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Le lesioni muscolo-scheletriche correlate all’uso di utensili vibranti
Sul supplemento del numero di Luglio/Settembre 2008 del Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia sono presenti una serie di interventi relativi ai rischi, patologie e prevenzione nelle attività lavorative comportanti movimenti ripetitivi a carico degli arti superiori.
PuntoSicuro ha già presentato, in precedenti articoli, gli interventi relativi:
- alla valutazione dei risultati dell’applicazione delle linee guida sul rischio biomeccanico;
- alle informazioni sui progressi dell’Analisi del Movimento;
- all’analisi dello standard ISO 11228-3, standard menzionato nel Decreto legislativo 81/2008;
Continuiamo questa panoramica degli interventi sui rischi da sovraccarico biomeccanico per l’arto superiore (UEWMSDs) con un altro documento tratto dalla stessa fonte.
In “Patologie muscolo-scheletriche da esposizione combinata a fattori biomeccanici e vibrazioni trasmesse all’arto superiore”, intervento di M. Bovenzi, M. Mauro, F. Ronchese e F. Larese Filon, viene svolta una “revisione della letteratura sulle possibili evidenze di un’azione sinergica dei fattori di rischio ergonomico e meccanico nell’insorgenza di disturbi o lesioni muscolo-scheletriche correlati con l’uso di utensili vibranti”.
Infatti l’esposizione a vibrazioni generate da utensili portatili è “associata ad un aumentato rischio di insorgenza di lesioni vascolari, neurologiche e osteoarticolari a carico del sistema mano-braccio”.
E l’insieme di queste lesioni - definito sindrome da vibrazioni mano-braccio – è caratterizzato dalle seguenti componenti:
- “la componente vascolare della sindrome è rappresentata da una forma secondaria di fenomeno di Raynaud definita “vibration-induced white finger” (VWF) dagli autori anglosassoni;
- la componente neurologica è caratterizzata da una neuropatia periferica prevalentemente sensitiva con distribuzione multifocale oppure confinata alle dita delle mani, i cui sintomi sono costituiti da parestesie, riduzione della sensibilità tattile e termica, e limitazione della destrezza manuale e della capacità di manipolazione fine;
- la componente osteoarticolare comprende lesioni cronico-degenerative (prevalentemente osteoartrosiche) a carico dei segmenti ossei ed articolari degli arti superiori, in particolare a livello dei polsi e dei gomiti”.
E i disordini muscolo-scheletrici degli arti superiori “rappresentano un gruppo eterogeneo di lesioni infiammatorie e/o degenerative che comprendono sia ben definiti quadri clinici (es. tenosinoviti, sindrome del tunnel carpale) o radiologici (es. osteoartrosi) sia disturbi aspecifici (dolore, rigidità articolare, parestesie) ai quali non è attribuita una precisa definizione nosologica”.
Lo studio si occupa in specifico delle possibili evidenze epidemiologiche nei problemi legati:
- alle patologie del collo e del distretto collo-spalla (es. cervicalgie, cervicobrachialgie aspecifiche, sindrome tensiva nucale, sindrome cervicale, …);
- alle patologie del gomito (es. epicondilite mediale o laterale del gomito);
- alle patologie del distretto mano-polso-avambraccio (es. tendiniti, peritendiniti, tenosinoviti, malattia di De Quervain e dito a scatto in “operatori addetti alla macellazione e insaccatura di carne, lavori di sartoria e cucito, impacchettamento di prodotti vari e operazioni di assemblaggio, ovvero condizioni lavorative che comportano un’esposizione combinata a posture sfavorevoli e movimenti ripetitivi e di forza”);
- alla malattia di Dupuytren (caratterizzata da “proliferazione nodulare del tessuto fibroso dell’aponeurosi palmare con conseguente contrattura e flessione permanente delle dita delle mani, in particolare del IV e V segmento digitale”);
- ai disturbi muscolo-scheletrici aspecifici dell’arto superiore (ad esempio in relazione alle mialgie, artralgie, rigidità articolare, parestesie e sensazione soggettiva di gonfiore agli arti superiori in “lavoratori esposti a vibrazioni e stress ergonomico, in particolare nei forestali”);
- alle osteoartropatie dell’arto superiore: ricordando che le possibili alterazioni osteoarticolari causate da vibrazioni trasmesse all’arto superiore rappresentano ad oggi “un tema controverso”.
Nel documento sono presente alcune tabelle esplicative in relazione:
- agli studi sulla possibile “associazione tra sindrome del tunnel carpale (STC) ed esposizione combinata a fattori di rischio ergonomico e vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio”;
- alle “lesioni anatomo-radiologiche a carico degli arti superiori in lavoratori di fonderia esposti a vibrazioni mano-braccio generate da scalpelli pneumatici e in controlli che svolgevano lavoro manuale pesante”;
- alla “prevalenza di entesopatia del gomito (sperone olecranico) in lavoratori di fonderia esposti a vibrazioni mano-braccio generate da scalpelli pneumatici e in controlli che svolgevano lavoro manuale pesante, in rapporto all’età e all’esposizione giornaliera a vibrazioni espressa in termini di accelerazione equivalente normalizzata a 8 ore di lavoro”.
Riportiamo infine alcune delle conclusioni a cui giungono gli autori di questo lavoro:
- “le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio svolgono un ruolo autonomo e dominante nell’insorgenza del fenomeno di Raynaud e di varie forme di neuropatia periferica prevalentemente sensitiva nei lavoratori le cui mansioni comportano un regolare e prolungato uso di utensili vibranti;
- vi sono evidenze biomeccaniche che le vibrazioni di bassa frequenza e elevata ampiezza generate da utensili a movimento percussorio causano, in concorso con altri fattori di stress ergonomico, alterazioni cronicodegenerative a carico dei segmenti ossei e delle articolazioni degli arti superiori, in particolare a livello del polso e del gomito;
- vi sono forti evidenze epidemiologiche e sperimentali che l’esposizione combinata a vibrazioni mano-braccio e fattori di rischio biomeccanico (ripetitività, forza, postura) è associata ad un elevato e significativo aumento dell’occorrenza di sindrome del tunnel carpale;
- vi è una limitata evidenza, documentata da un piccolo numero di studi epidemiologici, di una possibile associazione tra malattia di Dupuytren e uso professionale di utensili vibranti;
- vi sono insufficienti evidenze che l’esposizione a vibrazioni mano-braccio svolga un ruolo indipendente rispetto ad altri fattori di rischio biomeccanico nell’insorgenza di patologie muscolo-scheletriche sia aspecifiche sia clinicamente ben definite a carico del collo e degli arti superiori”.
Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, VOLUME XXX - N. 3/Suppl., luglio-settembre 2008, “Patologie muscolo-scheletriche da esposizione combinata a fattori biomeccanici e vibrazioni trasmesse all’arto superiore”, di M. Bovenzi, M. Mauro, F. Ronchese e F. Larese Filon (Unità Clinica Operativa di Medicina del Lavoro, Dipartimento di Scienze di Medicina Pubblica, Università degli Studi di Trieste) (formato PDF, 100 kB).
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