antisdrucciolevoli, con cinture di sicurezza, maniglie e punti di presa ergonomici, barre di sicurezza semplici da utilizzare (aggancio, sgancio delle cinture di sicurezza degli operatori)”;
b) inserire “protezioni laterali per operatore in pedana in griglia metallica; cuscini paracolpi posti all’altezza del viso”;
c) avere “controllo visivo ovvero a pressione della presenza su pedana degli operatori”.
Riguardo poi alla modalità di trasporto su pedana degli operatori in mezzi a caricamento posteriore, si ricordano alcune buone pratiche:
- “partenza del mezzo solo dopo consenso da parte degli operatori sistemati stabilmente sulle pedane (uso dell'apposita cintura di sicurezza; chiusura della catena o della barra; uso dei mancorrenti) per spostamenti brevi tra i vari punti di raccolta;
- utilizzo della cabina per il trasporto degli operatori nel caso di spostamenti più lunghi;
- pulizia periodica delle pedane e dei gradini di accesso;
- divieto di trasporto su pedana durante le manovre di inversione o rese difficili per cattive condizioni climatiche, di traffico, strade in pendenza o di difficile accesso;
- divieto di trasporto di più di un operatore su ciascuna pedana;
- divieto di fumare durante gli spostamenti in pedana;
- divieto di utilizzo del telefono cellulare e di suoi accessori”.
Per consultare direttamente la presentazione dell’infortunio di cui ci siamo occupati, collegarsi a questa pagina del sito web di INFOR.MO. e successivamente visualizzare le schede numero 826 e 827 (archivio incidenti 2005/2008).
Tiziano Menduto
Il primo caso, avvenuto nel 2007, è relativo ad un incidente ad un addetto al prelievo dei contenitori di rifiuti solidi urbani ed “all'aggancio degli stessi al meccanismo di svuotamento solidale con il mezzo di trasporto”.
Nella fase di spostamento del mezzo di trasporto, l’addetto ha i “piedi poggiati sul predellino previsto sul retro del camion”, ma il mezzo manca di un sistema di trattenuta adeguato: l’addetto perde l'equilibrio e precipita al suolo battendo il capo sull'asfalto.
L'effetto della caduta, determinata dalla forza di gravità, è “aggravato dall'energia cinetica di spostamento del mezzo, anche se questo procedeva a velocità relativamente bassa”.
È evidente che il fattore determinante è la mancanza di un sistema di trattenuta adeguato. Il documento di valutazione dei rischi, elaborato dal datore di lavoro, non aveva tenuto conto del rischio specifico nell'uso del mezzo di raccolta e trasporto rifiuti.
Un secondo caso, sempre del 2007, è riferito ad un altro addetto al prelievo dei sacchi di rifiuti solidi urbani ed al caricamento degli stessi sul cassone del mezzo di trasporto.
Nella “fase di spostamento del mezzo stesso, tra un punto di raccolta ed il successivo”, l’addetto si fa trasportare dall'automezzo: “non nell'abitacolo della cabina di guida, bensì salendo con i piedi sulla staffa posizionata sul retro del cassone del camion e reggendosi con le mani sul bordo del cassone stesso”.
Ma “sia l'appoggio offerto dalla staffa per i piedi, sia l'appiglio per le mani costituito dal bordo del cassone non si prestano (né sono previsti dal costruttore del mezzo di trasporto, né dalla prassi comune) al trasporto di persone, anche presupponendo una bassa velocità di spostamento”. Conseguenza di questa procedura di lavoro errata è una caduta dall’automezzo con conseguenti lesioni mortali.
La prevenzione
Gli infortuni più frequenti nel comparto della raccolta dei rifiuti sono:
- incidenti stradali;
- collisioni tra mezzi e investimenti di persone;
- inciampi, cadute, urti;
- tagli, punture o abrasioni dovuti a contatto con oggetti taglienti;
- caduta dall’alto di contenitori dei rifiuti.
Riguardo poi ai lavoratori che operano a supporto della raccolta a caricamento posteriore - come abbiamo rilevato dalle schede di INFOR.MO. – c’è un rilevante rischio di cadute dai mezzi. E mantenere l’equilibrio non dipende solo dal comportamento degli operatori, ma anche dai dispositivi presenti sul mezzo, dalle loro caratteristiche ergonomiche e dal livello di manutenzione.
Di questo tema parla un documento Inail – già presentato da PuntoSicuro – dal titolo “La sicurezza per gli operatori della raccolta dei rifiuti e dell'igiene urbana”.
Vediamo alcune delle misure tecniche generali che potrebbero essere adottate dalle aziende del settore in funzione delle innovazioni tecnologiche e degli adempimenti normativi, al fine di raggiungere l’obiettivo di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori:
- “incremento del livello di automazione per evitare la presenza degli operatori a terra e su pedana, laddove sia previsto il conferimento in cassonetti;
- avvisatore acustico con inserimento automatico in retromarcia che segnala e informa il conducente sulla distanza e sulla posizione di eventuali ostacoli;
- riprogettazione dei veicoli al fine di limitare gli spostamenti o ridurre le condizioni di rischio (es.: introducendo scivoli o pedane rialzate)”.
Riguardo poi alla raccolta meccanizzata e manuale, il documento riporta altre misure di prevenzione specifiche.
Se l’adozione di “compattatori con caricamento ribassato a livello strada o in alternativa, sistemi per il sollevamento meccanizzato per la raccolta sacchi”, non fosse attuabile nel breve periodo si consiglia di:
a) “installare pedane posteriori in griglia d’acciaio antisdrucciolevoli, con cinture di sicurezza, maniglie e punti di presa ergonomici, barre di sicurezza semplici da utilizzare (aggancio, sgancio delle cinture di sicurezza degli operatori)”;
b) inserire “protezioni laterali per operatore in pedana in griglia metallica; cuscini paracolpi posti all’altezza del viso”;
c) avere “controllo visivo ovvero a pressione della presenza su pedana degli operatori”.
Riguardo poi alla modalità di trasporto su pedana degli operatori in mezzi a caricamento posteriore, si ricordano alcune buone pratiche:
- “partenza del mezzo solo dopo consenso da parte degli operatori sistemati stabilmente sulle pedane (uso dell'apposita cintura di sicurezza; chiusura della catena o della barra; uso dei mancorrenti) per spostamenti brevi tra i vari punti di raccolta;
- utilizzo della cabina per il trasporto degli operatori nel caso di spostamenti più lunghi;
- pulizia periodica delle pedane e dei gradini di accesso;
- divieto di trasporto su pedana durante le manovre di inversione o rese difficili per cattive condizioni climatiche, di traffico, strade in pendenza o di difficile accesso;
- divieto di trasporto di più di un operatore su ciascuna pedana;
- divieto di fumare durante gli spostamenti in pedana;
- divieto di utilizzo del telefono cellulare e di suoi accessori”.
Per consultare direttamente la presentazione dell’infortunio di cui ci siamo occupati, collegarsi a questa pagina del sito web di INFOR.MO. e successivamente visualizzare le schede numero 826 e 827 (archivio incidenti 2005/2008).
Tiziano Menduto
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Rispondi Autore: Salvatore Pischedda - likes: 0 | 03/12/2011 (19:34:51) |
Guido un autocarro per trasporto rifiuti, nel collaudo annuale, l'autocarro mi è stato "bocciato" perchè non aveva le cinture o catene nelle padane per gli operatori, ma l'autocarro di fabricca non ha mai avuto questo tipo di sistema di sicurezza, c'è una norma precisa in materia? Grazie. |