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Imparare dagli errori: scale in cattivo stato, usate male o mancanti
PuntoSicuro ha iniziato, nella scorsa puntata di “Imparare dagli errori”, a soffermarsi su un aspetto specifico delle cadute: le cadute dalle scale.
Luogo di numerosi incidenti e di diffuse cattive abitudini, le scale, come vedremo, possono essere un problema per l’uso improprio che se ne fa o anche per la loro… assenza.
Come sempre i casi che raccontiamo sono tratti dalle schede raccolte nell’archivio di INFOR.MO. - strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
Luogo di numerosi incidenti e di diffuse cattive abitudini, le scale, come vedremo, possono essere un problema per l’uso improprio che se ne fa o anche per la loro… assenza.
Come sempre i casi che raccontiamo sono tratti dalle schede raccolte nell’archivio di INFOR.MO. - strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Un operaio manutentore di una ditta portoghese sta lavorando alla “demolizione dei forni di una azienda di produzione di piastrelle”.
Per raggiungere il forno da smantellare il lavoratore deve accedere “ad una piattaforma attraverso una scala fissa a pioli localizzata ad alcuni metri di distanza dalla postazione di lavoro”, ma invece vi accede “salendo dalla linea di trasporto (a 120 cm di altezza) delle piastrelle e mettendo il piede in appoggio sopra i rulli trasportatori”.
Scivola all'indietro cadendo a terra e riporta la frattura della base cranica (non indossava il casco).
È evidente che il fattore determinante è, in questo caso, il mancato utilizzo della scala fissa a pioli e l’uso della linea di trasporto delle piastrelle: una procedura errata dettata da che cosa? Dalla fretta? Da un’inidonea formazione? Da un gesto “sconsiderato”?
Di certo risalta la mancanza dell’elmetto di protezione, mancanza che ha aggravato le conseguenze del mancato uso della scala.
Del mondo edile, in relazione alle cadute da scale, abbiamo parlato la volta scorsa. Un altro comparto in cui sono presenti diverse cadute, è quello agricolo.
Un operatore agricolo, mentre svolge nel fienile un'operazione imprecisata, cade da un'altezza di circa 3 metri riportando fratture del rachide cervicale.
“Accanto l'infortunato viene rinvenuta una scala metallica alta circa 190 cm non a norma, in quanto mancante di sistema antiscivolamento”.
In questo caso probabilmente l’incidente è dovuto al cattivo stato della scala.
Non una scala in cattivo stato, ma un uso sbagliato della stessa è la causa di un incidente ad un lavoratore impegnato in attività di imbiancatura.
Per imbiancare il lavoratore accede attraverso una botola sulla soletta superiore di una casa appena costruita. Utilizza una scala a pioli di 4 metri “appoggiata alla botola e con i piedini inferiori, pur dotati di sistemi antisdrucciolo, posti sopra un cartone a protezione del pavimento”.
Ma appoggiare la scala sul cartone anziché sul pavimento, può essere molto pericoloso. Durante la salita, la scala scivola insieme al cartone, provocando la caduta del lavoratore.
Un ultimo caso riguarda invece un operatore che si occupa di condurre carrelli elevatori e di fare, senza averne l’incarico formale, “piccoli interventi di manutenzione e riparazione necessari in azienda”.
Il lavoratore sta recuperando alcune lastre cadute, a causa del forte vento del giorno prima, sul “coperto di un manufatto interno allo stabilimento, posto in prossimità delle vasche di decapaggio, contenenti una soluzione di acido cloridrico (per una profondità di circa 3 metri) e circondate da un parapetto in muratura alto 120 cm”.
Per prelevare tali lastre dal coperto del manufatto, “avente un’altezza dal pavimento di circa 310 cm”, l’infortunato si procura una scala semplice a pioli, presente all’interno del reparto, “posandone la base sopra ai gradini di accesso al manufatto (il cui pavimento era sopraelevato rispetto a quello dello stabilimento) e la parte superiore in corrispondenza bordo del coperto del manufatto stesso”.
La scala, ricorda la scheda, “era in cattivo stato di manutenzione in quanto la base di un montante risultava deformata”.
Durante l’utilizzo la scala probabilmente sbanda e l’infortunato cade all’interno della vasca, non riuscendo a risalirne. Sarà soccorso “circa 20 minuti dopo l’ora presunta dell’incidente, da alcuni colleghi che si trovavano a passare nei pressi”, ma muore 6 giorni dopo l’infortunio, “a causa di complicazioni polmonari dovute alla sommersione e alla prolungata permanenza all’interno della vasca contenente acido cloridrico”.
Normativa e prevenzione
Come abbiamo visto sono specialmente due le cause relative alla caduta dalle scale: le scale in cattivo stato e un uso improprio delle stesse. E qualche volta gli infortuni dipendono proprio dalla mancanza di scale idonee.
Riguardo alle scale a pioli riportiamo brevemente alcune indicazioni dal Decreto legislativo 81/2008:
Un operaio manutentore di una ditta portoghese sta lavorando alla “demolizione dei forni di una azienda di produzione di piastrelle”.
Per raggiungere il forno da smantellare il lavoratore deve accedere “ad una piattaforma attraverso una scala fissa a pioli localizzata ad alcuni metri di distanza dalla postazione di lavoro”, ma invece vi accede “salendo dalla linea di trasporto (a 120 cm di altezza) delle piastrelle e mettendo il piede in appoggio sopra i rulli trasportatori”.
Scivola all'indietro cadendo a terra e riporta la frattura della base cranica (non indossava il casco).
È evidente che il fattore determinante è, in questo caso, il mancato utilizzo della scala fissa a pioli e l’uso della linea di trasporto delle piastrelle: una procedura errata dettata da che cosa? Dalla fretta? Da un’inidonea formazione? Da un gesto “sconsiderato”?
Di certo risalta la mancanza dell’elmetto di protezione, mancanza che ha aggravato le conseguenze del mancato uso della scala.
Del mondo edile, in relazione alle cadute da scale, abbiamo parlato la volta scorsa. Un altro comparto in cui sono presenti diverse cadute, è quello agricolo.
Un operatore agricolo, mentre svolge nel fienile un'operazione imprecisata, cade da un'altezza di circa 3 metri riportando fratture del rachide cervicale.
“Accanto l'infortunato viene rinvenuta una scala metallica alta circa 190 cm non a norma, in quanto mancante di sistema antiscivolamento”.
In questo caso probabilmente l’incidente è dovuto al cattivo stato della scala.
Non una scala in cattivo stato, ma un uso sbagliato della stessa è la causa di un incidente ad un lavoratore impegnato in attività di imbiancatura.
Per imbiancare il lavoratore accede attraverso una botola sulla soletta superiore di una casa appena costruita. Utilizza una scala a pioli di 4 metri “appoggiata alla botola e con i piedini inferiori, pur dotati di sistemi antisdrucciolo, posti sopra un cartone a protezione del pavimento”.
Ma appoggiare la scala sul cartone anziché sul pavimento, può essere molto pericoloso. Durante la salita, la scala scivola insieme al cartone, provocando la caduta del lavoratore.
Un ultimo caso riguarda invece un operatore che si occupa di condurre carrelli elevatori e di fare, senza averne l’incarico formale, “piccoli interventi di manutenzione e riparazione necessari in azienda”.
Il lavoratore sta recuperando alcune lastre cadute, a causa del forte vento del giorno prima, sul “coperto di un manufatto interno allo stabilimento, posto in prossimità delle vasche di decapaggio, contenenti una soluzione di acido cloridrico (per una profondità di circa 3 metri) e circondate da un parapetto in muratura alto 120 cm”.
Per prelevare tali lastre dal coperto del manufatto, “avente un’altezza dal pavimento di circa 310 cm”, l’infortunato si procura una scala semplice a pioli, presente all’interno del reparto, “posandone la base sopra ai gradini di accesso al manufatto (il cui pavimento era sopraelevato rispetto a quello dello stabilimento) e la parte superiore in corrispondenza bordo del coperto del manufatto stesso”.
La scala, ricorda la scheda, “era in cattivo stato di manutenzione in quanto la base di un montante risultava deformata”.
Durante l’utilizzo la scala probabilmente sbanda e l’infortunato cade all’interno della vasca, non riuscendo a risalirne. Sarà soccorso “circa 20 minuti dopo l’ora presunta dell’incidente, da alcuni colleghi che si trovavano a passare nei pressi”, ma muore 6 giorni dopo l’infortunio, “a causa di complicazioni polmonari dovute alla sommersione e alla prolungata permanenza all’interno della vasca contenente acido cloridrico”.
Normativa e prevenzione
Come abbiamo visto sono specialmente due le cause relative alla caduta dalle scale: le scale in cattivo stato e un uso improprio delle stesse. E qualche volta gli infortuni dipendono proprio dalla mancanza di scale idonee.
Riguardo alle scale a pioli riportiamo brevemente alcune indicazioni dal Decreto legislativo 81/2008:
Articolo 111 - Obblighi del datore di lavoro nell'uso di attrezzature per lavori in quota […] 3. Il datore di lavoro dispone affinché sia utilizzata una scala a pioli quale posto di lavoro in quota solo nei casi in cui l'uso di altre attrezzature di lavoro considerate più sicure non è giustificato a causa del limitato livello di rischio e della breve durata di impiego oppure delle caratteristiche esistenti dei siti che non può modificare. […] Art. 113 - Scale […] 7. Il datore di lavoro assicura che le scale a pioli siano utilizzate in modo da consentire ai lavoratori di disporre in qualsiasi momento di un appoggio e di una presa sicuri. In particolare il trasporto a mano di pesi su una scala a pioli non deve precludere una presa sicura. […] |
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Rispondi Autore: Dott. Massimiliano Peruch - likes: 0 | 04/05/2010 (10:40) |
In riferimento al primo caso illustrato nel presente articolo: Si fa' menzione all'assenza di un DPI (casco) che, come universalmente riconosciuto, non protegge da cadute dall'alto ma, invece, protegge dalla caduta di oggetti dall'alto. L'infortunio si sarebbe potuto evitare tramite corretta procedura (utilizzo di scala predisposta ed adeguata), il rferimento ad un DPI inappropriato è grave e fuorviante. |