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Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'Imparare dagli errori: gli incidenti con le macchine desilatrici
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Con l’idea che gli esempi di incidenti possano essere più immediati ed efficaci nel sensibilizzarci sui rischi nei luoghi di lavoro, proseguiamo con la nostra rubrica “Imparare dagli errori” prendendo spunto da INFOR.MO., uno strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio contenuti nell'archivio del sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
Parlando delle recenti linee guida prodotte dall’Ispesl “Adeguamento macchine agricole desilatrici, miscelatrici e/o trinciatrici e distributrici di insilati”, abbiamo rilevato nelle macchine desilatrici, che in ambito agricolo servono per l’alimentazione degli animali, alcune potenziali insufficienze riguardo alla sicurezza dei lavoratori che sono state all’origine di molti incidenti, spesso mortali.
Una scheda di INFOR.MO. riporta, ad esempio, un incidente avvenuto in un’attività di allevamento bovini con produzione di latte vaccino.
L'infortunato, titolare dell'azienda agricola, “lavorava da solo alla raccolta di mais per la preparazione della razione alimentare delle vacche da latte”; infatti il suo dipendente non aveva ancora iniziato il turno.
Il titolare è stato “trovato riverso sul nastro trasportatore e schiacciato all'altezza dell'addome dal braccio porta fresa della macchina desilatrice semovente”.
Secondo la ricostruzione della dinamica dell’incidente, in assenza di testimoni diretti, “pare probabile che l'infortunato abbia azionato la leva per la discesa del braccio porta fresa (funzionante anche a motore fermo) che rimane in posizione” e si pensa che “l'infortunato si sia avvicinato alla zona anteriore non accorgendosi che il braccio meccanico scendeva lentamente”.
In questo caso siamo di fronte ad una “desilatrice non conforme”, non conformità relativa in particolare al dispositivo di discesa del braccio.
Una seconda scheda è relativa alle attività di un’impresa agricola famigliare con preparazione del foraggio per l'alimentazione animale mediante l'utilizzo di un desilatore trainato.
In questo caso l’infortunato “si trovava in una stalla e doveva caricare del fieno all'interno di un desilatore orizzontale (trainato)”.
In particolare il “desilatore era già carico di insilato e le coclee di trancio-miscelazione erano in rotazione”, inoltre “il carro era abbassato a terra e il braccio sul quale è installato il tamburo rotante era sollevato e fermo”: l'operazione di caricamento “doveva avvenire manualmente con un tridente dalla bocca di carico posteriore”.
Ricordiamo che la coclea è un dispositivo usato per trasportare dei materiali e costituito da una grossa vite posta all’interno di un tubo.
Le operazioni di carico del fieno non erano ancora iniziate “quando per motivi sconosciuti il lavoratore è finito all'interno del desilatore rimanendo triturato (si ipotizza che il lavoratore si fosse sporto all'interno del carro per togliere un groviglio di fili di nylon al'interno del carro)”.
Anche in questo caso non ci sono testimoni diretti ma è ipotizzabile che i fattori determinanti dell’incidente siano stati:
- un errore procedurale con il lavoratore che si è sporto erroneamente all'interno del carro desilatore;
- un problema strutturale relativo all’accessibilità delle coclee in rotazione del desilatore.
Oltre a ricordare gli articoli del Capo I, Titolo III del Decreto legislativo 81/2008, relativi ai requisiti delle attrezzature e agli obblighi del datore di lavoro di adozione di misure tecniche e organizzative per ridurre al minimo i rischi connessi al loro uso e impedire che dette attrezzature possano essere utilizzate “per operazioni e secondo condizioni per le quali non sono adatte”, estrapoliamo dalle linee guida ispesl relative all’adeguamento delle macchine desilatrici, miscelatrici e trinciatrici alcune indicazioni.
Ad esempio “per assicurare la protezione dell’operatore contro i pericoli di impigliamento e di trascinamento causati dal dispositivo di miscelazione e/o di trinciatura in movimento e quando gli utensili di taglio e di carico o la porta di carico non sono in posizione chiusa”, deve essere adottata almeno una delle seguenti soluzioni:
- “non deve essere possibile far funzionare il dispositivo di miscelazione e/o di trinciatura”;
- “il dispositivo di miscelazione e/o di trinciatura deve essere attivato solamente attraverso un comando ad azione mantenuta”;
- “durante il sollevamento e l’abbassamento degli utensili di taglio e di carico o della porta di carico, il rispetto delle distanze di sicurezza dagli organi di miscelazione e/o trinciatura è garantito da un dispositivo di protezione” (…);
- “durante il sollevamento e l’abbassamento degli utensili di taglio e di carico o della porta di carico, il rispetto delle distanze di sicurezza dagli organi di miscelazione e/o trinciatura (…) è garantito da un dispositivo di protezione” (…);
- “installazione di una protezione fissa nella zona di alimentazione posteriore della macchina in maniera tale da garantire il rispetto delle distanze di sicurezza dagli organi di miscelazione e/o trinciatura” (…).
Riguardo in specifico alla coclea si indica che “in corrispondenza del punto più esterno, deve essere applicato un riparo a chiusura automatica che chiuda completamente l’uscita di scarico e che ritorni automaticamente nella posizione di chiuso quando non è espulso alcun materiale.
Tale riparo deve essere dotato di adeguata resistenza ad un carico orizzontale”.
Per l’adozione dei necessari adeguamenti per la sicurezza delle desilatrici invitiamo alla lettura integrale del documento Ispesl che, oltre a essere ricco di indicazioni tecniche, contiene esempi grafici chiari e dettagliati.
Per consultare direttamente la presentazione degli infortuni di cui ci siamo occupati, collegarsi a questa pagina del sito web di INFOR.MO. e successivamente visualizzare le schede numero 43 e 1328.
Tiziano Menduto
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