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Infortuni sul lavoro e crisi economica
Dal 2009 grazie alla collaborazione dell'INAIL, del Pronto Soccorso e del SUEM 118, lo SPISAL di Vicenza è in grado di monitorare l'andamento degli infortuni in tempo reale. l dati semestrali confermano l'andamento registrato nei primi tre mesi dell'anno e fanno prevedere che, a fine 2009, il dato potrebbe attestarsi al di sotto dei 3300 infortuni, con un calo del 25% rispetto al 2008 (che si era chiuso con 4356 infortuni).
Le riduzioni maggiori sono previste tendenzialmente in:
• Metalmeccanica/Fonderie (-38%)
• Acciaieria/Chimica/Precompressi (- 34%).
• Industrie manifatturiere in genere (-34%)
La riduzione è superiore al calo produttivo dei singoli comparti e quindi collegabile solo in parte al minor numero di ore lavorate (a cui fanno da riscontro le riduzioni di ordinativi, esportazioni e produzione industriale). È presumibile pertanto che chi sta lavorando abbia svolto anche le attività necessarie alla prevenzione degli infortuni.
Anche nel settore edile, a fronte di una riduzione del 25% degli infortuni, l’attività risulta permanere a livelli alti. Seguendo il trend attuale, a fine anno le “notifiche preliminari” (comunicazione obbligatoria prima dell’apertura di un cantiere che deve essere spedita allo SPISAL) saranno infatti più di 1300, cioè all’incirca lo stesso numero degli anni precedenti. Le casse Edili (industriali e artigiana) indicano una contrazione dell’attività tra il 6% e il 12%, dato che - oltre a fornire un quadro meno negativo del previsto, testimonia un miglioramento della sicurezza. Questo dato favorevole può èssere considerato una buona premessa per affrontare l’incremento di attività che prevedibilmente sarà determinato dal cosiddetto “Piano casa”.
Ma allora va tutto bene?
Anche se scenderanno al di sotto dei 3300 nel 2009, il numero di infortuni sul lavoro rimane comunque elevato e con alti costi sociali ed economici. Sin da subito lo sforzo comune deve quindi orientarsi a “preparare la ripresa economica in sicurezza” perché:
• ora c’è il tempo, risorsa che in genere manca ai Datori di Lavoro, da dedicare agli interventi per la sicurezza di macchine e impianti, alla formazione e all’addestramento dei lavoratori
• nei primi 6 mesi dell’anno lo SPISAL ha ricevuto 13 richieste del SUEM per interventi su infortuni gravi (di cui uno mortale). Si tratta dello stesso numero di chiamate dello stesso periodo del 2008 e se ne può dedurre che anche con un minor numero di ore lavorate, permangono situazioni con rischi gravi oppure, il che sarebbe ancora peggio, che alcune ditte “sopravvivono” proprio perché “accettano” di correre rischi consistenti. Queste inadempienze possono inoltre tradursi in una concorrenza sleale, sempre meno tollerata dalle stesse imprese che in più occasioni segnalano allo SPISAL carenze e pericoli. Questo accade in particolare per i cantieri.
Dove si può arrivare con la prevenzione?
Il Decreto Legislativo 81/08, le cui modifiche definitive sono ormai alla firma del Consiglio dei Ministri, in continuità con il D.Lgs 626/94 affida alle aziende il compito di valutare i rischi per poi eliminarli. Questo obiettivo può essere raggiunto se ciascuno farà la sua parte:
• prestazioni di livello adeguato di consulenti e coordinatori per la sicurezza (in poche attività si accetta di pagare una prestazione di basso livello o qualcuno che si propone per lavori che non sa fare),.
• attivazione da parte delle ditte, di un sistema di gestione della sicurezza (SGS) secondo quanto previsto dal D.Lgs 81/08,
• aiuto e assistenza delle Associazioni di Categoria;
• collaborazione dei Rappresentanti di Lavoratori per la Sicurezza (d’azienda e territoriali) e delle Organizzazioni dei lavoratori,
• contatto assistenza, ma anche vigilanza nelle aziende e su tutto il sistema prevenzionale da parte dello SPISAL.
Cosi dovrebbero ridursi non solo certi tipi di infortunio grave (cadute dall’alto, con macchine o impianti, caduta di materiali pesanti ecc), ma anche quelli legati a cadute in piano per pavimenti sdrucciolevoli o sconnessi sino a quelli determinati da corpi estranei negli occhi. Molti eventi, se analizzati e previsti possono infatti essere prevenuti.
Se pensiamo che il numero più alto di infortuni nel nostro territorio è stato 6547 (dato del 1998!!!) i numeri di oggi sembrano incredibili, ma ci siamo arrivati. Si deve inoltre pensare che i vantaggi, una volta raggiunti, permangono nel tempo.
E lo Spisal su cosa punterà in questa seconda parte dell’anno?
Da tempo forniamo i materiali necessari a regolarizzarsi prima della nostra ispezione e il nostro messaggio alle aziende è “AVETE RICEVUTO L’ASSISTENZA NECESSARIA PER MUOVERVI DA SOLE IN SICUREZZA”. L’ultima esperienza con le “ispezioni brevi” ha dimostrato che le aziende hanno capito il messaggio e l’assistenza fornita riesce a dare i frutti sperati.
Invitiamo le aziende ad usare la chiusura estiva e il calo produttivo per lavorare sulla sicurezza.
A partire da fine agosto avvieremo infatti una campagna intensiva nel comparto metalmeccanico (restano ancora 150 verifiche in aziende già ispezionate) e nuove ispezioni in edilizia (queste ultime anche in collaborazione con INAIL e Direzione Provinciale del Lavoro).
Altre attività:
• utilizzo dei risultati dei questionari distribuiti (chimica; edilizia, coordinatori per la sicurezza nei cantieri), pre fornire indicazioni utili a incrementare la prevenzione,
• distribuzione di istruzioni operative per lavorare sicuri con le macchine del legno,
• verifica dei Sistemi di Gestione della Sicurezza (SGSL) nelle 80 aziende che dai dati INAIL risultano avere indici infortunistici più elevati della media regionale.
Naturalmente restiamo a disposizione per chiunque abbia problemi tecnici o organizzativi da risolvere prima dei nostri sopralluoghi. I documenti presenti nel nostro sito www.ulssvicenza.it verranno integrati con le risposte a tutti i quesiti che ci vengono posti e con le liste di verifica utili per le diverse attività produttive.
Dott. Celestino Piz
Direttore del Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro di Vicenza
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