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Infortuni mortali in itinere in calo

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Aumentano gli infortuni in itinere, ma diminuiscono i casi mortali.
Nel complesso gli infortuni avvenuti nel tragitto casa-lavoro sono in costante aumento, ma una analisi dell’Inail sulla mortalità per infortunio in itinere evidenzia invece tra il 2002 ed il 2006 un calo del 35,6% dei lavoratori che hanno perso la vita nel percorso casa–lavoro o lavoro-casa e nei tragitti effettuati per spostarsi da un luogo di lavoro all’altro. Se nel 2002 si contavano 396 casi denunciati, nel 2006 sono stati invece 255.

L’approfondimento presentato nel periodico “Dati Inail”, evidenzia che, benché tale risultato sia da valutare positivamente, resta tuttavia sempre alta la pericolosità di questa tipologia d’infortuni. Un dato che impone una riflessione su “ come le attività di prevenzione debbano interessare non solo le specifiche attività lavorative, ma guardare anche al più ampio scenario della sicurezza stradale. “

Dove. L’area geografica nella quale si registra il maggior numero di decessi in itinere è il Nord (nel 2006 il 63,5% del totale: 162 casi sui complessivi 255). Particolarmente colpite sono  le regioni del triangolo padano, (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) che  assommano da sole oltre il 50% del fenomeno nazionale.
“Si tratta di un’area ad alto rischio,  - afferma l’Inail - sia per intensità di traffico legato al trasporto merci o turistico, sia per motivi meteorologici”.

Chi. Le donne rappresentano quasi la metà dei casi denunciati d’infortunio in itinere, ma per le morti la quota femminile non arriva al 20%..
L’infortunio in itinere rappresenta un rischio trasversale all’attività lavorativa, in quanto non strettamente collegato ad essa.
“La distribuzione per settore economico – afferma l’Inail -  mostra che le donne più colpite da infortunio mortale sono quelle che lavorano nel Tessile, nel Commercio al dettaglio e nei Servizi alle imprese; gli uomini, invece, sono occupati nell’Industria metalmeccanica, nelle Costruzioni e nel Commercio. Un quadro che rispecchia quasi fedelmente la composizione delle attività lavorative svolte dai due sessi.”


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